La Stampa, 12 aprile 2023
Le Sei sorelle sono casseforti del Pnrr
Il ruolo delle «Sei sorelle», i grandi gruppi pubblici di prima fascia controllati dallo Stato, è strategico: lo è stato sino ad ora nell’avanzamento del Pnrr e lo è altrettanto per la sua implementazione legata ai fondi aggiuntivi del REpowerEu che garantirà all’Italia molti miliardi di euro di fondi aggiuntivi per rafforzare la nostra autonomia sul fronte dell’energia. Per questo confermare alla guida di Eni o Poste manager che sino ad oggi «hanno fatto bene» (Meloni dixit) ha la sua importanza. Così come lo ha piazzare persone di fiducia negli altri gruppi nel momento in cui si vorrà affidare a Enel, piuttosto che a Leonardo o Terna- che ne hanno tutte le capacità sia tecniche che gestionali - i fondi che non si riescono a spendere a causa dei ritardi accumulati da altri progetti.
Enel
Valgono in tutto quasi 4 miliardi i progetti assegnati all’Enel nell’ambito del Pnrr per lo più concentrati nella missione relativa alla «Rivoluzione verde e transizione ecologica». Di questi 3,5 miliardi riguardano investimenti sulle nuove reti intelligenti di distribuzione dell’energia (smart grids) e sul fronte della resilienza agli eventi climatici estremi. Con 190 milioni di euro viene invece finanziato l’ampliamento della fabbrica di pannelli fotovoltaici di Catania. Altri 130 milioni serviranno a sviluppare progetti per la produzione di idrogeno verde, a cui si aggiungono una serie di gare vinte in Puglia, Calabria e Liguria. Quanto al REpowerEu Enel, oltre nuovi investimenti su reti di distribuzione e filiera industriale fotovoltaica, ha proposto al governo, che li deve vagliare, investimenti sulle infrastrutture di ricarica per la mobilità elettrica e sulle batterie.
Eni
Fino ad oggi il ruolo dell’Eni nell’ambito del Pnrr è stato marginale: il gruppo guidato da Descalzi, infatti, partecipa solamente ad una serie di progetti nell’ambito della ricerca e sviluppo di tecnologie innovative assieme a università e centri ricerca. Il salto di qualità, ora, Eni lo potrebbe fare sfruttando i miliardi del REpowrEu ed aumentando il proprio impegno sul fronte dello sviluppo dei biocarburanti, col sito di Gela destinato ad incrementare la propria capacità, e sul fronte della cattura della Co2 sfruttando i giacimenti esauriti di gas dell’Adriatico.
Leonardo
La più contesa delle società interessate dal ricambio dei vertici gioca un ruolo importante soprattutto nel campo della digitalizzazione del Paese. Leonardo, assieme a Tim, Cdp e Sogei ha infatti dato vita al «Polo strategico nazionale» per dotare la Pubblica amministrazione di tecnologie e infrastrutture cloud che possano beneficiare delle più alte garanzie di affidabilità, resilienza e indipendenza. Il nuovo Cloud nazionale, nell’ambito di un piano che nel complesso vale 3 miliardi, è destinato ad ospitare dati e servizi critici e strategici di tutte le amministrazioni centrali (circa 200), delle aziende sanitarie locali e delle principali amministrazioni locali (Regioni, città metropolitane, comuni con più di 250 mila abitanti). Oltre a questo, Leonardo, ha avanzato proposte che toccano sette diversi ambiti del Pnrr, dal monitoraggio globale di infrastrutture viarie e ambiente, ai progetti sulle smart cities, a sanità, digitalizzazione della Pa, logistica, spazio, istruzione e ricerca.
Terna
Sono tre i progetti, valore complessivo circa 1 miliardo di euro, che il gestore della rete elettrica nazionale ha proposto al governo per potenziare l’efficienza e la resilienza del nostro sistema di distribuzione dell’energia. Terna, in particolare, punta a realizzare il «Ramo est» del Tyrrhenian Link che collega Campania e Sicilia e migliorare l’integrazione tra le varie zone di mercato ed utilizzare in maniera più efficiente i flussi di energia provenienti da fonti rinnovabili. Quindi verrà potenziato l’elettrodotto fra Sardegna, Corsica e Toscana (Sa.Co.I.3) e ci sarà il raddoppio, dagli attuali 600 a 1200 megawatt di potenza, dell’attuale collegamento tra Italia e Montenegro.
Poste
Da Poste Italiane passa uno dei progetti più rilevanti nel campo della transizione digitale e dei nuovi servizi ai cittadini. Il gruppo guidato da Matteo Del Fante contribuisce infatti al Piano nazionale di ripresa e resilienza con circa 7.000 uffici postali situati nei comuni più piccoli sotto i 15 mila abitanti, nei quali saranno aperti sportelli unici per l’accesso ai servizi della Pubblica amministrazione, e con una rete di oltre 250 aree di coworking su tutto il territorio nazionale. L’iniziativa fa parte del maxi progetto «Polis» che prevede investimenti complessivi di 1,12 miliardi, di cui 320 milioni a carico di Poste. I cittadini potranno richiedere certificati anagrafici, carte d’identità e passaporti, codice fiscale, certificati previdenziali e giudiziari e numerosi altri servizi che si aggiungono a quelli postali, finanziari, logistici, assicurativi e di telecomunicazioni.
Gruppo Fs
Le Ferrovie non fanno parte di questa tornata di nomine, perché l’ad Luigi Ferraris scade fra un anno. Da rinnovare ci sono però i vertici di Rfi e Trenitalia, poltrone considerate di seconda fila ma comunque molto ambite per effetto dei maxi investimenti previsti in questo campo dal Pnrr. Ad oggi a Rete Ferroviaria Italiana, in particolare, fanno capo ben 24,3 miliardi di opere, pari all’11% dell’intero Pnrr italiano. A fine 2022 erano previste tre milestones europee tutte raggiunte dal gruppo. Riguardavano l’affidamento lavori Napoli-Bari per un valore di 370 milioni e quello dei lavori per estendere il sistema di gestione e controllo del traffico ferroviario Ertms (3,27 miliardi) e dei lavori Palermo-Catania per un valore di 1,21 miliardi. A queste, si aggiungono tre milestones «national» e cinque target «national» quantitativi, anch’essi tutti raggiunti.