la Repubblica, 15 aprile 2023
Gli amori di Licia Colò
La spina nel cuore di Nicola Pietrangeli è una donna bionda che, scavallati i sessant’anni, ancora affascina per charme e bellezza. Licia Colò non è una da gossip, della sua vita privata ha sempre parlato poco.
Ma confessa di essere stata sorpresa dalle parole con cui il grande campione del tennis italiano, qualche giorno fa, ha descritto aRepubblica la fine della loro relazione: «Non è vero — dice — che tra noi abbia pesato la differenza di età. La realtà è che le cose finiscono.
Anche le più belle e importanti.
Come quella fra me e Nicola, e quella più recente con Alessandro (Antonino ndr ),mio marito, l’unico uomo che mi ha fatto venire voglia di mettere al mondo un bambino».
Pietrangeli ha raccontato di aver pensato che la vostra storia sarebbe stata per sempre.
«Anche io, quando mi innamoro, penso sia per sempre. Però non è mai capitato. L’importante è continuare a volersi bene. A me l’hanno insegnato i miei genitori».
Sono stati insieme tutta la vita?
«Macché! Separati quando io ero piccola. Mia madre si è risposata, mio padre ha avuto tutte le storie che voleva. Ma sono rimasti “migliori amici ”».
C’è chi si lascia a colpi di dispetti.
«L’amore è qualcosa di più ampio.
Specie quando il sesso passa in secondo piano».
A proposito: il suo primo amore?
«Posso non farne il nome?».
Questione di privacy?
«È che non se lo merita. Con lui è durata tanto, dai 14 ai 24 anni. Non sa quanta fatica ho fatto per scrollarmi di dosso le scorie di quel rapporto.
Era uno di quelli che ti fa credere che non vali niente, che ti fa sentire inadeguata, che ti affossa».
Un narcisista...
«Esatto, un narcisista: veleno allo stato puro. Ero bella e mi convinceva che ero brutta. Non era lui ad essere basso, ma io troppo alta. Un tipo d’uomo da cui bisogna subito scappare. Lo dico sempre a mia figlia Liala, che ha 17 anni. Poi ho incontrato lui, il secondo uomo della mia vita…».
Lui chi?
«Nick Pietrangeli: quello che mi ha fatto capire che potevo volare».
Certo. Lui l’amava.
«Non è solo quello. Nicola era ed è una persona sicura di sé, generosa.
Mi ha insegnato a dire “Io voglio”. Mi diceva “Puoi arrivare dove vuoi”».
E lei gli cucinava gli spaghetti con i capperi, che Nick ha definito “di-vi-ni”...
(Ride) «Io sono negata in cucina… Ma saper amare vuol dire anche non scocciare con “la pasta è scotta”, “nel sugo manca il sale”...».
Perché la gente ancora si ricorda della sua storia con Pietrangeli?
«Sarà perché tra me e lui c’erano 30 anni di differenza?».
A lei non pesava?
«No. Intanto, lui era un gran figo .E poi — sarà pure una frase fatta — l’amore non ha età: si può essereattraenti fino alla fine. Quando incontrai Enzo Majorca, ad esempio, il campione di apnea, lo trovai bellissimo. Aveva gli occhi luminosi di un ventenne. E si avvicinava già agli ottanta...».
Con Nick vi frequentate ancora?
«In realtà in vent’anni ci saremo visti tre o quattro volte. Poi, un paio di settimane fa, era domenica, mi ha telefonato e chiesto che facevo.
“Vado ad Ostia, al mare, con Liala emia cugina” dico. E lui, che è sempre stato un gran signore: “Posso venire con voi? Non c’è cosa più bella che offrire il pranzo a tre signore...”».
Cosa uccide di più una coppia?
«La routine è micidiale. Non bisogna mai dare niente per scontato. Mia nonna Vitalina, che io ho sempre chiamato Nonni, è morta a 98 anni e non l’ho mai vista spettinata: “Il rispetto per chi ti vive intorno è il segreto…”, mi diceva».
Cosa la commuove di più?
«Vedere certe coppie di anziani… Gente che per una vita ha portato all’altro il caffè a letto».
E lei che donna è? Il caffè lo porta o se lo fa portare?
«Un po’ e un po’. So essere geisha o imperatrice, se voglio. Il mio ex marito è napoletano. Fissato, quindi, col caffè. Ed era sempre lì a dirmi: “Mi raccomando, fai il Vesuvio!”. Che vuol dire “nella moka metti la polvere facendo un monticello nel filtro”. Il risultato è che sporchi dappertutto!
(ride). Io lo facevo, ma non gli andava mai bene: “È una ciofeca!”, sbottava.
Non l’ho preparato più. Per vent’anni se l’è dovuto fare da solo».
E che mamma è Licia Colò?
«Poco prima che arrivasse il Covid, Liala mi aveva detto che ero stata una madre troppo assente, per colpa del lavoro. Ho accusato il colpo. Ma con le persone che si amano, e torniamo al discorso iniziale, bisogna fare un passo indietro e sintonizzarsi sulla stessa frequenza. Poi è scoppiato l’inverosimile. Tutti chiusi in casa per colpa del virus. Ed è da quel momento che Liala e io abbiamo ricominciato…».
Invecchiare le fa paura?
«Certo, poi però penso che Brad Pitt ha la mia stessa età ed è ancora un grande gnocco . E così mi consolo».
Il rimpianto?
«Non sentirmi più figlia. I miei genitori sono morti entrambi, mamma solo un anno fa. Mi mancano tanto, mia madre più romantica, papà inquieto come me. Era un pilota dell’Alitalia.
Appena poteva andava in windsurf».
Cosa la fa stare male?
«La rabbia che c’è in giro.
Dovremmo tutti girare lo sguardo dove si vede più luce».
La sua luce da che parte sta?
«La mia sta su un foglio.
Papà già stava male, lo portai a fare una visita.
“Signor Colò”, disse la neurologa, “scriva quello che vuole”. E gli mise davanti un foglio. Papà stava lì, seduto, con la penna in mano. Perso. La mano gli tremava… Io avevo il cuore piccolo piccolo. Ma non mollò. E piano piano cominciò a buttare giù delle lettere.
Poi delle parole. E alla fine scrisse: “La vita è meravigliosa, peccato sia così breve”».