Anteprima, 27 febbraio 2023
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Biografia di Maurizio Costanzo
Maurizio Costanzo (1938-2023). Giornalista. Conduttore. «Figlio di Iole e Ugo, impiegato al ministero dei Trasporti. Figlio unico, bambino complicato, martirizzava la madre, stava in ansia, s’annoiava, passava le giornate incollato ai vetri della finestra. Grasso già a nove anni, a suo dire per una cura ricostituente di Nestrovit che gli fece male. Si diplomò ma non andò all’università. Il nonno aveva affittato una camera a Vittorio Veltroni, padre di Walter e allora dirigente Rai, che lo portò a fare un giro per gli studi televisivi appena messi in piedi. «Fin dai nove anni pensavo di fare il giornalista, e mi scrivevo un giornale da solo» • «Cominciai quasi subito a collaborare con Italmondo e La Giustizia. Finito il liceo andai come volontario nel mese di agosto a Paese Sera. Mi mandarono allo sport, vicecapo servizio era Antonio Ghirelli. Ghirelli mi disse: “Tu che sport conosci?”. Dissi: ciclismo. “Va bene, farai l’inviato al Giro del Belgio”. Mi mise in mano le agenzie e disse: “Ecco, scrivi il resoconto della prima tappa”. Firmai “Maurice Constance”» • Luciano Rispoli: «Anni Sessanta, ero capo del settore Riviste e varietà della radio. Lo chiamai e gli proposi un programma, come autore. Nacque così Canzoni e nuvole, lo conduceva Nunzio Filogamo» (a Paolo Bracalini) • «Alla fine degli anni Sessanta avevo già il diritto di darmi un po’ di arie per il testo di Se telefonando cantato da Mina» • «Entrai alla Mondadori. Diventai quasi subito capo dell’ufficio romano di Grazia. Feci gli esami da professionista insieme a Furio Colombo» • Per Rizzoli dirige La Domenica del Corriere (1978), poi fonda L’Occhio: «Guai seri quando promosse una campagna a favore della pena di morte. Il giornale fallì nel 1981» • In tv debutta nel 1976 con un talk-show chiamato Bontà loro. «Io non sapevo nemmeno che cosa fosse un talk-show: avevo inventato un genere che non avevo mai visto, ma che esisteva già in altri Paesi. E lo avevo persino migliorato...» • Seguono Acquario eGrand’Italia • Nominato direttore del primo tg non Rai – Contatto della rizzoliana Pin –, scrive il suo unico articolo per il Corriere, una lunga intervista a Licio Gelli, di cui nessuno, sul momento, coglie il significato nascosto. Ma, poco dopo, il suo nome viene trovato nella lista della Loggia P2, tessera 1819. Costanzo dapprima smentisce poi, a Giampaolo Pansa che lo doveva intervistare per Uomo tv, dice prima della messa in onda: «Butta via tutte le domande che hai preparato. Adesso confesso». Dirà anni dopo Enrico Deaglio: «Non ci sono pentiti nel mondo della politica. Nella P2 ce ne fu uno solo, Maurizio Costanzo» [Wrd 8/2011]. Dopo un breve periodo di tormenti, in cui l’unico a farlo lavorare è Niki Grauso sulla sua Videolina, il 14 settembre 1982, sulla Rete 4 che Berlusconi ha appena comprato da Rusconi, va in onda la prima puntata delMaurizio Costanzo Show • Particolarmente celebri le puntate con la formula uno contro tutti. Tra i protagonisti si ricordano: Carmelo Bene, Aldo Busi, Pietro Taricone • Il 14 maggio 1993 un’autobomba esplode in via Fauro a Roma, a pochi passi dal teatro Parioli, proprio nel momento in cui passava l’auto di Costanzo. Nessun ferito. Il conduttore era stato buon amico di Giovanni Falcone e aveva condotto molti speciali sulla mafia, anche in collegamento con Michele Santoro • Per Mediaset ha condotto Buona Domenica, Tutte le mattine e Buon pomeriggio. È stato direttore di Canale 5 e presidente di Mediatrade • Nel 2006 tenta l’avventura satellitare su Sky con Stella: Dipollina: «Lui costruisce gag, si è fatto mettere una porta con un oblò da cui ogni tanto s’affaccia sostenendo di aver visto volare nello spazio Pippo Baudo» • Il contratto con Cologno Monzese si risolve nel 2009 • Già di passaggio in Rai nel 2009 con Palco e retropalco, nel 2010 si trasferisce definitivamente a Viale Mazzini con Bontà sua • Altri programmi in Rai: nel 2010 commenta i Mondiali con Giampiero Galeazzi a Notti Mondiali (Rai 2) , Il gran varietà (Rai 1), Insonnia (Rai 3). Nel 2011 Maurizio Costanzo Talk (Rai 2), Italia mia e Di che talento sei? (entrambe su Rai 1). Poi Italia in 4D e con S’è fatta notte • Direttore editoriale nel 2012 di Vero TV • Sceneggiatore de Il tesoro di San Pietro, Il giovane normale di Dino Risi, Ritratto di provincia in rosso di Marco Leto e interpretato da Ugo Tognazzi. «Con lui collaborai ancora per Una giornata particolare dove ebbi una seconda grande fortuna: dialogare con Ettore Scola. Citando sempre alla rinfusa, ricordo una lunga collaborazione con Pupi Avati» • Unica esperienza da regista con Melodrammore (1978, con Enrico Montesano e Claudio Villa) • Nel settembre 2007 è nominato direttore artistico del Brancaccio di Roma, carica già tenuta a luglio dello stesso anno per sei giorni, che aveva abbandonato dopo un’aspra polemica col predecessore Gigi Proietti («È chiaro che io non mi metto a lavorare sotto la direzione artistica di Costanzo, me faccio frate, prima!» [Mess] • Nel 2012 su Rai storia conduce S’è fatta notte. Dal 12 aprile 2015 di nuovo in onda con il Maurizio Costanzo Show su Rete 4 poi di nuovo a Domenica In e a S’è fatta notte. Ultimo programma in Radio Facciamo finta che... (R101). Nel 2021 è stato responsabile della comunicazione della Roma, squadra di cui è sempre stato tifoso • Professore di Teoria e tecnica del linguaggio radiotelevisivo a La Sapienza (1995-2009) e di Sociologia della comunicazione alla Cusano (2011-2013). Nel 2009 lo Iulm di Milano gli ha conferito la laurea honoris causa in Scienze della comunicazione • Ha scritto molti libri tra cui la sua autobiografia Chi mi credo d’essere (Mondadori). Da ultimo Smemorabilia (Mondadori) • Ha avuto quattro mogli, se si considerano quelle effettivamente sposate. Cinque, se si conta anche Simona Izzo, con cui ha convissuto. Ricapitolando: Lori Sammartino, Flaminia Morandi (da cui ha avuto i figli Camilla e Saverio), Marta Flavi (l’unica da cui s’è separato malamente), Simona Izzo (che era troppo gelosa) e Maria De Filippi sposata il 28 agosto 1995 (giorno del suo compleanno). Insieme, hanno adottato Gabriele • «Cinema, teatro, televisione, radio, giornali. Ha fatto tutto. Ha cominciato che era un ragazzino. Uno stakanovista? Lui preferisce dipingersi come un bulimico totale. Un consumatore folle di articoli, trasmissioni, cibi, mogli. È stato forse questo darsi senza condizioni al lavoro che lo ha fatto arrivare indenne dov’è ora, sempre sulla cresta dell’onda nonostante scandali (P2), fallimenti (L’Occhio), attentati mafiosi ed equilibrismi apparentemente impossibili (consigliere di D’Alema e dirigente berlusconiano)» (Claudio Sabelli Fioretti) • «Se va bene a me, buona camicia a tutti» (da uno spot tv in onda tra gli anni Ottanta e Novanta).
Le scene dei selfie chiesti a Maria De Filippi in Campidoglio, dov’è stata allestita la camera ardente, hanno indignato molte persone. Oggi alle 15 i funerali nella Chiesa degli Artisti di Roma.