Tuttolibri, 7 aprile 2023
40 anni di Valvoline
Alla fine degli anni Settanta il mondo del fumetto è in fermento. Io e il mio ex compagno di banco delle medie, incontrato in quel di Cagliari, Giorgio Carpinteri, ci ritroviamo entrambi a vivere a Bologna. Siamo amici, fumettisti in erba.
Lui ci è nato e dopo una miriade di trasferimenti con la famiglia ora abita con i suoi in via Podgora. Io ci vado con la scusa del DAMS, e abito in via Saffi a pochi metri di distanza.
In realtà Bologna è già la capitale del fumetto, del punk, della turbolenza giovanile. Vivo in una casa di studelinquenti, come li chiamerà Tamburini, il creatore di Ranx, il coatto sintetico. E come il mio amico disegno tutto il tempo, sogno le storie, immagino personaggi.
È la Bologna di Paz, con cui faremo amicizia pochi secondi dopo, la Bologna del movimento studentesco che ha un giornale ufficiale che ne esprime le posizioni senza sconti, si chiama l’Oreste.
Attenzione, siamo nel 1978, l’anno dopo l’omicidio di Francesco Lo Russo, dei carri armati a presidiare la città, l’anno dopo la nascita del punk, l’anno dopo la chiusura di Radio Alice.
L’anno in cui io e Giorgio facciamo conoscenza di Lorenzo Mattotti, e Daniele Brolli.
Nasce un parlottare fitto, notti insonni a riflettere sul nuovo cinema tedesco, parlare di Devo e Roxy music, dei Pistols o del fumetto francese. A Roma è uscita una rivista a fumetti, si chiama il Cannibale, la fanno dei loschi figuri che ci piacciono, tra cui tamburo, come lo chiamiamo tutti, Scoz, e Paz. Poi ci sono Mattioli e Liberatore.
Pazienza ci racconta che lui e Liberatore (il Michelangelo del fumetto, come lo chiameranno i francesi, per via del suo talento disegnativo esorbitante) sono stati compagni di scuola, come me e Giorgio. («Ma allora fare fumetti è una cosa che si impara a scuola?» chiede sornione Paz) Ridiamo.
Mattioli è il più imprendibile, crea storie estreme, alla notte, ma di giorno come Jackyll e mr Hyde disegna Pinky per le edizioni ultra-cattoliche San Paolo. È un uomo camaleontico, più navigato di noi.
Ci frequentiamo e ognuno apprezza l’altro, ma si respira un’aria da duello western. Perché siamo giovani, sbruffoni e crediamo di essere i migliori. Per meglio dire ognuno crede di essere migliore, più brillante, innovatore, elegante, dell’altro.
D’altronde sono gli anni in cui tutto sembra possibile, più che possibile. In edicola linus è un’istituzione, alterlinus è la rivista dei sognatori, avventura e fantastico sono di casa, la dirige OdB, Oreste Del Buono, che ha anche aiutato economicamente gli enfants terribili del Cannibale.
Nel 1978 la casa degli studelinquenti di via Saffi è divenuta la centrale dei pensieri obliqui, siamo dei morti di fame, ma mettendoci in società compriamo una macchina da stampa offset, pubblicherà la rivista Pinguino Guadalupa. Distribuita a mano come da tradizione underground.
Ancora non lo sappiamo ma oltreoceano Art Spiegelman, che diventerà nostro amico due secondi più tardi, stampa a casa sua i primi numeri di Raw la rivista in cui serializza il suo primo romanzo a fumetti importante MAUS. Ma questa è un’altra storia.
Il tempo passa velocissimo, io debutto sulle pagine del giornale del movimento, l’Oreste, provoco, mi faccio le ossa.
Lucca 1980: è l’inizio di una nuova era. Chiude Cannibale, nasce Frigidaire. Finito il punk siamo in piena epoca New Wave.
Oreste del Buono sta per dare le dimissioni da linus e alterlinus. Ma fa in tempo a vedere le nostre prime cose. Mattotti ha presentato me e Carpinteri a Storiestrisce, un’agenzia gestita da autori.
Debuttiamo sulle pagine di linus.
1982: io, Mattotti, Brolli e Carpinteri cominciamo a pensare di fare qualcosa insieme. Non è una collaborazione sulle stesse tavole, pensiamo di diventare un collettivo artistico. Amiamo le avanguardie storiche, surrealisti, futuristi, dada, cubisti ecc. ecc. Qualcuno fa notare che siamo già un collettivo, de facto. Dobbiamo solo prenderne atto, darci un nome più che altro. Un pomeriggio sui tavoli dell’osteria dell’Orsa piovono nomi, i più strampalati.
A quella riunione partecipano anche Kramsky (al secolo Fabrizio Ostani, compare sceneggiatore di Mattotti) e Marcello Jori, che pubblica su linus da prima di noi. Frequenta da protagonista il mondo dell’arte e ha voglia di dare fuoco alle polveri come noi.
1983, nasce così Valvoline Motorcomics, circa 40 pagine mensili completamente autogestite, scritte, illustrate, impaginate, e fumettate dal nostro gruppo. Ospitate all’interno dell’ammiraglia del fantastico, la rivista che ci ha fatto sognare in questi anni, alterlinus, che si è emancipata da linus e ora si chiama alter alter.
Ognuno di noi sviluppa nuove narrazioni, nel frattempo in Francia detta legge anche un’altra rivista fondamentale: À suivre, che fa della narrazione a lungo respiro il suo manifesto teorico.
Attenzione: i semi del graphic novel sono nell’aria. Germoglieranno?
Valvoline teorizza la rivoluzione, ma non l’esplosione della storia e della pagina, idee che ci paiono vecchie e molto legate a una cultura psichedelica che non è la nostra. Noi pensiamo che tutto, dalla fotografia, all’architettura, dalla storia dell’arte alla musica, debba influenzare il fumetto moderno. Portiamo l’arte futurista, il modernismo, le stampe giapponesi le forme espressioniste o neo-realiste. Valvoline si fa notare, il pubblico si divide. Chi ci ama perdutamente e chi ci odia senza remore.
L’esperienza si sviluppa. Fulvia Serra, che ha preso le redini della rivista dopo le dimissioni di Odb resiste, persiste. Anche l’anno dopo, 1984, seconda stagione. Valvoline forever? Dopo un paio di anni e una migrazione su Frigidaire BUM! ogni autore prosegue la propria ricerca. Pubblica in diversi Paesi, Parigi chiama. Pubblicazione su riviste, in volume.
Il resto è noto.
Oggi, sono passati 40 anni dal lontano 1983 sulle pagine di linus, di cui frattanto sono divenuto direttore, festeggiamo con un inserto nuovo di zecca questo compleanno. Nulla di pomposo, per carità, solo lo spunto per una piccola festa di colori e racconti inediti. Brolli, Burns, Carpinteri, Burns, Jori, Kramsky, Mattioli e Mattotti e chi vi scrive, sono nuovamente insieme, sotto uno stesso nome collettivo.
È nato Valvoline 40. Buona festa a tutti. —