10 marzo 2023
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Biografia di Marc Tarabella
Marc Tarabella, nato a Ougrée (Liegi, Vallonia, Belgio) l’11 marzo 1963 (60 anni). Politico (Articolo Uno, dal 2021; già Partito socialista belga). Sindaco di Anthisnes (dal 1° gennaio 1995). Europarlamentare (Partito del socialismo europeo) (dal 16 luglio 2009; già dal 2004 al 2007). Già ministro vallone dell’Istruzione (2007-2009) e ministro francofono della Gioventù e della Formazione per la promozione sociale (2007-2009). «Se li incontrasse, cosa direbbe ai due deputati sotto inchiesta? Cosa direbbe a Cozzolino e Tarabella? “Non mi aspettavo questa domanda. Ma credo che direi: ‘Avete portato la tristezza dentro il Parlamento europeo’”» (da un’intervista di Claudio Tito al presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola) • Per parte paterna, figlio e nipote di emigrati da Azzano (Seravezza, Lucca). «La Repubblica Italiana era nata da poche settimane quando, il 20 giugno del 1946, strinse un accordo con il governo belga per fornire manodopera per le miniere in cambio di carbone a prezzo di mercato. Bisognava ricostruire il Paese dopo la guerra e avevamo bisogno di materie prime: l’intesa prevedeva l’invio di 50 mila uomini, ma alla fine furono molti di più. Si stima che fra il 1946 e il 1957 in Belgio arrivarono 140 mila lavoratori italiani appartenenti alle fasce più povere della popolazione, per svolgere quei lavori in miniera e nelle cave che i belgi non volevano più fare. La Comunità economica del carbone e dell’acciaio (Ceca), nucleo di quella che sarà la Cee, nascerà solo nel 1951. “All’inizio non fu facile: c’era diffidenza nei confronti degli italiani, in guerra fino all’anno prima dalla parte dei tedeschi”, racconta Marc Tarabella, eurodeputato: “Sono belga di seconda generazione”» (Francesca Basso). «Il padre, […] Bruno (morto nel 2021 all’età di 87 anni in Belgio), lasciò Azzano nel 1955, all’età di 21 anni, per raggiungere il padre in Belgio. Otto anni dopo nacque Marc» (Tiziano Baldi Galleni). «Il padre di Tarabella, ci racconta, […] “era cavatore, lavorava nelle cave di marmo bianco, e qui in Belgio ha lavorato nelle cave di pietra nell’Hainaut (il sud del Belgio, ndr) ma anche nella provincia di Liegi. Un lavoro molto difficile soprattutto per l’effetto che la polvere di pietra poteva avere sui polmoni. Mio nonno è morto senza essere riuscito a godersi l’inizio della pensione. È morto a 65 anni e tre settimane per un cancro polmonare. Io avevo tre anni, ho un ricordo molto vago di lui. Forse era un lavoro leggermente migliore della miniera perché lavoravano all’aperto, ma era comunque un lavoro molto duro. Era gente che ha dato molto, che ha lavorato molto”» (Maria Laura Franciosi). «Fin dalla mia nascita vivo ad Anthisnes, un paese rurale di 4.000 abitanti, dove i miei genitori avevano una piccola fattoria». «“C’era paura verso gli stranieri. C’è voluto tempo perché ci integrassimo”. […] Il razzismo nei confronti degli italiani era all’ordine del giorno. “Ci chiamavano ‘macaroni’”, prosegue Tarabella. “Io sono interista da quando avevo 9 anni. Nel 1972 l’Inter venne a giocare i quarti di finale contro lo Standard di Liegi. Mi prendevano in giro, ma ricordo che soddisfazione quando abbiamo vinto”» (Basso). «All’inizio degli anni Ottanta, Marc Tarabella e sua sorella Manuela appartenevano alla prima generazione che proseguì gli studi. Dopo aver ottenuto un diploma da insegnante in un istituto magistrale, conseguì la laurea in Sociologia presso l’Università di Liegi. Interessato alla politica sin dalla più giovane età, Tarabella alimentò questa passione durante i suoi anni da studente nella sezione locale del movimento studentesco socialista. Che gli aprì le porte. Nel 1985 incontrò il leader del Partito socialista Guy Coëme. Conclusi gli studi, fu assunto dal suo gabinetto quando Coëme divenne brevemente primo ministro vallone (1988). Successivamente, Tarabella collaborò anche col leader del Partito socialista Bernard Anselme. Presto si rese conto che la vita di un capo di gabinetto era troppo incerta per un novello marito e padre. Alla fine del 1989, il giovane esponente del Partito socialista – appena diventato consigliere comunale nella sua città adottiva di Anthisnes – sostenne un esame presso l’allora banca governativa Aslk (Cger in francese, nel frattempo mutata in Bnp-Paribas-Fortis, ndr). Risultò primo su 3.500 candidati e divenne impiegato d’agenzia nella filiale del Centro di Liegi. Lavoro che svolgerà per quattordici anni. Tarabella divenne anche rappresentante sindacale. I clienti Aslk di allora […] ricordano ancora l’impiegato di banca sempre cordiale e gioviale. […] Il lavoro in banca può essere perfettamente combinato con il mandato di consigliere comunale. Ed è l’ideale quando quattro anni dopo (1994) si presenta una nuova campagna locale. Il candidato Tarabella si prende una vacanza di 40 giorni – è facile in banca – e batte personalmente tutte le case di Anthisnes una per una. “Volevo incontrare di nuovo tutti prima delle elezioni”, dice dopo le urne. Con 580 voti di preferenza Tarabella diventa sindaco a 31 anni, allora il più giovane della Vallonia. Lavorerà a capo di una squadra molto giovane, 33 anni in media. Il nuovo sindaco di Anthisnes è comprensivo e gioviale. Il tipo di politico che saluta tutti – ormai conosce tutti gli abitanti del suo comune – e spontaneamente bacia le signore sulla guancia. Passa a ogni festa o raduno. Ogni pensionato che compie gli anni riceve una visita. […] Ha conquistato la fascia di sindaco ancora e ancora nel 2000, 2006, 2012 e 2018. La sua maggioranza […] di solito ottiene 2 voti su 3, ed egli stesso ha punteggi mostruosi» (Erwin Verhoeven). «Nel 2003, dopo la nomina di Philippe Courard a ministro della Regione vallona, gli sono succeduto come presidente della Fondazione rurale della Vallonia, fino a luglio 2007, quando sono diventato ministro dell’Istruzione nella Regione vallona e ministro della Gioventù e della Formazione per la promozione sociale nella Comunità francese». Nel 2004, in seguito alla rinuncia del capolista del Partito socialista Michel Daerden, Tarabella fece il proprio ingresso al Parlamento europeo, che avrebbe continuato a frequentare anche nelle tre legislature successive. «Solo una volta effettivamente eletto (nel 2014). Nel 2009 è vice di Jean-Claude Marcourt, nel 2019 scalda la poltrona di Paul Magnette. […] In Europa, Tarabella si occupa dei problemi dell’agricoltura […] e della parità di diritti tra uomini e donne. Usa il suo mandato anche per “allargare” gli orizzonti dei suoi concittadini. Su suo invito, gli eurodeputati vengono a giocare a calcio sul terreno del suo amato Royal Sporting Club Anthisnois. Il Partito socialista locale porta chiunque in gita di un giorno a Strasburgo in autobus per un tour che si conclude con “le député” e il consumo di uno o più boccali di birra in un caffè alsaziano» (Verhoeven). «In Italia, il video di un suo intervento del 2014 dai banchi di Strasburgo contro Matteo Salvini è diventato virale a più riprese sui social: Tarabella, allora, si era rivolto al leader della Lega dandogli, in italiano, del “fannullone” per le sue ripetute assenze in aula e in commissione parlamentare nonostante fosse relatore per il suo gruppo della riforma sugli appalti pubblici, dossier di cui il belga era titolare» (Gabriele Rosana). Nel dicembre 2022 Tarabella fu immediatamente coinvolto da Antonio Panzeri, ex europarlamentare a lui molto vicino nonché compagno di partito (nel 2021 il belga s’era infatti anch’egli iscritto ad Articolo Uno), nello scandalo che stava travolgendo le istituzioni europee. «“I Mondiali al Qatar sono un insulto all’etica”. “Bisogna ritirare l’assegnazione”. E ancora, con una punta di sarcasmo: “Platini, i parenti di 1.200 operai morti nei cantieri per la costruzione degli stadi si scusano per aver rovinato i Mondiali”. Poi, a un certo punto, tutto è cambiato. E allora il boicottaggio è diventato “un gesto ipocrita” e “chi abbandona i maxi-schermi è un idiota perché la Coppa del mondo è una festa che bisogna vivere insieme”. Del resto, in Qatar i lavoratori “hanno un salario minimo, che viene versato sul loro conto corrente” e all’interno delle aziende c’è persino “una concertazione sindacale”. Per questo “gli altri Paesi del Golfo dovrebbero seguire il modello-Qatar”. Le prime dichiarazioni sono di Marc Tarabella. […] Le ultime pure. E questa giravolta è tra i motivi che […] hanno spinto gli investigatori belgi a perquisire la casa del politico socialista folgorato sulla via di Doha. […] La sua campagna per annullare l’assegnazione dei campionati di calcio al Qatar è durata un paio d’anni, dal 2014 fino al gennaio del 2016. Interventi in Parlamento, dichiarazioni sui media, manifestazioni. Poi un lungo silenzio, interrotto a partire dallo scorso anno [il 2021 – ndr], quando la linea dell’esponente socialista ha preso tutt’altra piega. Tarabella ha continuato a occuparsi di Qatar, ma con toni e dichiarazioni molto più istituzionali» (Marco Bresolin). «Dal luglio 2019, Tarabella è vicepresidente della delegazione per i rapporti con la penisola arabica (che si occupa delle relazioni dell’Eurocamera con il Qatar, oltre che con gli altri Stati del Golfo), e siede nelle commissioni Agricoltura e Mercato interno. Non, però, in quella Libertà civili e Affari interni, dove – secondo i tabulati delle votazioni – era tuttavia presente il 1° dicembre scorso, al pari della vicepresidente dell’Eurocamera e collega socialista Eva Kaili, per esprimersi a favore della proposta di regolamento per la liberalizzazione dei visti con il Qatar. […] Interpellato in tv alla vigilia dell’inizio dei Mondiali di calcio maschile nel Paese del Golfo, Marc Tarabella diceva che “di fronte a costi esorbitanti dell’energia, il Qatar è un partner obbligato: serve sviluppare con Doha una relazione di fiducia in vari ambiti, dall’economia alla ricerca fino allo scambio degli studenti”. Posizioni ribadite anche in occasione di altre ospitate televisive. […] E, infine, ribadite pure al Parlamento europeo, in occasione di un dibattito organizzato dalla sotto-commissione Diritti umani con il ministro del Lavoro di Doha Ali Bin Sanikh Al Marri, in controtendenza rispetto agli interventi di altri eurodeputati, molti dei quali avevano citato invece i report indipendenti sulle morti di oltre 6.500 lavoratori coinvolti nella costruzione degli stadi: “Non ho sentito molti dei miei colleghi esprimersi quando i Mondiali sono stati assegnati alla Russia o le Olimpiadi invernali a Soči o a Pechino – la replica di Tarabella –. Ho l’impressione che molti si concentrino su una situazione di dieci anni fa, come se non ci fossero stati nel frattempo sviluppi in Qatar”. Progressi “sul fronte dei diritti dei lavoratori” (come l’abolizione della kafala, il sistema che restringe la mobilità dei migranti impiegati nell’edilizia), citati ancora […] durante un dibattito in plenaria, in cui tanto il discorso di Tarabella quanto quello di Kaili fecero segnare un’apertura di credito verso il Qatar: “L’organizzazione della Coppa del mondo è stata probabilmente la molla che ha accelerato le riforme. È importante che, quando le luci della competizione si saranno spente, questa evoluzione positiva continui e possa, anzi, diffondersi a tutti i Paesi della regione”» (Rosana). Il 10 febbraio 2023, pochi giorni dopo la revoca dell’immunità parlamemtare europea (da lui stesso più volte sollecitata), Tarabella è stato arrestato. «“Finalmente siete qui: vi aspetto da due mesi, ora potrò essere ascoltato”. Sono le sei di mattina quando la polizia federale belga bussa a casa di Marc Tarabella, l’eurodeputato socialista di Bruxelles che fino dal principio del Qatargate era stato uno dei centri di questa storia. Sono a casa sua perché devono accompagnarlo in galera. Se Eva Kaili, la vicepresidente del Parlamento europeo, non si fosse fatta trovare con un trolley pieno di euro, Tarabella sarebbe stato il primo deputato a finire in manette. Perché nell’impostazione del giudice istruttore Michel Claise era lui […] la mano operativa del gruppo Panzeri all’interno del palazzo di Bruxelles. Secondo l’accusa, infatti, Tarabella – deputato di grande esperienza – era in grado di muovere le fila degli interessi dei Paesi stranieri che sovvenzionavano la “cricca”: dunque il Marocco, il Qatar, ma anche la Mauritania. A carico di Tarabella ci sono decine di intercettazioni telefoniche, ma soprattutto le accuse di Panzeri nel suo “nuovo” ruolo di collaboratore di giustizia: ha raccontato a verbale, infatti, di aver veicolato a Tarabella tra i 120 e i 140 mila euro perché addolcisse le proprie posizioni sul Qatar. Tarabella ha sempre respinto tutte le accuse» (Giuliano Foschini). Pochi gioni dopo, «l’accusa di essersi “precostituito” un’opinione sulla colpevolezza di Marc Tarabella piomba sul giudice istruttore belga Michel Claise. […] Il difensore dell’eurodeputato socialista, l’avvocato Maxim Töller, ha presentato un’istanza di ricusazione del magistrato, bloccando il nuovo giro di udienze cautelari previste al Palais de Justice di Bruxelles. Il procedimento, dunque, subisce un momentaneo stop, nell’attesa che sull’istanza dei legali di Tarabella si pronunci la Corte d’appello. […] Va detto che l’inchiesta del giudice Claise è basata sostanzialmente sulle accuse che negli ultimi mesi arrivano dai due principali indagati: il lobbista Pier Antonio Panzeri e il suo braccio destro Francesco Giorgi, già collaboratore dell’eurodeputato Andrea Cozzolino e marito dell’ex vicepresidente dell’Eurocamera Eva Kaili, entrambi in arresto. […] Nell’istanza di ricusazione, dunque, si afferma che il giudice Claise “fa chiaramente sentire la sua opinione sulla colpevolezza di Tarabella”, aggiungendo che “sembra chiaramente dare per scontati i fatti contestati”. L’avvocato Töller ha concluso che “in questa inchiesta abbiamo l’impressione che la detenzione preventiva sia usata per fare pressione” sugli indagati e “per ottenere qualcosa” da coloro che “ricorrono allo status di pentito”, come Panzeri» (Ivan Cimmarusti). A inizio marzo la sua detenzione è stata prorogata di un altro mese • Una figlia, Sophie (1991), dalla prima moglie e un figlio, Valentin (2005), dalla seconda e attuale consorte • «Non ha mai interrotto gli stretti legami con il nostro Paese, di cui parla fluentemente la lingua. […] Tifosissimo nerazzurro, tra Strasburgo e Bruxelles non è difficile vederlo con maglia o sciarpa dell’Inter, o assistere a un match di Champions League in compagnia di un gruppetto di colleghi durante una delle pause della plenaria. Europarlamentare al quarto mandato, Tarabella […] nel tempo è diventato figura di riferimento dell’Inter-gruppo Sport» (Rosana) • «Nel 2016 aveva anche ricevuto la cittadinanza onoraria di Seravezza. […] L’ultima volta che Marc Tarabella fece visita a Seravezza era il luglio 2018: era tornato in visita ad Azzano, sulle colline della Versilia, e aveva partecipato a un paio di eventi culturali, a Palazzo Mediceo e alla chiesa di Michelangelo a La Cappella» (Baldi Galleni) • «Un bon vivant: 135 chili secchi. […] Un uomo che ama il vino rosso italiano e un buon ristorante italiano, ma anche “une chope” (bicchiere di birra da mezzo litro, ndr) al Café de La Coupole (ora chiuso) o al Café Friterie du Centre» (Verhoeven) • Da un’intervista di Francesca Basso e Giuseppe Guastella a Maxim Töller, il legale di Tarabella: «Panzeri accusa Tarabella di avere preso 120-140 mila euro per sostenere il Qatar. “È assolutamente falso. Panzeri lo dice per negoziare una pena minore. È riuscito a ottenere 4 mesi di braccialetto elettronico da scontare nella sua casa di Bruxelles più seimila euro di multa: il capo dell’organizzazione criminale ha ottenuto la più bassa pena inflitta in questi casi”. Anche Giorgi ha coinvolto Tarabella. “Ha detto che sospettava di Tarabella ma ha anche detto di non avere mai visto nulla di persona e di non avere assistito a un pagamento a Tarabella da parte di Panzeri”. Com’erano i rapporti con Panzeri prima del Qatargate? “Panzeri era molto rispettato al Parlamento, aveva una bella carriera agli occhi di Tarabella, che lo apprezzava per il suo carisma politico e credeva davvero in lui”. Tarabella come spiega il suo cambiamento di atteggiamento verso il Qatar? “Dal 2014 al 2016 ha cercato di fare in modo che la Coppa del mondo non fosse ospitata in Qatar, senza riuscirci. Poi è diventato vicepresidente della delegazione Darp, che si occupa della Penisola araba, e in quella veste ha cominciato ad avere una posizione più soft per ragioni di Realpolitik. Va in Qatar nel febbraio 2020 per una conferenza e chiede di visitare uno stadio e verificare le condizioni di vita dei lavoratori. Si informa, fa foto ma non le pubblica. Poi è l’Ilo dell’Onu a fare un rapporto più favorevole che sottolinea gli sforzi del Qatar. Anche la ong Human Rights Watch fa un report che va nella stessa direzione, mentre Panzeri lo informa delle cose positive avvenute in Qatar, ma Tarabella non sapeva che il Qatar pagasse Panzeri per dire questo e convincere tutti. Questi elementi hanno fatto sì che Tarabella, dopo sei anni, stimasse che si dovesse riconoscere che c’è stato uno sforzo da parte del Qatar, l’unico Paese dell’area ad avere eliminato la kafala, ma che non è ancora sufficiente. Non ha mai detto: ‘Viva il Qatar’”. Tarabella è andato in Qatar per i Mondiali? Ha ricevuto regali da Qatar e Marocco? “No, non è andato, anche se è appassionato di calcio. Non ha mai ricevuto regali”».