la Repubblica, 15 aprile 2023
Intervista a Minnie Minoprio
Turbò i sogni degli italiani in body, le gambe chilometriche, provocando Fred Bongusto che cantava Quando mi dici così,sigla finale diSpeciale per noi,varietà di Antonello Falqui con Panelli, Ave Ninchi, Aldo Fabrizi e Bice Valori. Minnie Minoprio ebbe così successo che persino il grande Alighiero Noschese fece la sua imitazione. Svampita per contratto, Virginia Anne Minoprio, diede una scossa alla tv bigotta dalla fine degli anni 60. «Non ero sexy» racconta divertita «Don Lurio si inventò quella Minnie provocante, mi diceva le mosse. Ero negata, non mi sentivo così. Sono mora, decisero che dovevo essere bionda. Sono diventata bionda per sempre». Ha lasciato lo spettacolo nel 1992, è tornata di recente protagonista, a 80 anni — da metterci la firma — aThe voice senior.
Ha scelta il nome Minnie perché era fan della fidanzata di Topolino?
«Ma nooo. È perché il mio cognome vero, Minoprio, era difficile da pronunciare, così per abbreviare, negli anni in collegio a Londra, mi chiamavano Minnie o Ginnie, diminutivo di Virginia».
Com’è stata la sua infanzia?
«Felice, ma lontana dai genitori. Si usa così in Inghilterra. Il mio collegio era una specie di accademia per le arti: danza classica, canto. Volevo fare la ballerina. Mamma era indossatrice, poi si è occupata di antiquariato; papà importava prodotti alimentari».
Prima volta in scena a 15 anni.
«A Londra con Cinderella. Per gli spettacoli ho sempre girato, mi piaceva tanto la vita da nomade. Era bellissimo conoscere nuovi posti».
Poi è stato Walter Chiari a portarla in Italia?
«Mi vide a Londra e mi fece entrare nella compagnia con Lelio Luttazzi, grande musicista, vero signore. Mi scrisse due canzoni. Anno 1959, otto mesi in compagnia, bella scuola».
Nel suo libro “Minnie sette spiriti” racconta che Chiari le mollò uno schiaffo.
«Ero una ragazzina, lui il capocomico, avrà avuto 35, 36 anni, non so. Non poteva permettere a una novellina come me di rispondergli male e sì, mi diede una schiaffetto, Mi rimise al mio posto. Era un grande artista, ho imparato tanto. Io stessa, nelle mie compagnie, ho avuto ballerine di 15, 17 anni, non era facile».
Mai subito molestie?
«Da giovane signora una volta mi è successo, credo che sia capitato a tante donne, perché gli uomini ci provano. Ho avuto la prontezza di spirito di ridicolizzare l’avance».
In tv arrivò come cantante sexy e soubrette svampita. Chi ideò questa immagine?
«Don Lurio. Ha capito dopo, quando mi avevano già ingaggiato, che non ero provocante. Ero alta e magra, mi dava suggerimenti di ogni tipo: “Muoviti così”. Ma io dentro sono un clown, ero talmente esagerata che non riuscivo a essere provocante».
Però nella Rai bacchettona fece scandalo con quel body frangiato.
«Uh sì, scandaloso. Ma è stato bello perché ho avuto gli applausi delle donne. Vedendo quella scenetta con Bongusto hanno capito che potevano mettersi in gioco e fare la prima mossa, invece di aspettare. È stato quasi liberatorio».
E come andava con Bongusto?
«Lì per lì si divertiva. Dopo, quando gli impresari lo chiamavano per una
serata, e volevano lui ma con me, forse un po’ lo infastidiva».
Ma lei voleva fare la cantante, l’attrice o la showgirl?
«A 80 anni non ho ancora le idee chiare. Volevo fare tutto, mettermi in gioco. Amo far ridere le persone, la cosa che mi è piaciuta di più è stata fare la Monaca di Monza nella parodia dei Promessi sposi di Falqui».
Come andò l’incontro con Fellini?
«Troppo magra per lui. Mi volle incontrare per Amarcord pensava a me per il ruolo di Gradisca. Mi disse “Mangia, mi raccomando”. Un po’ come Hansel e Gretel, con la strega che controlla le dita dei bambini se erano ingrassate. Fellini fu molto carino, ma non ingrassavo».
Ha posato nuda, si è mai pentita?
«Spogliarsi negli anni 80 era normale: in spiaggia in topless, le foto osé facevano parte dell’iter. Oggi siamo tornati a essere un po’ bacchettoni ma allora anche Iva Zanicchi posò per Playboy. Anni 80: luccichii e nudo, doveva essere tutto sexy, pensi alle commedie. Mai avuto tabù, ma sono abbastanza prude ».
Inventarono la rivalità con la Carrà, doveva essere l’anti Raffa?
«I giornali dovevano scrivere qualcosa, chi poteva minacciare la popolarità di Raffaella? Tutto inventato, non c’è mai stata storia.
Abbiamo fatto insieme Ciao Rudy con Marcello Mastroianni».
Avrebbe potuto fare di più, o all’epoca la Rai la mise da parte?
«La Rai mi mise da parte, forse non sapevano cosa fare di me: ero un po’ tutto, un po’ niente. Non mi offrivano cose importanti. A un certo punto ho formato una mia compagnia di musical: giravo l’Italia».
Non ha rimpianti?
«Il lavoro mi ha dato soddisfazioni, ma sì. Prima della sigla con Bongusto avevo fatto conduzioni, concerti, teatro. Mi dispiace che non mi abbiano valorizzata».
Nel 1962 ha sposato Giorgio Ammanniti da cui avuto suo figlio Giuliano. Dal 1973 è legata a Carlo Mezzano, con cui è convolata a nozze nel 1984.
«Con Carlo abbiamo lavorato insieme, non hai tempo di perderti ma ci sono anche più occasioni di confronto. Anche noi litighiamo. Ho capito che per stare in coppia ci vuole molta tolleranza. Io sono inquieta»,
Il rapporto con l’età?
«Ho qualche acciacco. Mi stanco un po’ di più, è normale, ma sono più o meno uguale a prima. Nessun intervento estetico. Confesso che sono anche contraria ai tatuaggi».
Com’è stata l’esperienza a “The voice senior”?
«Dura ma gratificante perché è stato un modo per farsi conoscere di più. E la compagnia era bellissima. È un programma positivo, che incoraggia chi ha una certa età».
Da anni si è dedicata al jazz, cantare è la cosa che le piace di più?
«Nel mio locale a Roma, il Cotton club, organizzo eventi, ora sto facendo ilMinnie social club,un appuntamento il giovedì sera, dove invito sia i colleghi diThe voice che gli altri musicisti».
Fa sempre i mercatini?
«Sono la mia valvola, sono una collezionista seriale. Faccio i mercatini e metto in vendita le cose».
Che nonna è?
«Nonnissima, i mie nipoti hanno 19 e 21 anni, li prendo e li bacio. Sono la nonna dei baci».