il Fatto Quotidiano, 7 aprile 2023
Tutti i guai giudiziari di Alfredo Romeo
La notizia è appena di due giorni fa: Matteo Renzi direttore editoriale del Riformista. Il proprietario del quotidiano è Alfredo Romeo, un uomo dal lungo curriculum professionale e anche giudiziario. Che cominciò molti anni addietro nella prima Tangentopoli degli anni 90, quando Romeo a Napoli fu condannato per mazzette miliardarie al deputato Dc Vito e altri, intorno alla gestione del patrimonio pubblico comunale. Condanna a 2 anni e 6 mesi annullata nel 2000 dalla Cassazione per prescrizione, dopo la riqualificazione del reato da corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio a corruzione per atto d’ufficio. Nel 2008 poi l’imprenditore è stato arrestato e rinviato a giudizio per gli appalti del cosiddetto ‘sistema Romeo’ con l’accusa di aver messo a libro paga mezza politica napoletana per farsi cucire addosso le delibere Global service. Ne esce con l’assoluzione totale. Nel marzo 2017 poi Romeo è stato assolto in un processo che lo accusava di abusi edilizi sulla costruzione di due piani di un lussuoso albergo su via Marina. Un’altra indagine per peculato intorno alla gestione del patrimonio immobiliare comunale viene chiusa invece nel 2019 con l’archiviazione.
Ma se pure ha incassato delle assoluzioni, oggi ha anche diversi processi in corso. Nel 2017, infatti, Romeo è stato arrestato nell’ambito di un’inchiesta romana e condannato in primo grado nel 2022 a due anni e mezzo per la corruzione di un funzionario Consip che ha patteggiato. In un altro processo, nato dalla medesima indagine, è ancora imputato per traffico di influenze illecite sulla gara Consip FM4 con il padre del suo neo-direttore, Tiziano Renzi (per il quale la procura in un primo momento aveva chiesto l’archiviazione). In un altro filone Consip, Romeo è stato assolto per turbativa sempre per la gara Consip. Processi in corso per l’imprenditore anche a Napoli, dove Romeo è alla sbarra in due processi nati da indagini sulle commesse dell’ospedale Cardarelli: uno per corruzione insieme a un suo stretto collaboratore, Ivan Russo; e un altro per associazione a delinquere finalizzata a reati di Pubblica amministrazione, con alcuni tra i suoi più stretti collaboratori, tra cui l’ex parlamentare Italo Bocchino e alcuni dirigenti della Romeo Gestioni Spa. A Napoli, Romeo poi è stato prosciolto da due ipotesi di evasione fiscale e da una ipotesi di corruzione per lavori di riqualificazione urbana nelle aree prossime al suo hotel.