Corriere della Sera, 8 aprile 2023
Il futuro delle aziende e il ruolo dei cinque figli ma anche di Fascina
Quanto è difficile la malattia di un leader. Quanta esposizione crudele e ineluttabile, quando in gioco non c’è solo la sofferenza personale e quella dei propri cari, ma anche la sorte di un impero economico, quella di un partito e di un governo, alleanze e relazioni internazionali, con la ragione di Stato che rivendica la sua parte. Silvio Berlusconi, quando fu operato al cuore e subì una terrificante convalescenza, confessò a pochi intimi di aver pensato alla morte, come fine del supplizio. Reazione umana che non gli impedisce ora di combattere, con tutte le sue forze e con buone speranze, la nuova battaglia. Né si stupisce del volare alto dello stormo degli avvoltoi garbati, che assistono mesti, chi trovando il modo di dire che gli era stata promessa una spilla di Trifari, chi un dipinto di de Chirico, chi qualche centinaio di migliaia di voti.
È in questo quadro, dalle tinte variabili, che l’anziano leader scopre, o ha la conferma, di avere una famiglia. Per interesse, in qualche modo non c’è dubbio, visto che parliamo del terzo uomo più ricco d’Italia, stando a Forbes, con più o meno sette miliardi di euro, e del trecentosettantottesimo Paperone del mondo. Senza trascurare che i soldi non solo si contano, ma si pesano, e il potere politico di relazione che li accompagna è incommensurabile. Ma il cordone di protezione familiare che intorno a lui si è stretto parla anche di altro, e cioè di un futuro comune, fatto di prospettive e di affetti profondi, e della speranza, non abituale nelle grandi famiglie, che il Fondatore abbia ancora anni da condividere con loro.
E però. È certamente una situazione complessa quella che si è aperta. Non ci sono notizie certe che esista uno scritto o un qualcosa che prefiguri gli assetti futuri del gruppo. Del resto, è proprio del Cavaliere far strage di Delfini in politica e non prevedere, anche nel privato, un Dopo, almeno non pubblicamente. Tanti anni fa, a una vigilia elettorale, partecipò a un forum al Corriere. All’ingresso, in strada, subì una quasi aggressione, e poi affrontò domande anche brutali. Nulla turbò il suo buon umore, se non quando gli fu chiesto, era argomento di cronaca di quei giorni, se lui avrebbe donato i suoi organi. Si adombrò, cupo, e Paolo Bonaiuti sussurrò, inquieto: «Ma vi pare il modo?».
La classifica
Con sette miliardi di euro Berlusconi secondo «Forbes» è il terzo più ricco d’Italia
I cinque futuri eredi sono frutto di due matrimoni, finiti con un divorzio. Marina e Pier Silvio sono figli di Carla Elvira Lucia Dall’Oglio, Barbara, Eleonora e Luigi di Veronica Lario. I primi due, 56 e 53 anni, sono nati quando il padre costruiva il suo percorso, gli altri tre, nell’ordine, hanno 38, 36 e 34 anni. L’età non registra solo una differenza anagrafica, ma anche una partecipazione qualitativamente diversa alla crescita imprenditoriale della famiglia, pur invece paritaria sul fronte degli affetti. Marina è presidente di Fininvest, con il controllo del 7,65% delle azioni, guida Mondadori e siede nei consigli di amministrazione di Mediaset e Mediobanca. Pier Silvio è amministratore delegato e vicepresidente esecutivo del gruppo Mediaset e come la sorella possiede il 7,65% delle azioni Fininvest. Barbara siede nel consiglio di amministrazione di Fininvest ed è amministratrice delegata di Holding italiana quattordicesima (H14), che controlla il 21,42 % di Fininvest. Il capitale di H14 è diviso in parti uguali tra Barbara, Eleonora e Luigi. Eleonora è quella con il ruolo più defilato, non siede in alcun consiglio di amministrazione. Luigi, il più piccolo, fa parte del consiglio di amministrazione di Fininvest e di banca Mediolanum, è amministratore unico della holding B cinque e presidente del consiglio di amministrazione di H14.
Marta Fascina, come è noto, non è sposata, ma il suo ruolo di moglie, come l’ha definita Berlusconi nell’intervista a Paola Di Caro sul Corriere, potrebbe renderla partecipe del destino politico ma anche aziendale. Persone diverse, madri diverse, situazioni diverse. Ce ne sarebbe abbastanza, gli esempi sono innumerevoli, per una guerra dei Roses moltiplicata per diecimila. Ma non è questa la strada che ha scelto la famiglia, che sta invece affrontando unita la tempesta.
C’è poi il fronte strettamente politico, dove il ruolo di Silvio Berlusconi appare insostituibile, più che su altre barricate. Anche lì l’intervento della famiglia è stato fondamentale, accompagnando il leader nella scelta di raddrizzare la barra, nel frenare le ambizioni di chi pretendeva di pilotarlo, di controllarne l’agenda, di selezionare addirittura con chi dovesse parlare. Insieme al Cavaliere e con l’aiuto di Marta Fascina, i figli hanno restituito il timone ad Antonio Tajani e ai consigli di Gianni Letta, che per un po’ era stato costretto ad assistere da lontano all’azione di dilettanti allo sbaraglio che portavano Forza Italia a sbattere. Naturalmente ci si interroga su che cosa sarà del movimento fondato dal Cavaliere e che ha saputo federare il centrodestra, oggi al governo con Giorgia Meloni. Le donne hanno sempre avuto un ruolo fondamentale nella famiglia di Berlusconi, a cominciare dalla madre, e dalla sorella. Difficile sfuggire alla suggestione che un domani possa essere Marina a portare avanti il testimone, l’unica tra i suoi figli ad avere talento per la politica. Ma, oltre ai suoi personali dinieghi, fa al momento fede il pensiero del padre, che a torto o a ragione ritiene di aver pagato un prezzo molto alto per il suo impegno e non vorrebbe per lei la stessa sorte.