Corriere della Sera, 12 aprile 2023
Biografia di Roberto Cingolani
Con quello che sta capitando nella maggioranza tra chi lo ha scelto (la premier Meloni) e chi avrebbe voluto farlo fuori gli tornerà utile una delle sue massime preferite di un altro fisico come lui: Albert Einstein. «La vita è come una bicicletta: per farla restare in equilibrio devi sempre muoverti». In effetti rappresenta alla lettera Roberto Cingolani, non solo perché le sue vere passioni sono il ciclismo (nel quale ha sognato una carriera da ragazzo) e la Harley Davidson con la quale sogna di scappare senza riuscirci. Ma perché in questi ultimi venti anni nessuno come Cingolani ha messo in pratica il suggerimento del padre della relatività: il movimento. A Stoccarda con ambizioni da Nobel, prima dei trent’anni, sotto la direzione del premio Nobel Klaus von Klitzing. Primo direttore scientifico e «startupper» con l’Istituto italiano di tecnologia di Genova. Primo Innovation and technology officer di Leonardo. Primo (e anche per ora ultimo) ministro per la Transizione ecologica in Italia. E ora destinato a guidare da amministratore delegato Leonardo, la più importante società tecnologica italiana che affonda le sue radici nell’Ansaldo di Camillo Benso Conte di Cavour.
Il suo pregio migliore? La franchezza. Lo scoglio? La franchezza. Probabilmente chi lo vuole al posto di Alessandro Profumo (che ha avuto il merito di affidargli il piano di digitalizzazione green di Leonardo, dandogli un viatico che ora lo rende forte) utilizza le stesse argomentazioni di chi non lo vorrebbe.
D’altra parte collocarlo politicamente è impossibile. Ha lavorato con Tremonti alla nascita dell’Iit superando le cattiverie dell’epoca («Non è nemmeno professore ordinario»), ha regalato a Matteo Renzi l’idea per lo Human Technopole, ha dialogato con i grillini, ha lavorato con Draghi e la Lega ed è rimasto nel perimetro del governo Meloni. Come il gatto di Schrödinger (famoso scherzo per fisici sui paradossi della meccanica quantistica se applicata alla meccanica tradizionale) sembra vivo e spacciato, sempre insieme. Per chi supera lo scoglio dello scienziato che forte del credo nel metodo scientifico dice sempre quello che pensa, il risultato è un ex pugile (nel senso sportivo) capace di comprimere il ciclo circadiano («dormo 4-5 ore a notte. Meglio, così posso leggere molto»). Con l’Iit ha creato un modello che in Italia ha gemmato per partenogenesi lo Human Tech e ora ChipsIT. Ma non è stato facile: il famoso «tesoretto» (in realtà un rarissimo caso di mancato spreco) aveva scatenato le isterie romane. Ama Neil Young: «È meglio bruciare in fretta che spegnersi lentamente, perché la ruggine non dorme mai».
Lui brucia in fretta e si spegne lentamente. Segreti della termodinamica.