Anteprima, 8 febbraio 2023
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Biografia di Pio D’Emilia
Pio D’Emilia (1954-2023). Giornalista. Corrispondente dall’Asia per SkyTg24, Avvenire e Messaggero. Era arrivato in Giappone per la prima volta quando studiava da avvocato, per approfondire procedura penale comparata. Giuseppe De Bellis, direttore di SkyTg24, lo ricorda così: «Pio è morto in uno dei due posti che amava di più: a Tokyo, quella che considerava casa sua, quella che aveva scelto un po’ per fiuto giornalistico e un po’ per provocazione culturale anni fa, quando l’estremo Oriente era una area poco battuta dalla stampa europea, figurarsi da quella italiana. Ci ha lasciati in un modo che non gli era usuale, in silenzio, lui che amava le parole e che le parole usava per vivere con la stessa intensità con cui raccontava le sue storie. Corrispondente dall’Asia per quasi 20 anni, ma anche grande inviato e cronista, curioso e coraggioso. Ogni volta che c’era una crisi internazionale, una area instabile, una protesta di piazza, un terremoto, un’altra catastrofe naturale, anche molto distante da Tokyo, arrivava la telefonata: “Se volete io ci sono, pronto a partire”. Quel grado di sana incoscienza che è anima di un certo modo di fare giornalismo era il tratto più visibile di Pio: non era soltanto professione, era un modo di stare al mondo, coinvolto e coinvolgente, appassionato, totalizzante. Non aveva un carattere facile, non era raro che qualcuno di noi in redazione avesse uno scambio acceso di vedute con lui, perché era un tipo da grandi e piccole battaglie, con quel trasporto verso il lavoro abbiamo tutti imparato a capire che fosse il suo trasporto verso la vita. Era divertente, ironico, scanzonato e permaloso al tempo stesso, ma così vitale da minimizzare i problemi di salute che lo accompagnavano da un po’ e che non gli hanno mai impedito di continuare a fare ciò che amava di più: il giornalista. Non esisteva un Pio diverso dal giornalista: memorabile la sua inchiesta/racconto Mini size me, la svolta di Pio, il documentario con cui mostrò la sua strada verso una vita più sana documentando il rapporto tra l’alimentazione e la salute. L’avventura di cui andava più fiero, però, è Fukushima, a nuclear story, il suo viaggio attraverso il Giappone colpito dal terremoto, dallo tsunami e dalla catastrofe nucleare del reattore di Fukushima […] A quella storia Pio ha dedicato molto lavoro e moltissima dedizione, fino all’ultimo suo approfondimento di qualche settimana fa, Giappone lost in transition, che documentava insieme a Flavio Maspes il Giappone alle prese con la difficile transizione energetica che proprio al disastro di Fukushima è collegata. Aveva vissuto sul campo le proteste dei giovani di Hong Kong e prima di queste la grande conquista cinese dell’Occidente attraverso la “Ferrovia della Seta”, il documentario che lo portò da Pechino a Duisburg, in Germania […]. Progettava altri viaggi, altre storie. Gli acciacchi fisici che lo accompagnavano li trattava sempre come fastidi con cui convivere, incidenti di percorso che un periodo di riposo (e di lavoro) nella sua amata casa in montagna, a Misurina, curava meglio dei medici […]. La sua perdita ci lascia senza parole, con una tristezza profonda, con il magone di non aver potuto dirgli per l’ultima volta una qualsiasi cosa, di non avergli lasciato l’ultima parola di una conversazione, come accadeva sempre. Ci mancherà, ci manca già» [SkyTg24].