Corriere della Sera, 8 aprile 2023
Intervista ad Annalisa
Bocciata due volte ai talent e poi seconda ad Amici, cinque Festival di Sanremo (con un terzo posto), sette album alle spalle, l’ultimo singolo (Bellissima) certificato doppio platino (e 25 milioni di streaming su Spotify), il primo Forum di Assago il prossimo 4 novembre. Per Annalisa (Scarrone, 37 anni) la musica è stata un obiettivo, la laurea in fisica un momento di passaggio.
Che se ne fa adesso della laurea?
«È una di quelle cose che rifarei subito, perché è stato un training di vita, una volta che raggiungi un traguardo così ti senti di poter fare qualunque cosa. Almeno io mi sono sentita così. E poi sono sempre stata curiosa, amante della scienza e degli esperimenti, anche un po’ nerd, quella vena un po’ pazza ce l’ho nel sangue».
Come è stata l’università?
«Alle superiori spiccavo, ma lì mi sono resa conto che c’era gente con cervelli mica da scherzare. Mi sono fatta un mazzo incredibile, è stata durissima, ma alla fine la sensazione è stata questa: adesso posso fare qualunque cosa. Quell’esperienza mi è servita per tornare ad avere il coraggio di tornare ai provini, di farmi vedere dopo le bocciature a X Factor e Amici (la prima volta). Presa la laurea ho detto ai miei: adesso mi date un anno e faccio solo quello che voglio io, vediamo come va a finire».
È finita bene, ma era cominciata male. Bocciata prima ai provini di «X Factor» e poi a quelli di «Amici».
«Quelle porte in faccia, quelle delusioni, le ho vissute come un appuntamento andato male, come la fine di una storia perché per me la musica è una compagna di vita. Mi sono lasciata andare, ho pianto, sono uscita a divertirmi, ho provato a cambiare qualcosa del mio stile e del mio aspetto. Ogni delusione ti trasporta in un limbo che ti aiuta alla ricerca di te stesso: provi a capire, poi ignori, poi te ne freghi, poi stai di nuovo male, un giorno ti svegli e sei pronta a riprovare».
È quello che canta anche nel brano appena uscito, «Mon Amour».
«Perché per ripartire ci vuole tempo, devi essere pronta e allora nell’attesa sospendi te stessa in una sorta di limbo, finché non ti ritrovi».
Parla di un amore finito.
«Sì, ma in tutte le mie canzoni ci sono diversi strati di profondità. Si può trattare della fine di una relazione e di quello che succede dopo una delusione sentimentale. Ma vale per tutto. Anche per la vita in generale, per un progetto in cui riponi energia, fiducia e volontà e poi le aspettative rimangono completamente deluse. Sono i cicli della vita. Fallimento. Ripartenza. Altra delusione. Cambiamento. Evoluzione. Un ciclo che si ripete».
È una canzone autobiografica?
«Sì. Come tutte le cose che faccio perché non sono in grado di cantare cose che non mi appartengono, che non raccontano il mio vissuto».
In amore è una che lascia?
«Mi è successo tante volte di essere io quella che abbandonava la relazione, quella che lasciava, ma io sono anche quello che ho raccontato in Bellissima, che considero il primo capitolo di questo film musicale. Quella canzone racconta il non essere compresa, l’essere ignorata. Racconto di questo appuntamento in cui riponevo speranze, in cui mi ero proposta al meglio delle mie possibilità e poi l’incontro non si è verificato. Il classico due di picche».
Chissà perché tendiamo sempre a immaginare che ai famosi non capiti...
«Quella volta proprio fu un due di picche a priori».
Neanche l’opportunità del primo appuntamento?
«Nemmeno quello. Fa parte forse del mio carattere, io faccio molta fatica ad aprirmi, a farmi comprendere, ma contemporaneamente è una cosa a cui tengo molto, però tendo a rimanere sempre indietro. Mentre ho voglia di essere compresa dal pubblico per la mia sfera musicale, molto spesso non ho voglia nel privato di farmi comprendere, a volte mi sembra ingiusto dover essere io a fare uno sforzo».
È realizzata professionalmente, ma a tutti manca sempre qualcosa: a lei?
«È così, mi manca sempre qualcosa; è una sensazione che mi accompagna di continuo, sono contenta dei traguardi ma quando arrivano è diverso da come me li aspettavo».
E dal punto di vista personale cosa le manca?
«Faccio fatica ad impormi. Ho sempre paura di ferire i sentimenti degli altri e poi succede che nel momento in cui non ce la faccio più è molto peggio. Vorrei essere più dritta in situazioni scomode, che poi sono io a far diventare ancora più scomode».
Sfoga le delusioni in acquisti compulsivi...
«Sì, ma siccome conosco questo mio tallone d’Achille faccio acquisti poveri, non sette borse da mille euro l’una, ma cose banali, vestiti da poco, la macchina per il caffè su Amazon... Anche fare la spesa mi fa sentire meglio, uscire e andare al supermercato mi piace tantissimo».
Il giorno da rivivere?
«Quando sono entrata ad Amici (la sua seconda occasione arrivò nel 2011), perché mi ricordo nitidamente che quello è stato un momento emblematico della mia vita. Ho vissuto una felicità incredibile e mi piacerebbe riviverla anche per ricordarmi quanto poco avevo prima».
Vinse Virginio, il televoto non capì molto a vederla con gli occhi di oggi...
«Il televoto va rispettato sempre. Guardandomi indietro penso che se avessi parlato un po’ di più magari le cose sarebbero andate diversamente».
È vegetariana ortodossa?
«Non ortodossa, mangio il pesce, ma ho via via eliminato la carne. I miei nonni avevano gli animali, eravamo circondati da conigli, e questo aspetto mi ha sempre tormentato fin da bambina. Poi a un certo punto ho capito e da lì è stata una tragedia totale, così pian piano ho eliminato la carne. Non ce la faccio, per me quella cosa lì non è da mangiare. Vedo tanto spreco e poco rispetto, gli allevamenti intensivi sono orribili. Ma vivo e lascio vivere, penso che il problema – come in tutte le cose – sia l’eccesso».
Una ferita?
«Una volta mi sono seduta in un posto, di fianco a un cantante – non dico nemmeno se uomo o donna – e questa persona si è spostata subito per andare da un altro con cui immagino fosse più piacevole chiacchierare. Quel gesto mi ha ferito. Non mi piace essere sottovalutata».
Nella sua gavetta ci sono anche i matrimoni.
«Fieramente ho cantato a matrimoni, a sagre, in localini piccolissimi con 4 gatti, in birrerie marce. Ho fatto tutto. Tutto serve e fa curriculum».