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 2023  aprile 09 Domenica calendario

Intervista a Linus e Carlotta Medas

Chi di voi ha più paia di scarpe?
Carlotta: «Ça va sans dire, Linus! Ha anche l’armadio più grande».
Linus: «Ma solo perché i miei vestiti sono più voluminosi. Comunque, io di scarpe ne ho tante. Non è che faccia il collezionista, molte me le regalano per la corsa. Però sono a numero chiuso: ci sono otto mensole da 4 posti, per ogni paio che entra un paio esce; devono restare 32».
Carlotta: «A me resta spazio libero, e le mie mensole sono più corte...».
Linus e Carlotta Medas si stuzzicano con botte e risposte in cucina, sotto gli occhi del gatto Marino e della cagnolina Bruna dipinti dal padrone di casa, mentre Ilde, la labrador in carica, russa nella stanza accanto. I due figli di 26 e 19 anni, Filippo e Michele, dopo aver abbandonato il nido sono tornati «moltiplicandosi» con le fidanzate e Carlotta, cuoca professionista certificata, ha dovuto mettere accanto alla porta di ingresso una lavagnetta con gli smile-calamite per sapere chi c’è ogni giorno a cena e organizzarsi con la spesa. Marito e moglie sono teneri e diversi: lo stesso bicchier d’acqua per uno sarà sempre mezzo vuoto, per l’altra mezzo pieno.
Carlotta non si è fatta contagiare dalla corsa?
Carlotta: «No, anzi, a me stimola qualcosa di contrario alle endorfine: se corro, divento isterica».
Linus: «Però abbiamo fatto due maratone di New York insieme, nel 2005 e nel 2006. Per dispetto lei non si è nemmeno allenata: io andavo piano e lei pianissimo, io pianissimo e lei camminava, io camminavo e lei stava ferma...».
È vero che Linus è partito per una maratona a New York due settimane dopo la nascita di Michele, nel 2003?
Carlotta: «Se è per questo è andato a vedersi una partita della Juve dopo che era nato il primogenito, e io ero ancora ricoverata all’ospedale!».
Linus: «Ma che dici! Intanto per la nascita di Filippo mi sono perso la finale di Champions vinta contro l’Ajax. E poi l’altra partita era un’amichevole a Cesena, che dovevo fare? Stare a casa a Riccione a piangere mentre ti aspettavo? La verità è che la nostra relazione funziona perché non abbiamo nulla in comune».
Carlotta: «Dai, non è vero. nei viaggi funzioniamo benissimo. Io e te insieme vinceremmo Pechino Express».
Difetto e pregio di Linus.
Carlotta: «Uno solo?».
Cominciamo...
Carlotta: «È permaloso».
Linus: «Non è vero!».
Carlotta: «E insoddisfatto».
Linus: «Eternamente insoddisfatto: è la mia condanna, ma anche la mia virtù».
Carlotta: «E va be’, sarà anche la tua virtù, ma non la nostra. L’essere sempre insoddisfatto di sé lo porta avanti, ma quando hai delle persone di fianco le fai sentire come se fossi insoddisfatto anche di loro».
Ora scegliamo due pregi.
Linus: «Bello in modo assurdo».
Carlotta: «A me piaci. E poi sei sexy. Ma questi sono giudizi soggettivi. Posso invece dire che Linus è una persona molto corretta, buona, generosa, protettiva, affidabile. Io sono figlia di un militare e queste caratteristiche le apprezzo molto».
Linus: «In effetti sono la riedizione di suo padre... L’affidabilità è sottovalutata, oggi, come se fosse qualcosa da sfigati. Invece anche io l’apprezzo molto nei miei amici».
Quali sono i pregi e i difetti di Carlotta?
«Pregio principale: è un’anima pura, a differenza mia che sono un’anima scura. Sfiora quasi l’ingenuità: ha conservato il candore di quando l’ho conosciuta».
E il difetto?
«Può essere parente di quell’adolescenza infinita che si porta dietro».
È un’ottima cuoca.
Linus: «Ed è una dote che tutti le riconosciamo e che ci fa sentire dei privilegiati. Ma quando si era appena trasferita da me a Milano, era come se avessi adottato un velociraptor: ogni giorno rompeva qualcosa. Una volta mi disse: vorrei prepararti la trota salmonata, ma non so come si salmona la trota...».
Oggi, invece, cosa prepara?
Carlotta: «Gli preparo le cose che gli faceva la madre: pasta con i cavolfiori, pasta con le patate, pasta con i ceci, pasta con i fagiolini... Per il pollo con i peperoni, però, l’ho fregato: gli avevo detto che era una ricetta messicana, invece lo avevo visto preparare da Orietta Berti in tv».
Gelosia: come la vivete?
Linus: «Io negli Anni ‘80 ero un teen idol totalmente inconsapevole. Facevo le serate in discoteca e andavo via con la sicurezza che mi sollevava di peso, circondato da ragazzine. L’unica di quella generazione che non mi ha mai visto con quegli occhi era lei».
Carlotta: «La gelosia giustificata non è gelosia, diventa rabbia. Ma a prescindere da questo, io non gli ho mai rotto le scatole, non lo opprimo».
Controlla il suo cellulare?
«Ci sono momenti in cui l’ho fatto, perché magari tra di noi le cose non andavano bene. Ma lo abbiamo fatto entrambi. Ora non lo guardo più, seguo gli indizi: sto prendendo un attestato da criminologa...».
Quando vi siete conosciuti Carlotta aveva 16 anni e Linus doveva compierne 30.
Linus: «Era il 1987, il primo anno che facevamo Deejay Television dall’Aquafan di Riccione. Stavo per sposarmi, il matrimonio purtroppo sarebbe durato solo quattro anni. In tv hai bisogno della claque per le telepromozioni e Carlotta era stata scelta con le sue amiche: erano adorabili, non c’era nessuna malizia tra noi».
Carlotta: «Io avevo il suo autografo nel diario Naj-Oleari, lo conservo ancora».
E il primo bacio?
Linus: «Molti anni dopo, giugno 1992, a San Marino: era una delle primissime volte che uscivamo. Poi abbiamo avuto un gatto e lo abbiamo chiamato Marino: agli altri raccontavamo che era perché arrivava dal mare».
Meglio Linus o Simon Le Bon?
Linus: «Non lo chieda!».
Carlotta: «Mi sono messa con lui per conoscere Simon! Il 2 maggio andrò con tre mie storiche amiche a Londra per vedere i Duran Duran. Se penso al primo concerto, a 16 anni a Milano... Arrivammo in treno e venendo a San Siro pensai: “Che fortunati quelli che vivono qui, possono sentire gratis tutti i concerti!”. Ora ci vivo io qui».
Dopo, grazie a Linus, i Duran Duran li ha incontrati.
«Sì, due volte. Una a Radio Deejay, l’altra a un concerto, quando Linus procurò a me, a un mio amico e a Filippo i pass per il backstage. Ho chiacchierato con tutti. Poi Simon durante lo show ha chiesto in inglese: “Dov’è Filippo?”, e gli ha dedicato una canzone. Comunque a me piace di più John Taylor».
La vostra città del cuore?
Linus: «Firenze. Abbiamo cominciato a frequentarci quando lei studiava architettura lì. Partivo da Milano a mezzogiorno, non appena finivo il programma, e ripartivo il mattino dopo alle 5. Non risco ad andarci senza ricordarmi di quel periodo».
Carlotta, chiudiamo con la Porsche: l’ha mai guidata?
«Una volta, qui dietro casa. Ma io ho una specializzazione ad “arrotondare” le macchine e avevo paura di farlo anche con questa. Se devo dire la verità, è una macchina che non mi piace tanto: un bellissimo oggetto, per carità, ma è scomoda. Una volta siamo andati in Costa Azzurra e quando sono scesa sembravo un gatto attaccato alle tende...».