il Giornale, 14 aprile 2023
George Weah presidente
Squilla il telefono. «Ho letto sul web che il presidente Berlusconi sta meglio. È vero?». Il tono della voce di George Weah, da Monrovia, è caldo, interessato. «Sono contento, gli faccio qui i miei auguri più sinceri. Prego per lui, che Dio lo benedica. Gli auguro possa tornare al più presto a casa, tra le persone a lui care». Parla il capo di Stato, George Weah è presidente della repubblica liberiana dal 2018, ma parla soprattutto il centravanti del Milan, uno dei beniamini di Berlusconi e di tutti i tifosi rossoneri, Pallone d’Oro nel 1995, primo calciatore non europeo a vincere il prestigioso riconoscimento. «Sono molto affezionato a Berlusconi e ai miei anni italiani, ho ancora tanti amici da voi, anche se ormai manco da parecchi anni. È tanto che non sento il presidente, ma ho sempre ricordi molto forti e belli di lui, del suo affetto e della vicinanza che aveva alla squadra, anche se all’epoca aveva già cominciato a occuparsi di politica», spiega Weah, che ha appena lanciato la campagna elettorale per le elezioni presidenziali, previste per il prossimo 10 ottobre. Weah ha vinto quelle dell’ottobre 2017, candidato per la Coalition for Democratic Changement ed è stato nominato presidente all’inizio del 2018. Aveva già tentato la corsa alla prima carica dello stato liberiano nel 2005, ma fu sconfitto al ballottaggio. Weah è convinto di poter essere rieletto, forte non solo dell’ovvio appoggio che gli deriva dal passato sportivo. «La gente mi vuole bene, continua ad amarmi e a credere in me. Questi sono stati anni difficili, ma nonostante la pandemia da coronavirus la nostra economia è cresciuta, la disoccupazione è calata, abbiamo costruito infrastrutture e consolidato la pace, che è la base su cui costruire il progresso». George Weah ha giocato nel Milan dal luglio del 1995 (acquistato dal PSG) al gennaio del 2000, quando si trasferì al Chelsea. Oltre al Pallone d’Oro e al titolo di Player of the Year Fifa, in rossonero ha vinto gli scudetti del ’96 e del ’99. Il suo figlio più giovane, Timothy, 23 anni, gioca in Francia con il Lille e ha disputato i Mondiali in Qatar con la nazionale Usa, segnando anche un gol.