il Giornale, 7 aprile 2023
Fabrizio Corona si candida
Fabrizio Corona (nella foto), dopo l’affidamento ai Servizi sociali (quello annullato dal Tribunale di Sorveglianza di Milano nel 2019), può diventare assessore. A cosa? Proprio ai Servizi sociali. Fotografo e agente fotografico dei vip, protagonista di rocambolesche disavventure tra il gossip e il giudiziario, finito pure in carcere, Corona scende in campo a Catania con la lista Movimento popolare catanese. L’annuncio è stato dato dal candidato civico Giuseppe Lipera. «Fabrizio Corona ha accettato di candidarsi a consigliere comunale nella nostra lista Movimento popolare catanese». E sempre Lipera pare intenzionato, in caso di vittoria, ad affidare a Corona quelle deleghe. Siamo nell’epoca del populismo liquido grillino: stupirsi è inutile. Il personaggio televisivo ha presentato ieri la sua candidatura dinanzi a parecchi giornalisti, in Via Gabriele D’Annunzio. «Il turismo non è sviluppato. Occorre fare qualcosa per la pulizia della città. Catania e Palermo sono città che potrebbero essere sfruttate molto meglio di quanto lo siano ora. Basta guardare cosa è accaduto al calcio. Avevamo una squadra di serie A», ha osservato. Poi Corona ha ricordato le sue ambizioni: «Ho sempre detto che sarei diventato prima dei 58 anni presidente del Consiglio. Ora è un po’ presto: ne ho 49. Lipera studia, lavora e mangia politica più di qualche politicante che è lì solo per lo stipendio e la poltrona». C’è stato spazio anche per una disamina politologica: «Sono assolutamente d’accordo con l’avvocato Lipera quando dice che esistono destra, sinistra e centro. Non esistono i partiti. Abbiano visto come un partito, il M5S, sia riuscito ad ottenere ciò che ha ottenuto. Abbiamo visto come tantissimi incapaci ed inetti si sono trovati in posizioni importantissime dal punto di vista governativo», ha detto Corona. Lo abbiamo visto, in effetti. E speriamo che il Paese se ne sia pentito. Corona ha citato un caso emblematico: «Non risparmio nessuno. Parliamo ad esempio dell’ex deputato Di Maio, che è stato ministro degli Esteri, una persona che forse non aveva mai lavorato in vita sua. Oggi esistono le idee e soprattutto chi ci mette il cuore e chi fa le cose per il giusto». Percorsi diversi ma profili forse assimilabili: sono comunque i tempi in cui spesso l’improvvisazione prova a farsi politica.