30 marzo 2023
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Biografia di Richard Chamberlain
Richard Chamberlain, nato a Beverly Hills (California), il 31 marzo 1934 (89 anni). Attore. Noto per il ruolo di protagonista nelle serie televisive Il dottor Kildare (1961-1966) e Uccelli di rovo (1983).
Vita Secondo figlio di Elsa Winnifred, casalinga, e Charles Axiom Chamberlain, commerciante • «Sono cresciuto nella parte estremamente normale di Beverly Hills. Vivevamo in cinque in tre camere da letto, un bagno, un telefono, un’auto» (al New York Post) • Si è diplomato alla Beverly Hills High School e si è laureato in arte al Pomona College. Arruolato nell’esercito, è stato di stanza in Corea per 16 mesi come sergente di fanteria • «Sognava di diventare un attore, ma era così timido e riservato che si è laureato in arte. Fino a quando la sua esibizione al college in Arms and the Man ha fatto crollare tutte le sue convinzioni. “Ho pensato, posso farcela!”, ricorda. “E ho buttato l’arte dalla finestra”» (a Barbara Hoffmann) • «Il Dottor Kildare, invenzione letteraria tradotta in tv dal volto di Richard Chamberlain, entrato nel lessico familiare anche di chi non l’ha mai visto» (Renato Franco) • «È successo tutto abbastanza velocemente. Ho iniziato a ricevere lettere dai fan a un ritmo enorme. Qualcosa come 12.000 lettere a settimana. Nenche Clark Gable ne riceveva tante. Lì ho capito che stava accadendo qualcosa di travolgente» (a Variety) • «La figura dell’affascinante medico, amato dalle infermiere dai pazienti, ebbe un clamoroso ritorno di fiamma negli anni Sessanta, con una serie di telefilm (molto amati anche in Italia) prodotti dalla Nbc che arrivarono perfino a superare i precedenti lungometraggi. Questa volta il protagonista era impersonato dal bel Richard Chamberlain; la cui dedizione era evidente fino dalla sigla, dove appariva in atto di correre al soccorso dei malati sulle note di uno score divenuto celebre. Il suo mentore Gillespie, invece, era affidato al burbero Raymond Massey. Grazie ai rispettivi personaggi, i due attori salirono al primo posto tra i più pagati dell’epoca. Dal 1961 al ’66, il telefilm contò cinque stagioni, per la bellezza di centonovanta episodi (spesso trasmessi in prima serata), alcuni dei quali a colori. Ed è Il dottor Kildare, senza dubbio, il prototipo del “medical drama” oggi di gran voga in tutto il mondo. Vale la pena di citare un episodio curioso: quando il presidente Obama condusse la sua campagna per la statalizzazione della sanità, usò come evocativo commento musicale le note della sigla del telefilm» (Roberto Nepoti) • «Successivamente, i suoi lineamenti raffinati gli consentono una certa fortuna nei teatri inglesi e in molti film in costume: è Aramis in I tre moschettieri (1973), Edmond Dantès in Il conte di Montecristo (1975) e Luigi XIV/Filippo nel televisivo L’uomo dalla maschera di ferro (1977). Ma non dimentichiamo Shogun, miniserie del 1980 in cui appare a fianco di Toshiro Mifune. Il successo definitivo arriva nel 1983, quando Uccelli di rovo incolla allo schermo milioni di spettatori, registrando un successo eccezionale anche in Italia. Poi, il declino: oltre al dittico avventuroso Allan Quatermain e le miniere di Re Salomone e Gli avventurieri della città perduta, pochi ricordano i successivi ruoli di Chamberlain» (Valeria Morini) • Nel 1996 è tornato a interpretare Padre Ralph nella miniserie Uccelli di rovo 2 - Gli anni mancanti. «Del resto un seguito era inevitabile: quando la prima serie andò in onda negli Usa nell’83 ottenne il più grande successo come miniserie dopo Radici. Le scene d’amore fra il prete (Chamberlain) e una donna sposata (Rachel Ward) crearono controversie a non finire. “C’erano alcuni elementi della prima serie che erano un po’ sensazionalistici”, ammette l’attore. Ma aggiunge: “Il loro, tuttavia, era un vero rapporto spirituale, non era pura lussuria. Ed è la stessa cosa in questo seguito”» (Silvia Bizio) • Dagli anni Novanta in poi ha recitato prevalentemente in film per la televisione e come guest star in serie tv, da Will & Grace a Nip/Tuck. Da ultimo visto in Twin Peaks di David Lynch (2017) e nel film Nightmare Cinema (2018) • Da oltre quarant’anni è legato al produttore e agente Martin Rabbett • Ha fatto coming out nel 2003, nella sua autobiografia Shattered Love: «Sono riuscito a dire la verità solo a 68 anni, quando ormai sullo schermo non potevo più essere un eroe romantico. Sono nato nel 1934. Negli anni ’40 e ’50, essere omosessuali in America era molto peggio che essere traditori o assassini. Ho avuto paura. Mi ha fatto cambiare idea il fatto che ormai avevo un’altra età, e meno dubbi su me stesso. Nel momento stesso in cui ho scritto su quelle pagine la parola “omosessuale”, mi è sembrato che un angelo mi posasse un’ala sulla testa, liberandomi da ogni paura. Finalmente mi sentivo leggero» • «I giornalisti hanno fatto un sacco di domande nel corso degli anni, e in un certo senso sospettavano. Mi facevano domande del tipo: “Quando ti sposerai e avrai figli?”. Io rispondevo: “Beh, non ancora. Sono terribilmente occupato”. Ho dovuto stare attento per molto tempo» • «Per anni si è molto malignato sulla presunta omosessualità di Chamberlain, ma lui ha sempre evitato di confermare le illazioni, per non rovinare la sua fama di rubacuori. E non disse nulla nemmeno nel 1997, quando impersonò il ruolo di un gay malato di Aids nel film A River Made to Drown In. Si è detto sicuro che se avesse pubblicamente ammesso la propria omosessualità prima di tale data, non avrebbe mai ottenuto la parte del dottor James Kildare né, tantomeno, quella di Padre Ralph in Uccelli di Rovo. Ovvero, i due ruoli che gli hanno dato la popolarità planetaria e che hanno fatto innamorare di lui le donne di mezzo mondo. Non solo. Parlando al magazine gay The Advocate, ha anche avvertito i colleghi di tenere la loro omosessualità segreta se vogliono continuare a lavorare. “La nostra cultura è ancora profondamente omofoba e anche se questa è una cosa deplorevole, stupida, immorale e senza cuore, purtroppo è così. Già per un attore lavorare è una sorta di miracolo; perciò, sarebbe davvero stupido per un attore che sta lavorando dire “non mi importa che qualcuno sappia che sono gay”, in special modo se è una figura di primo piano. Personalmente, non consiglierei mai ad un attore gay di fare coming out, perché nonostante tutti i fantastici progressi che sono stati fatti, è pericoloso per un attore parlare di una situazione che è ancora estremamente sbagliata per la nostra cultura”» (Simona Marchetti) • «Se fossi stato io Padre Ralph, non avrei avuto il minimo dubbio. Avrei scelto Meggie. Io poi con la Chiesa non vado d’accordo: non mi piace che qualcuno mi dica a che cosa devo credere» (a Vanity Fair) • «È bellissimo, per contratto, dover baciare tante donne. Sono un gran baciatore. La mia partner, Rachel Ward, era incantevole. Anche lei era innamorata di un altro attore di Uccelli di rovo, Bryan Brown, che poi sarebbe diventato suo marito. Quando ci dovevamo baciare, tutta questa atmosfera di amore che ci circondava rendeva l’esperienza bellissima. Io amo le donne, ma non fino al punto di volerle sposare» (dall’autobiografia Shattered Love) • Nel 2014 è tornato a interpretare il ruolo di un prete, a Broadway, nel dramma Sticks and Bones. «Quindici anni dopo il suo ultimo debutto a Broadway (in 1998 The sound of music) e a più di trenta dal fascinoso padre Ralph de Bricassart di Uccelli di Rovo, la miniserie tv del 1983 che lo proiettò nell’Olimpo dei belli di Hollywood, Richard Chamberlain torna a Broadway. In abito talare. A 80 anni suonati (ma con il viso levigato di un giovanotto: merito, dice lui, “di tanta ginnastica facciale e buoni geni: ma niente ritocchi!”), l’ex prete pazzo di Rachel Ward nella serie che sbancò gli ascolti (con picchi di oltre 13 milioni di telespettatori) rimette la tonaca in Sticks and Bones, dramma del 1971 di David Rabe che racconta il ritorno a casa dal Vietnam di un giovanissimo reduce di guerra. Nessuno sa come prenderlo. Nè i genitori (Bill Pullman e Holly Hunter) né padre Donald, il prete di famiglia. Chamberlain, appunto. Che del sul personaggio dice: “È un bigotto. Non lo vorrei come mio sacerdote”. Eppure l’abito da religioso sembra una costante nella carriera della star […] In ogni caso l’orientamento sessuale non ha influito sui ruoli che gli sono stati affidati al cinema, in tv e a teatro. Tra i quali, in almeno cinque occasioni, c’è stato appunto quello del sacerdote. “Sono stato prete a destra e a manca. L’ultimo, padre Ferrin, nell’Esorcista diretto da John Doyle alla Geffen Playhouse di Los Angeles. I sacerdoti, del resto, sono esseri umani come tutti gli altri”» (Laura Zangarini) • Per 33 anni, al 1977, al 2010, è stato legato al produttore e regista Martin Rabbett • Ha vissuto per quarant’anni alle Hawaii. La sua giornata tipo, raccontata nel 20o7: «Cucino, frequento solo persone che non lavorano nel cinema, perché gli attori sono troppo narcisisti: anch’io lo ero. E dipingo. Vendo i miei quadri che valgono fino a 15 mila euro. Ma spesso li regalo: mi piace fare e ricevere regali» • A proposito della separazione da Rabbett: «Non viviamo più insieme e siamo amici molto migliori di quanto non siamo mai stati. Quindi mi occupo di consigliare alle persone sposate, ecc., di prendere un’altra casa» (al New York Times) • Oggi vive a Los Angeles e scrive poesie. Nel 2013 ha pubblicato un libro di haiku: «Non sono certo un grande scrittore, ma viene più facilmente di quanto mi aspettassi» (a Steven McElroy) • La sua idea di felicità: la sua idea di perfetta felicità è «un cheeseburger, patatine fritte e un frullato alla vaniglia» (al New York Post).