la Repubblica, 8 aprile 2023
Intervista a Maurizio Ferrini
Deve tutto al comunista col borsello che discettava nel salotto di Renzo Arbore a Quelli della notte («Non capisco ma mi adeguo») e a una vedova indomabile, la signora Emma Coriandoli, presenza fissa aChe tempo che fada Fabio Fazio, la domenica su Rai 3. Maurizio Ferrini da Cesena (ma vive a San Marino), 70 anni il 12 aprile, comico e grande osservatore, dal successo al dimenticatoio: i no di cui ancora si pente («Si può dire no a Sergio Leone? Ero matto? No, purtroppo solo snob»), i momenti difficili.
Il 12 aprile sono 70 anni. Bilanci?
«No, 70 contiene solo la magia del numero, bilanci non ne faccio. Li ho già fatti. Come diceva mio babbo: “Finiti i 70 vado verso i 71”. Era un tornitore meccanico molto preciso».
Vive una nuova giovinezza con il successo da Fazio.
«Tirando fuori la signora Coriandoli dall’armadio avevo due strade: o rimaneva la ragazza di paese di un tempo o diventava trendy, social, e seguiva le mode come le donne di oggi. Ho scelto la seconda via».
Si è ispirato ai suoi genitori?
«Vivo ancora alle spalle dei miei. Mia mamma, Rina, terza elementare, era una donna umile che aveva uscite incredibili. Guardava le gare: “Poverino, ma se cominciano dall’ultimo è il primo”. Rovesciava tutto e trovava l’essenza: “Oggi sono tutti intelligenti, non si trova più un ignorante per fare due chiacchiere”».
E suo padre?
«Sesta elementare, aveva capito tutto: “Il problema dell’uomo è l’egoismo”. Era comunista aveva una piccola impresa e dava agli operai quasi quello che prendeva lui. Gli amici erano il barbiere, il meccanico, il giornalaio: stra-educati. Un mondo fatato. Le parole pesanti sulle donne la prima volta le ho sentite a Rimini».
La signora Coriandoli da Bagnacavallo, vedova di Adelmo, è inarrestabile.
«Mi ha ispirato la mia dirimpettaia, Ada Ronconi, grande acume. La Coriandoli è un iceberg: la parte emergente è buona, ma è retta dalla malizia. La weltanschauung è che se muore il marito “un po’ dispiace”. A teatro o nei ristoranti, quando racconto come è morto Adelmo, gli uomini restano impietriti».
Le donne che ruolo hanno avuto nella sua di vita?
«Ho vissuto la mia infanzia in Romagna, dove gli uomini lasciano con delle scuse la fidanzata a maggio – e chiamano la stagione “la campagna estiva” come Napoleone, perché vivono così l’aggancio della vacanziera – e tornano a settembre.
Non mi era affine. Per me l’uscita ideale era con una ragazza che mi piaceva, parlare, ridere insieme. Per i miei amici era inconcepibile».
Gianni Boncompagni, Renzo Arbore, Antonio Ricci, Fabio Fazio sono fondamentali nella sua vita.
«La Coriandoli aStriscia la notizia è fiorita. Con Fabio c’è un’affinità naturale. Nessuno sa di cosa parleremo, è un allievo di Arbore, chericreava il jazz della parole: Fazio segue quella strada».
Il momento più difficile?
«Ho detto una marea di no.
Purtroppo per snobismo. Ma non mi hanno mai cercato per farmi fare ciò che volevo. Ho una mia idea di comicità. Vacanze di Natale per me è peggio del porno, però i ragazzi lo guardano per riderne».
I Vanzina hanno fotografato un mondo. Lei non è quello che ha detto no a Sergio Leone?
«Sì ma non ero io. Mi ero espropriato della mente, ancora mi scuso.
Quando ho incontrato Francesca Leone, mi ha detto che a casa ero conosciuto come “quello stronzo di Ferrini”. Giusto così. Andiamo a mangiare con Paolo Hendel da Settimio. C’era Carlo Verdone che mi fa: “Tu però sei uno stronzo perché hai detto no al mio film, sei uno dei miei miti”. Poi con lui ho giratoCompagni di scuola».
Con Leone come andò?
«Ricordo ancora la telefonata: “Sono Sergio Leone, le faccio i complimenti, la vorrei al posto di Alberto Sordi nel filmTroppo forte”. Dico: no. “Può ripetere per favore?”, e si incrinarono i vetri. Capisce? Parlavo con lo scopritore di Clint Eastwood, Eli Wallach, Charles Bronson, ha diretto De Niro... E il genio Ferrini dice no.
Vorrei prendere la pillola di cianuro».
È vero che ha perso tutto?
«Non lavoravo, per guadagnare facevo persino gli oroscopi, sono un grande studioso. Ho vissuto un momento difficile».
Aveva guadagnato tanto, che fine avevano fatto i soldi?
«Quando uno compra, compra l’amore, vuol dire che non è appagato. Ho speso un sacco di soldi, solo in viaggi e libri. Ero stato parsimonioso, non auto sportive, scommesse, no. Libri e viaggi di cui non mi pento però ho speso molto di più di quanto avessi. Poi ho avuto la depressione. Il peggio del peggio andava avanti, non vedevo la qualità. Alla fine è stata una depressione creativa. Scrivevo come un pazzo».
Non la chiamavano?
«Ambiente difficile: se ti proponi non vali niente. Arbore, invisibilmente, e Nino Frassica, grande amico, mi aiutarono».
Si è pentito di aver fatto “L’Isola dei famosi” nel 2005?
«Appena arrivato mi vergognavo come uno che ruba. Arianna David, accusandomi di molestie sessuali inventate, mi fece arrivare secondo.
Fu cacciata, il pubblico tifò per me».
Cosa l’ha aiutata nella vita?
«La fede. Le persone che hanno fede sono state toccate, hanno avuto una visione. Io ho questa fortuna».
Oggi cosa sogna?
«Il cinema. Farò lo spettacolo
Bigodini e paillettes: Signora Emma Coriandoli e il comitato parrucchiere di Bruxelles.E poi preparo un film, vorrei girarlo a San Marino, in cui farò Coriandoli influencer col figlio comunista: è il personaggio di Quelli della nottee rifiuta il mondo della madre».