la Repubblica, 12 aprile 2023
Com’è il programma di Morgan
Tra i pareri più gettonati nelle chiacchiere corredate daspritz (in genere arriva dopo il terzo) c’è una cosa del tipo: «Eh, Morgan, personaggio clamoroso che maneggia la musica e le canzoni come nessuno, se non fosse Morgan matto da legare (cit.) sarebbe come…». E lì ci si ferma, non viene in mente nessun nome ma intanto è arrivato il quarto spritz e quindi pazienza. Morgan, approdato in tv con programma tutto suo per Rai 2 (StraMorgan,quattro seconde serate consecutive come a toglierci il pensiero prima che si può) bisogna prenderlo in blocco senza patetici tentativi di ricondurlo a dimensioni con possibilità di scegliere la preferita.Però qualcosa di cui liberarsi c’è, ed è l’orpello di chiacchiere epolemiche infinite nelle quali il protagonista sguazza assai, ovvio, su di lui, sull’ostracismo che lo circonda e infine, Dio ce ne liberi, anche del coté politicante, per cui Morgan adesso è in tv perché lui ogni tanto si scrive su Whatsapp con Giorgia Meloni. Lì ci si scandalizza tutti, manco Meloni girasse i messaggini a Bugo e tutto finisce in caciara e tweet.StraMorgan nasce dall’unione tra il protagonista e la sua spalla, che è Pino Strabioli, mai così a mal partito, come succederebbe a chiunque. Se appunto ci si libera del troppo dichiarato, del troppo liberato, delle presunte catene spezzate con clangore per liberare il ribelle perseguitato, allora l’enigma Morgan si svela (se a qualcuno fosse capitato, tipo perun’intervista, di avere un’ora con lui e un pianoforte nella stanza parlerebbe di un’ora fantasmagorica). Un viaggio nella musica con riferimenti come Modugno, Elvis, Bindi, Battiato, Battisti e così via, performance corali – nella prima, Paolo Rossi e Vinicio Capossela a replicare Modugno alle prese con Pirandello – oppure Vecchio frac eMeraviglioso spiegate al popolo. Il resto è esaltazione dell’egolatria del protagonista, anche qui troppo spudorata e dichiarata perché persone adulte ne debbano soffrire.