Il Messaggero, 9 aprile 2023
I 60 anni di Eva Kant
È il 1955 e Grace Kelly, capelli raccolti e abito svolazzante, incantata dall’animo dell’avventuriero, bacia Cary Grant, come ladro di gioielli, “il Gatto” nel film Caccia al ladro. Poco meno di dieci anni dopo, nel 1963, la situazione sembra riproporsi su carta ma opportunatamente ammodernata: nell’episodio L’arresto di Diabolik, Eva Kant, anche lei con chignon e in abito da sera, sorprende Diabolik, ma questa volta è lui a baciarla, dichiarandosi vittima del suo fascino. «In questi pochi istanti ho visto balenare nei tuoi meravigliosi occhi verdi la perfidia e la dolcezza», le dice, stringendola a sé.
IL RIBALTAMENTO
Sono passati sessant’anni da quando Eva Kant, femme fatale pop, romantica e pericolosa, è entrata nella vita di Diabolik e così nella storia del fumetto e nell’immaginario collettivo. Ispirata a Grace Kelly per stile e portamento, ma con un gusto per l’avventura inusitato per l’epoca – forse citazione autobiografica di quello delle autrici, le sorelle Angela e Luciana Giussani Eva è stata, in un certo senso, la prima donna che, nel fumetto italiano, ha ribaltato i canoni che volevano la compagna del protagonista destinata a mettersi nei guai e ad essere salvata, dando modo all’uomo di dare prova del suo eroismo. Eva Kant, invece, entra in scena, salvando Diabolik dalla ghigliottina. Un colpo di teatro. Di più, una rivoluzione.
«Solo due donne potevano avere un’idea del genere commenta Mario Gomboli, fumettista e sceneggiatore, da oltre vent’anni direttore editoriale di Astorina e al lavoro per Diabolik già negli anni Sessanta la presenza di donne nel fumetto d’avventura è sempre stata circoscritta. Gli uomini tendono a essere maschilisti, anche quando sono creativi. All’epoca, figure femminili indipendenti e forti c’erano, ma nel fumetto erotico: dovevano essere in azione per perdere parte dei vestiti. Le Giussani hanno scritto le storie che avrebbero voluto leggere». E hanno proposto una diversa idea di donna.
L’ESPOSIZIONE
A raccontare la fortuna del personaggio e a celebrarne vita e vitalità, dal 14 aprile al 4 giugno, presso Wow – Museo del Fumetto, dell’Illustrazione e dell’Immagine animata di Milano, sarà la mostra su Eva Kant e Diabolik I mille volti di una storia. Nell’iter, tavole originali da Il re del terrore, numero 1 del 1962, e L’arresto di Diabolik, appunto, numero 3 del 1963, poste in dialogo con remake, reinterpretazioni e omaggi successivi. Senza dimenticare tavole dall’albo Nel nome dei Kant, celebrativo del sessantesimo compleanno di Eva, e dal Grande Diabolik All’ombra del patibolo, in uscita il 15 aprile, nonché memorabilia e contenuti digitali extra.
I PASSI AVANTI
Tavola dopo tavola, pur con qualche aggiustamento figlio di epoca e società, Eva rivela il segreto del suo fascino: l’attualità. «C’è molto di Angela nel personaggio prosegue Gomboli incluse le sue varie capacità: era sportiva, andava a cavallo, sciava, prese il brevetto di pilota da aereo di turismo. Io ho vissuto il fermento del 1968, si sognava di poter davvero cambiare il mondo. Eva Kant è ancora attuale perché dagli anni Sessanta sono stati fatti molti passi avanti, ma non abbastanza. C’è molto da fare. Ed Eva ha ancora qualcosa da dire». E sì che per un po’, è rimasta silenziosa. «È nata subito come donna indipendente spiega poi, però, verso la seconda metà degli anni Sessanta, le sorelle Giussani forse si sono un po’ spaventate per la sua forza, che rischiava di rubare la scena al protagonista. Oggi, un terzo dei lettori di Diabolik è rappresentato da donne, ma all’epoca il pubblico era maschile. Probabilmente arrivarono lettere di protesta in redazione e, per un po’, la compagna di Diabolik si adattò a fare quasi la mogliettina che attende il marito. Ma ha ripreso rapidamente il suo spazio».
LA MINACCIA
Una scelta vincente: dal 1962 ad oggi sono state vendute oltre dieci milioni di copie del fumetto. E nuove opere attendono di vedere l’uscita: nel nuovo albo, la compagna di Diabolik dovrà salvargli ancora una volta la vita. «Per la prima volta, la minaccia sarà il cappio. Diabolik ha rischiato il patibolo almeno quindici volte. In Francia, lo fecero arrivare perfino vicino alla sedia elettrica. Sostituirono così la ghigliottina, prevista in una storia». Ad omaggiare Eva Kant, in estate, sarà anche una raccolta di ristampe di cinque episodi che permetteranno di conoscere meglio il suo carattere. «E stiamo ragionando su eventi a Roma, Taranto e altre città», annuncia.
I PROGETTI
Intanto, si fantastica pensando allo schermo, grande e piccolo. La trilogia dei Manetti Bros. sarà distribuita negli Stati Uniti, aprendo forse nuove porte. Magari, anche per una serie. «Già dieci anni fa avevo iniziato a lavorare all’idea di una serie, il progetto era andato avanti ma poi si è fermato afferma Gomboli ora lo stiamo riprendendo in mano, valutiamo varie realtà, stiamo ragionando. I Manetti Bros. sarebbero ben felici di farlo. Serve un produttore disposto ad accettare la prima regola delle sorelle Giussani: i personaggi di Diabolik devono essere rispettati e non alterati». Uomini e donne.