Anteprima, 10 febbraio 2023
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Biografia di Burt Bacharach
Burt Bacharach (1928-2023). Pianista, compositore e produttore discografico statunitense. L’uomo che inventò il pop. «Se guardiamo alle grandi coppie d’autori che hanno rivoluzionato il concetto di popular music creando un imprescindibile corpus di standard, il Novecento americano si divide perfettamente a metà: la prima porta i nomi di George e Ira Gershwin, la seconda quelli di Burt Bacharach e Hal David. Questo giusto per rendere l’idea di quale immane perdita sia la morte di Burt Bacharach che a 94 anni, quasi fosse un patriarca biblico, se n’è andato nella sua casa di Los Angeles, lasciando dietro di sé innumerevoli sinfonie di tre minuti e qualcosa che per comodità chiamiamo canzoni pop. La sua vicenda personale è una perfetta chiave di lettura per interpretare mezzo secolo di storia della musica e del costume: dallo studio di classica e jazz alla direzione dell’orchestra di Marlene Dietrich, dall’irripetibile collaborazione con David nel periodo d’oro del Brill Building alla carriera a Hollywood culminata in tre Oscar. Sullo sfondo amicizie nel bel mondo e travolgenti passioni. Per noi, un’eredità di grandi pezzi pop come I say a little prayer, Raindrops keep falling on my head e I’ll never fall in love again, senza le quali il mondo sarebbe decisamente più povero. Di famiglia ebrea tutt’altro che praticante, Bacharach nacque a Kansas City, non un posto qualsiasi per gli appassionati di jazz. Trascorse l’infanzia a New York per seguire il lavoro del padre Bert Bacharach, giornalista piuttosto popolare nell’America della Grande Depressione. Ma Burt per fortuna prendeva da mamma, pianista dilettante che gli insegnò i primi rudimenti dello strumento. E capì subito cosa voleva fare da grande: da qui gli studi di musica classica, sporcati dal jazz quel tanto che bastava. Nei primi anni Cinquanta prestò servizio militare in Germania per due anni, come si usava all’epoca. E fu una fortuna: l’orchestra dell’Us Army era una palestra straordinaria per chi puntava a vivere di musica. Da lì a ritrovarsi in tour mondiale come direttore dell’orchestra di Marlene Dietrich, diva tedesca divenuta icona di Hollywood, il passo fu breve. Ma, più che suonarla, Burt la musica voleva scriverla […]. Vincitore di sei Grammy, vantava un patrimonio stimato sui 160 milioni di dollari, in larga parte accumulato grazie dal diritto d’autore. Lui che la pop music, nel senso moderno del termine, l’ha praticamente inventata, alle nuove generazioni d’autori raccomandava: “Non vergognatevi mai di scrivere una melodia che la gente possa ricordare”» [Prisco, Sole].