il Fatto Quotidiano, 12 aprile 2023
Gioielli, lire e bauli: il tesoro di Edda Ciano
Pubblichiamo alcune pagine del libro “Morire è poco”, scritto da Enrico Mannucci e pubblicato da Neri Pozza. Il libro ricostruisce la fuga prima, l’esilio poi, di Edda Ciano in Svizzera. Dei suoi rapporti con il padre, Benito Mussolini, con il marito, Galeazzo Ciano, e con l’amico fidato – e intimo – il marchese Emilio Pucci.
Arrivando a Malévoz, davanti a quel che le pareva il gran lusso della clinica, Edda si era dichiarata “povera”. Il termine va preso con le molle. In uno dei primi interrogatori dopo l’espatrio aveva dichiarato di aver con sé gioielli per 7 milioni di lire (circa 500.000 euro di oggi) e mezzo milione in contanti. (…) Che gli averi dell’illustre rifugiata siano soltanto questi dichiarati all’ingresso nel Paese è però un dubbio che tocca assai le autorità svizzere, e non solo loro. Le prime sono preoccupate dalla possibilità che finiscano a carico dell’erario statale le spese per l’ospitalità particolare garantita a Edda: ovvero, niente “campo d’accoglienza” assieme ad altri esuli, piuttosto pensionato prima nel convento di Ingenbohl, poi nella clinica di Malévoz, in sostanza un “asilo politico”. Ma c’è anche l’interesse degli americani, in sintonia con l’indirizzo di Roosevelt che esige una politica di confisca punitiva nei confronti di tutti gli esponenti in vista del nazifascismo. Così si alimenta un filone di indagini. Già prima che lei arrivi da queste parti, il 10 luglio 1943, una nota dell’ambasciata Usa informa che il console di Ginevra non è in grado di confermare la voce che “Edda Ciano sta investendo grossi capitali in Svizzera”. Nel novembre ’44, poi, circola la notizia di una sentenza del tribunale di Roma per la confisca di tutti i beni della famiglia Mussolini dovunque si trovino. Allora interviene di nuovo il consolato americano cercando di informarsi se questo può applicarsi anche ai depositi bancari di Edda e del cognato Magistrati (“è ben noto che Edda Ciano Mussolini ha un’immensa fortuna investita in gioielli”). Invece le autorità elvetiche puntano oltreoceano. Pochi giorni dopo l’ingresso di Edda, un’informativa suggerisce: “Nel maggio o giugno 1939 la Contessa Edda Ciano fece, com’è noto, un viaggio in Brasile e nell’Argentina. Sul transatlantico che la portò nell’America del Sud vennero pure trasportate, per suo conto, 47 grandi casse il cui contenuto non fu mai rivelato. Rientrando in patria la contessa aveva seco le sole valigie di cabina”. (…) Di sicuro c’è che Edda è al terzo posto fra tutti i rifugiati per quanto riguarda i conti correnti più consistenti (con 25.196 franchi) e al sesto per i depositi con 200.000 franchi. (…) Il 19 giugno 1944, la gioielleria A. Weber & Co. di Berna, incaricata di esaminare dei gioielli depositati dalla Ciano presso la Banca Popolare Svizzera, li valuta 130.000 franchi. Qualche mese dopo, stima per un altro gruppo di gioielli, stavolta l’elenco è minuzioso: portasigarette oro con aquila e brillanti; portasigarette oro con corona; collana perle; anello con perla; spilla con brillanti e zaffiro; braccialetto brillanti e smeraldi; spilla formata da rosa di brillanti; spilla cestino brillanti onice; spilla fantasia brillanti; braccialetto perline e brillanti, difettoso; braccialetto brillanti; spilla brillanti e rubini; orologio oro, smalto e perline; braccialetto oro e topazio; anello oro e topazio; collana platino brillanti acquamarina; grande braccialetto oro e piccoli brillanti; ciondolo oro con 12 brillanti a corona, uno sotto e due grosse perle (un brillante separato e perla montate male); braccialetto platino con diamanti e grande acquamarina; grande anello platino con acquamarina ramo fiori oro con brillantini; orologio oro con lapislazzuli; moneta oro contenente orologio. Il tutto per una valutazione di 260.000 franchi. Altro inventario quando arriva la cassetta che Edda è riuscita a recuperare dalla Spagna: braccialetto platino in tre pezzi con tre brillanti grossi e tre pietre ovali verdi; braccialetto platino con brillanti e 39 zaffiri; collana con 4 brillanti grossi e 59 brillanti piccoli (manca un brillante); spilla platino con brillante grosso centrale; solitari con brillanti grossi; paio d’orecchini platino con 4 brillanti cadauno; anello oro da signora e scheggia di brillante; brillante grosso giallognolo sciolto; brillante color rosa sciolto; piccoli brillanti bianchi; brillante giallognolo; brillante a forma di cuore. In compenso viene pesata anche la cassetta di ferro, chiusa: per l’esattezza sono 14,674 chili. È questo il patrimonio su cui può contare la Ciano. Non tanto le pellicce, anche se la Banca Popolare gliene valuta quattro per 21.600 franchi. E ancor meno il denaro contante: (…) “lirette” in quel periodo. (…) Gli archivi elvetici conservano copia di ogni scontrino o fattura (…). Il 24 aprile 1945 un funzionario del Canton Vallese si presenta a Monthey ed esibisce alla Ciano il modulo dell’imposta denominata “Nuovi sacrifici per la difesa nazionale”. Edda osserva che, se non fosse crollato il fascismo, avrebbe qualcosa da dichiarare. (…) In questi momenti non sono i crediti a impensierire le autorità elvetiche. Ormai è sul tappeto la questione di levarsi Edda di torno.