la Repubblica, 12 aprile 2023
Tutti gli amori di Nicola Pietrangeli
«Guardi, un amore di quelli “Oddio! Se mi lascia, mi butto giù dal ponte” io forse non l’ho mai provato. Ma ho amato tanto quattro donne : Susanna, Lorenza, Licia e Paola. E tutte e quattro mi hanno lasciato…».
Nicola Pietrangeli, classe 1933, racconta senza imbarazzi i suoi settant’anni di vita amorosa.
L’ intreccio di storie, storielle di una sera che hanno segnato la sua esistenza, anche se ci tiene a precisare che «l’abito del playboy me lo hanno cucito addosso gli altri». Ma al Tennis Club del Foro italico di Roma Pietrangeli sembra ancora un re in mezzo alla sua corte, mentre entra nel ristorante con affaccio sui campi dove è tutto un «ciao Nicò».
Dicono però che quando si lasciò con Licia Colò, lei l’abbia presa proprio male.
«È vero. Pensavo sarebbe stata la storia definitiva. Per lei mi ero trasferito a vivere a Casal Palocco: e per uno come me abituato a Roma nord, è stata una grande prova d’amore».
E addio vita mondana?
«Licia mi diceva scherzando: “Certo che ti faccio risparmiare un sacco di soldi. Non mi piacciono i gioielli e detesto pure le pellicce”. In compenso faceva degli spaghetti con i capperi di Pantelleria, di-vi-ni .L’ho rivista qualche settimana fa, siamo andati a pranzo insieme: è stata una bellissima giornata».
Perché è finita?
«Tra noi c’erano quasi 30 anni di differenza. Ho pensato avesse un altro. Ma lei ha sempre negato.
Chissà, non ci metterei la mano sul fuoco… Le corna invece, me le hanno messe eccome mia moglie Susanna e poi Lorenza. Paola non credo. Ma non voglio saperlo. Non ci sentiamo, troppo fresca la rottura. Non voglio stare male».
Come ha reagito ai tradimenti?
«Male.Susanna, dopo 15 annidi matrimonio e tre figli (Marco, Giorgio e Filippo), perse la testa per uno molto piùgiovane di lei. Susanna (Artero, ndr )era bellissima: a lei e alla sua migliore amica, Paola Campiello, andavadietro tuttaRoma.Ci siamomessi insiemeda ragazzini: io 21, lei 18 anni. Quando mi disseche si era innamorata di un altro ho cercato ditrattenerla: “Guarda che quello poi ti molla”. Ma non c’è stato niente da fare. E quello, poi, chiaramentel’ha mollata…».
Siete rimasti in buoni rapporti?
«Certo, sono 40 anni che le pago gli alimenti. Che devo fare? Susanna non si è mai alzata prima di mezzogiorno».
E con Lorenza?
«Lei voleva sposarsi, io no. Se ne è andata via con un imprenditore. E anche con Paola non ha funzionato perché non ho voluto mettere su casa insieme».
E lei invece? Mai un tradimento?
«A loro quattro no. Solo una volta, a Montecarlo, mi ritrovai in camera con una ex ma a un certo punto mi sono addormentato. E comunque, anche se so che è una mentalità maschilista, credo che l’uomo possa tradire anche senza farsi coinvolgere. La donna invece tradisce perché si innamora».
Non le fa paura rimanere solo?
«Intorno ho tre figli, due splendidi nipoti e Pupina 2, la gatta. In realtà ci sta pure Pupino 1, il gatto preso conLicia. È morto a 20 anni. Cremato, sta dentro la coppa d’argento che a Montecarlo mi consegnò Ranieri”.
Ma quante coppe ha?
«Non lo so, anche perché i ladri sono venuti due volte a rubarle. Però gli scemi hanno preso quelle più grandi che sono di latta e valgono poco».
Che Roma era quella del ’46 quando arrivò dalla Tunisia?
«Popolare, chiassosa, colorata. Dove abitavo io, in via delle Carrozze, a un passo da piazza di Spagna vendevano le sigarette di contrabbando. Io giocavo bene a pallone, ho giocato anche tre anni nella Lazio. Siccome parlavo francese e davvero poco l’italiano, i ragazzini mi chiamavano “A Francia! Viè a giocà a pallone!”».
Quante lingue parla?
«Italiano, inglese, francese e russo.
L’italiano non l’ho mai studiato. E infatti ho ancora delle lacune. Una volta, a una tipa scrissi un biglietto: “L’amore con te è una robba pazzesca”: proprio così, con due b. Mi disse: “Sì, ma basta anche una b di meno.” Che figura!».
Qualità e difetti?
«Non sono avaro e sono educato. Ma sono un frescone, ho gestito male alcune cose. E sono pigro. Se mi fossi allenato di più, forse nel tennis avrei raggiunto traguardi maggiori. Però mi sarei divertito molto meno».
Ha mai usato il Viagra?
«Certo, non ci vedo niente di male.
Ma è meglio non dirlo alla partner, perché magari pensa che non la trovi abbastanza attraente, non capendo che non è quello il problema».
La notte più caliente?
«Una volta, a Venezia. Durò un’infinità. Oggi lei ha 80 anni. E quando ci incontriamo, ci guardiamo negli occhi come a dire “te la ricordi, sì Venezia?”».
Il film che le è rimasto nel cuore?
«Il vento e il leone ,con Sean Connery e Candice Bergen. L’ho visto 13 volte.
E non solo perché Sean era un amico.
Una storia d’amore bellissima in un Marocco dei primi del 900… (Si commuove, e da dietro gli occhiali scendono le lacrime, ndr )».
Parliamo di cose allegre. Come festeggerà l’11 settembre i 90 anni?
«Penso con una cena al Circolo Canottieri Roma, di cui sono presidente onorario. Inviterò Alberto II, il principe di Monaco, siamo molto amici. Ma il mio sogno è avere accanto Sergio Mattarella. Una volta mi ha detto che da giovane veniva a vedermi a Palermo».
Pensa mai alla morte?
«Per forza! E ne ho paura. Ma sa la cosa più triste di arrivare alla mia età? È che non hai più intorno le persone con cui hai condiviso gran parte della vita.
Ancora seguo i tornei di tennis, ma ultimamente mi sono ritrovato al Roland Garros e la sera non sapevo con chi uscire. Con i tennisti giovani non ho nulla da dire».
Ma è vero che ha deciso dove vorrà celebrare il suo funerale?
«Sì, qui al Foro Italico perché ci sono 3000 posti a sedere e un ampio parcheggio». (Ride)
Fa mai bilanci?
«Certo. Alla mia vita do un sette e mezzo. Ma il traguardo di cui vado più fiero è avere acquisito un bonus di quattro “vaffa” al giorno. E almeno un paio li utilizzo sempre».