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 2023  aprile 09 Domenica calendario

Meno ghiaccio nell’Artico I cani da slitta senza lavoro


Steady Brook (Canada) Quando si fa portare in giro dai suoi husky Scott Hudson si sente finalmente libero: «Si torna indietro nel tempo, a quel rapporto con la natura e gli animali che oggi abbiamo perso. È importante perché tiene noi indigeni a contatto con la nostra cultura, con le persone più anziane, con la nostra identità». Cresciuto in una casa a Goose Bay nel Labrador, sulla costa nord-est del Canada, a Scott, che appartiene al popolo Inuit-Metis sin da bambino è stata insegnata l’importanza del dog sledding, come lo chiamano qui.
Ma le scampagnate sulle slitta rischiano di diventare solo un ricordo in queste terre artiche. A minacciare la tradizione è il cambiamento climatico che sta rendendo meno spesso il ghiaccio. «Entro il 2050 le temperature saliranno di 7,4 gradi centigradi. E il ghiaccio che si forma sull’oceano si sta già assottigliando. A questo si aggiungono i temporali sempre più violenti, le inondazioni, l’erosione della costa» spiega Angela Carter, specialista nelle transizioni energetiche e docente all’Università di Waterloo in Canada. L’abbiamo incontrata a metà marzo, insieme ad altri 100 giornalisti provenienti da tutte le parti del mondo e riuniti a Steady Brook, sull’isola di Newfoundland, per partecipare alla 68° edizione dei Campionati Mondiali di sci per giornalisti, organizzata dallo Scij (Ski Club International des Journalistes) nato nel 1955 in piena guerra fredda, con l’intento di avvicinare i reporter occidentali e quelli dell’Est con la «scusa» dello sport. Ancora oggi è l’occasione per una serie di incontri e conferenze mirate.
Il cambiamento climatico, aggiunge Carter, «mette a rischio le tradizioni e le vite delle culture indigene come la pesca sotto il ghiaccio che ormai è difficilissimo praticare ma viene insegnata nelle scuole». È una realtà che Scott Hudson, 48 anni, fondatore della Northern Lights Dog Sledding a Goose Bay, non vuole nemmeno prendere in considerazione. Lui è uno dei pochi portatori di slitte rimasti qui in Canada. «Io spero – dice durante la conferenza tenuta a Marble Brook per lo Scij— che uno dei miei quattro figli prenda il testimone come è accaduto a me». La stagione fredda, però, si accorcia di anno in anno. Se ne rende conto Sally, 30 anni, che lavora al ristorante The Saltbox and Everoutdoor Adventures a Benoit’s Cove, non lontano da Steady Brook: «Fino a qualche anno fa pattinavamo sul ghiaccio e raggiungevamo con le motoslitte le isole che vede qui davanti – dice – ora non si può più fare. È troppo pericoloso».
Sempre più caldo
Sally, 30 anni:
la stagione fredda
continua ad accorciarsi
La climatologa: le temperature saliranno di 7 gradi entro il 2050
Il problema non riguarda solo i turisti. In queste province alcuni posti remoti sono accessibili solo sulle strade di ghiaccio. Per questo è stato inventato il programma SmartIce che riesce a monitorare e a tenere le popolazioni artiche aggiornate sullo spessore del ghiaccio nella regione. Nella baia di Nain prima il ghiaccio era alto due metri ora non arriva a 120 centimetri. Anche la neve è più soffice e la vita sul ghiaccio più pericolosa. L’anno scorso ci sono stati cinque brutti incidenti.
Caroline Swan, la responsabile del turismo indigeno a Newfoundland, ci racconta che «un mese fa per la prima volta è stata cancellata la Cain’s Quest,la più importante gara di motoslitte nel Canada del Nord, proprio a causa delle condizioni del ghiaccio».
Conosce bene la situazione Kenneth Sharpe, 35 anni, giornalista, che vive a Saint John’s, la capitale della provincia di Terranova e Labrador: «A Newfoundland – spiega – l’economia si basa molto sul turismo. È un giro di miliardi di dollari. La gente ha voglia di grandi spazi e di natura. Oggi – aggiunge – abbiamo più uragani. È l’artico che si sta sciogliendo».