La Stampa, 12 aprile 2023
Federico Palmaroli (Osho) contro gli ecoambientalisti
Federico Palmaroli, l’autore delle vignette firmate Osho, è riuscito a far parlare in romanesco pure Greta Thunberg e sostiene che l’ambiente sia un argomento di cui bisogna occuparsi ma non nei modi utilizzati dagli ecoambientalisti di Ultima Generazione.
Quindi è d’accordo con le multe e il carcere che il governo Meloni intende introdurre?
«Non sono un opinionista, le mie idee valgono come quelle di una persona comune»
È il motivo per cui abbiamo scelto di intervistare lei.
«Trovo inutile questa forma di protesta, mi sembra un puro esibizionismo. La conseguenza è che questi ambientalisti finiscono solo per stare sulle palle alle persone. Non mi sembra di aver visto grande vicinanza nei confronti delle loro azioni, a parte la Schlein. Pure Nardella si è infervorato parecchio quando hanno imbrattato palazzo Vecchio. Almeno su questo mi sembra che ci sia convergenza da parte delle forze politiche nel proibire queste forme di protesta inutili» .
Gli attivisti di Ultima Generazione rispondono che invece di punire loro bisognerebbe occuparsi di chi non fa nulla per salvare il pianeta.
«Intraprendere azioni per difendere il pianeta è necessario ma non credo che, senza di loro, saremmo tutti qui tranquilli ad aspettare che il pianeta muoia e che ci ricordiamo del riscaldamento globale solo grazie a loro. Anzi, secondo me si genera un processo contrario. Non credo che la gente se ne sbatta dell’ambiente ma quelle proteste non sono accattivanti» .
Ha dei consigli? Lei che cosa farebbe al posto loro?
«Cercherei il dialogo con le forze politiche, proverei ad aprire un dibattito. Quello che faceva Greta, per esempio, poteva essere più utile. Io non sono un tecnico non ho risposte da dare, non mi compete. Però non è questa la formula migliore. Al posto loro non cercherei di attuare forme di vandalismo che non sono utili e provocano solo danni abnormi. Se pensiamo a tutta l’acqua che è stata utilizzata per pulire Palazzo Vecchio mi è sembrato che abbiano fatto solo autogoal».
La preoccupa la questione climatica?
«Chi non è preoccupato? Non si può negare che esista un problema ma sono temi da affrontare in modo serio. Il mio è l’approccio di una persona che fa satira, che si informa ma che poi tratta questa materia in modo leggero».
È d’accordo sul divieto del governo Meloni alla carne sintetica?
«Sono assolutamente contrario alla carne sintetica. Non riesco a immaginare un futuro di alimenti creati in laboratorio. Sono legato a un certo tipo di tradizione gastronomica. E sono contrario a tutte le innovazioni di questa ultima era».
Vale a dire?
«La farina di grilli e tutta la roba di questo tipo».
Non mangerebbe quindi né farina di grilli né carne sintetica?
«Non la mangerei mai perché sono ancorato a un certo tipo di cultura gastronomica, sono contrario a quella cultura che ci vogliono imporre».
Quale cultura ci vogliono imporre?
«Da piccolo sognavo di fare il macellaio. Mi piaceva toccare la carne cruda, sentirne l’odore. Pensare che la carne arrivi in provetta è inconcepibile per me, non riesco ad accettarlo. Poi mi rendo conto che ci sono motivi validi ma non riesco ad accettare l’idea. Vorrà dire che, se ci troveremo nel supermercato questa roba, ci sarà chi la mangerà. Non io di sicuro».
Lei ha partecipato agli Stati generali della cultura nazionale. Erano le prove per combattere l’egemonia culturale della sinistra e imporre un’egemonia culturale della destra?
«Che sia esistita per anni un’egemonia culturale della sinistra è poco ma sicuro. Non va combattuta, sarebbe auspicabile un affiancamento da parte della cultura della destra che è stata a lungo ghettizzata».
Quali sono le caratteristiche della cultura della destra?
«Se parliamo del mondo dello spettacolo, il più prossimo a quello che faccio io, in passato non si è data voce a chi non era inquadrato in una certa area politica. Penso che sia arrivato il momento di dare spazio a chi ha una voce fuori dal coro, se lo merita».
È pronto per Sanremo?
«Le vignette a Sanremo mi sembrano piuttosto complicate da proporre. È quasi più facile immaginare che io possa condurlo».