la Repubblica, 13 aprile 2023
Biografia di Flavio Cattaneo
Come nelle migliori tradizioni delle nomine pubbliche i nomi veri vengono fuori all’ultimo minuto. E così è stato anche stavolta per l’azienda sulla quale più intenso era lo scontro tra Giorgia Meloni e i suoi alleati di governo, Matteo Salvini e Antonio Tajani: l’E nel. Martedì sera, alla fine del Consiglio dei ministri in cui è stato approvato il Def, i tre si sono trovati in un appartamento nel centro di Roma e hanno cominciato a calare le carte. Il nodo è venuto presto al pettine, e riguardava il candidato di Meloni per l’azienda elettrica, Stefano Donnarumma, sul quale il ministro del Tesoro Giorgetti aveva datoparere negativo. È in quel momento che Salvini ha tirato fuori il nome di Flavio Cattaneo, manager di provata esperienza e con dimestichezza di società quotate in Borsa, essendo stato a Aem, Fiera Milano, Rai, Terna, Italo, Telecom Italia. A quel punto Meloni ha colto la palla al balzo, facendo un passo indietro e accontentando in un sol colpo i due alleati in una delle cinque società su cui aveva lanciato l’Opa. Caduto il veto su Scaroni presidente Enel, trovato un tecnico che piace a Salvini e a Forza Italia, tutto il resto sarebbe spettato a lei. E così è stato.
Ora si tratterà di vedere quale sintonia potranno avere un manager abituato a tirar dritto per la sua strada come Cattaneo e un presidente che è stato numero uno di Enel ed Eninell’era Berlusconi, vicino ai poteri forti romani e accreditato di stretti collegamenti con la Russia. Entrambi sono vicini al centro destra ma entrambi non amano essere etichettati politicamente. Cattaneo è un liberale di fede interista che ha mosso i primi passi nell’edilizia conoscendo Paolo Berlusconi e Ignazio La Russa di cui diventa amico stretto. È nel team di Giorgio Zuccoli all’Aem negli anni in cui il sindaco di Milano Gabriele Albertini decise di far entrare la società elettrica nella joint venture con la e-Biscom di Scaglia e Micheli. La Fiera di Milano è il passaggio successivo di Cattaneo che si porta con sé lo sbarco in Borsa e quindi la chiamata alla direzione generale della Rai per volere del ministro Tremonti dell’allora governo Berlusconi. È lì che Cattaneo comincia a toccare con mano il mondo reale dei partiti. Ed è in quegli anni che conosce la sua futura moglie, l’attrice Sabrina Ferilli, lui liberale e lei con il cuore che batte a sinistra. La Rai, però, è un trampolino di lancio per le aziende pubbliche e Cattaneo viene nominato sempre da Berlusconi a Terna, la società in cui viene scorporata la rete elettrica italiana. Utili assicurati senza grandi sforzi, dicono in molti, ma Cattaneo compra attività in Brasile, vince gare, quota la società carioca in Borsa e poi la rivende con una plusvalenza di 2,8 miliardi facendo scoprire Terna ai grandi fondi esteri. E si guadagna la fiducia del mercato che gli permetterà di restare alla guida della società per ben nove anni – Prodi lo conferma per il secondo mandato e ancora Berlusconi per il terzo – con performance ragguardevoli.
La liquidazione di Terna gli permette di compiere il passo successivo, damanager a imprenditore. Investe 3,5 milioni in Italo insieme a Luca di Montezemolo e Diego Della Valle, per sfidare il Frecciarossa di Mauro Moretti e, dopo non pochi sforzi, la battaglia per la concorrenza è vinta. Ma nel bel mezzo della partita viene chiamato da Vincent Bolloré in Telecom, un’avventura che dura solo un anno per divergenze di gestione con il finanziere francese. Ma la fortuna gli sorride ancora perché tornato in Italo, mentre prepara la società per la Borsa, trova il compratore che farà fare il colpaccio a tutta la compagine di soci. Il fondo Gip paga 3 miliardi lordi per comprarsi Italo e a C attaneo vanno 135 milioni netti, dopo le tasse. Non contento si inventa Itabus, i collegamenti via bus con cittadine che vengono servite male dalle ferrovie e anche questa attività potrebbe confluire presto in Italo lasciando a Cattaneo mani libere per la nuova sfida dell’Enel, dove dovrà ridimensionare un debito monstre di 105 miliardi lordi, vendendo partecipate estere.