1 febbraio 2023
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Biografia di Maria Beatrice di Savoia
Maria Beatrice di Savoia, nata a Roma il 2 febbraio 1943 (80 anni). Nome completo, Maria Beatrice Elena Margherita Ludovica Caterina Francisca Romana. Per molti Titti.Titoli di testa «Ho sempre odiato il nomignolo Titti, contiene tre T, tre croci che portano sfortuna».Vita Ultima nata di re Umberto II e di Maria José. Ha 3 anni quando la famiglia reale viene costretta all’esilio: «Mamma mi ha detto che, vedendo tanta gente che ci acclamava, le chiesi: “Se ci vogliono tanto bene perché andiamo via?”. Sulla nave mi svegliai con uno strano prurito: c’ erano degli scarafaggi che mi camminavano sulla testa. Mia madre era a letto con mia sorella Maria Gabriella, che aveva la febbre...» [Regolo, Rep] • Vanno a Cascais in Portogallo, dove lei resta con il padre e le sorelle. La madre si trasferisce quasi subito a Merlinge, in Svizzera, con il figlio Vittorio Emanuele. Cresce in casa con un’istitutrice Missy e una governante Lina: «A Cascais, ogni volta che passava una nave di emigranti italiani diretti verso il Sudamerica, papà ci portava a salutarli. E ogni volta, dopo, aveva lo sguardo commosso. Sono stata a lungo a fianco a lui e non gli ho mai sentito fare un commento sui politici italiani» [Regolo, Rep] • «Ben presto rimase l’unica dei quattro figli a vivere con il padre, nella malinconica Villa Italia di Cascais, quel padre al cui cospetto veniva ammessa solo una volta alla settimana» [Laurenzi, cit.] • «Sognava di fare la giornalista fin da bambina, durante la sua malinconica infanzia vissuta a Cascais. Intrappolata nel cliché della principessina triste e senza affetti, perseguitata dai paparazzi, si accomodò non senza disagio nel personaggio della petite di casa Savoia insofferente a ogni regola» [Fumagalli, CdS] • Nel 1962 «l’incontro con Padre Pio, da cui si confessò a San Giovanni Rotondo e che le negò l’assoluzione. Maria Beatrice di Savoia, indignata, andrà a lamentarsene personalmente presso papa Giovanni XXIII» [Laurenzi, Rep] • A vent’anni si trasferisce a Londra • Conduce una vita molto sregolata. A 21 anni beve molto, troppo. Le sue amicizie spingono Umberto a tagliarle i fondi • «In copertina fa stravendere, vistosa, corteggiatissima, insofferente a ogni regola, irrequieta, nomade, scapestrata, trasgressiva: fragile fino a essere considerata psicologicamente instabile» [Laurenzi, cit.] • «Voglio essere una ragazza normale, non ne posso più di sentirmi chiamare principessa! Nella mia vita sono sempre stata completamente sola. E l’affetto che non ho trovato in famiglia ho dovuto cercarmelo per forza da altre parti, con chiunque mi sembrasse in grado di darmelo. Non rimproveratemi per gli errori che ho fatto» [CdS] • Si innamora di Gianni Tosetti, uno studente che intendeva sposarla. Dopo tre anni di convivenza lei mette fine alla storia. Teme i legami troppo stretti [Francesconi, Vanillamagazine] • Nel 1966 a Madrid si lascia sedurre dal torero Victoriano Valencia, anche avvocato e playboy. Lui la lascia dopo sei mesi. Lei, disperata, il 18 marzo 1967 tenta il suicidio: a Madrid, si spara un colpo di pistola al cuore. Lo manca ma si perfora un polmone. La famiglia cerca di far passare l’episodio per un incidente per evitare un dolore al padre e pettegolezzi [ibid.] • Dopo un lungo ricovero, in estate, si avvicina a Maurizio Di Lorenzo, in arte Maurizio Arena, il protagonista del film Poveri ma belli. L’idea di una relazione tra la principessa senza regno con un borgataro romano fa rabbrividire la famiglia. I due si vogliono sposare, ci provano più volte. A Madrid «una mattina alle 4 bussano alle porte di alcune Chiese. Non trovano però nessun prete disposto a celebrare il rito». Ci riprovano a Roma e a Londra. Lei dice di amarlo. I Savoia sono contrari: «Io so’ de sinistra. I re me li magno. Io so’ un repubblicano della Garbatella», amava ripetere Arena [Bugglialli, CdS] • Ha una bella voce e nel 1967 firma un contratto per incidere un disco, ma non si presenta alle registrazioni • Le foto di lui in canottiera, ciabatte, fiasco di Frascati abbracciato alla figlia del re sul balcone della villa all’Infernetto fanno inorridire tutto il Gotha internazionale» [Laurenzi, cit.] • La famiglia sostiene che l’attore l’abbia plagiata, che abbia approfittato di una giovane donna troppo dedita all’alcol («A Casalpalocco – fece sapere Arena poco cavallerescamente – si spazzolava tutto quanto riuscisse a trovare di liquido, pure il fernet che è l’ultimo stadio»). La zia, la principessa Iolanda di Bergolo, primogenita di Vittorio Emanuele III, intenta per la nipote una causa di interdizione. Al Corriere Maria Beatrice dice che appena riusciranno a sposarsi riempiranno la loro casa di bambini «Tre, sette, nove, dodici bambini sono la migliore risposta a tutti coloro che non credono alla sincerità del nostro amore». Poi però ci ripensa. Spuntano lettere alle amiche in cui rivela: «Vogliono obbligarmi a sposarmi». I rapporti con Arena si fanno più tesi e lei torna dal padre Umberto • La storia d’amore tra Maria Beatrice e Maurizio Arena, che per un anno ha riempito colonne di cronaca rosa, finisce in tribunale. Lei sostiene che l’attore era solo in cerca di notorietà: «Arena fu la mia rovina. Era un uomo volgare, mi fece sentire un oggetto, stava con me per avere un rilancio pubblicitario ed io ero sua prigioniera». Lui, denunciato per plagio, viene prosciolto. Lei, querelata dalla sorella di Arena per diffamazione, perderà la causa • Nel 1968 Arena gira un film sulla loro relazione • Maria Beatrice, annebbiata dall’alcol, non trova pace. A Ginevra si butta da un balcone. Cade sul tendone del droghiere sottostante, poi nel cortile. Non muore ma si rompe il bacino • Dopo il ricovero inizia un percorso di disintossicazione frequentando i gruppi della Lega alcolisti anonimi: «Lì ho conosciuto molte persone che mi fecero riflettere su quanto sia importante la continua ricerca di Dio: solo curando l’anima si risolvono i malesseri fisici. Poiché volevo fortemente smettere di bere, dovevo trovare qualcosa di più coinvolgente e vero dell’alcol. L’ho trovato nella fede» (Laura Laurenzi) • Nel 1969 conosce Luis Reyna Corvalan, un professore argentino che in quel periodo lavora a Ginevra nella diplomazia presso l’ambasciata • Si sposano il 1° aprile 1970 in Messico con rito civile. Lei indossa un abito di chiffon bianco e azzurro, i colori di casa Savoia, disegnato da Valentino. Scarpe e borsetta bianca chez Dior. In mano aveva un bouquet di tuberose bianche. In testa i suoi capelli intrecciati. Era incinta di 4 mesi del primogenito Raffaello Umberto che nasce il 21 settembre 1970. Si dice che non sia figlio di Luis • Nel gennaio 1971 la cerimonia religiosa a Cordoba in Argentina. Nello stesso anno nasce il secondogenito Patrizio, che vive solo pochi giorni. Nel 1973 dà alla luce Asaea • Vanno a vivere a Villa Lupo a Cuernavaca in Messico. Luis ha ripreso la docenza universitaria di Diritto Internazionale. Lei vive una vita così normale che la stampa la lascia in pace • Nel 1982 chiede e ottiene di essere ricevuta dal presidente della Repubblica Sandro Pertini. Al Quirinale lui la chiama «principessa». Cinque anni dopo il governo dirà sì al rientro in Italia della «regina di maggio», che avverrà nel 1988 • Nel 1983, la morte di Umberto: «Ricordo che al funerale di papà andai in auto con mamma: ci perdemmo tra le montagne alla ricerca dell’abbazia di Altacomba. Tutte vestite a lutto entrammo in un bistrot a chiedere la strada» [a Ludina Barzini, CdS] • «Nell’85 dà alle stampe, sulle pagine di Oggi, un memoriale in cui racconta più i misfatti che la storia della sua famiglia, un parenti-serpenti blu Savoia in cui rinfaccia al fratello e alle sorelle ogni meschinità, incluso non aver rispettato le volontà del padre sul letto di morte» [Laurenzi, cit.] • Nel 1991 Maria Josè, in salute precaria, si trasferisce da loro in Messico per approfittare del clima mite e temperato. Madre e figlia si riavvicinano. Com’era la vita con sua madre quando soggiornava con lei in Messico? «Siamo state insieme per 5 anni. A tu per tu diventava più loquace. Mi ha parlato della sua vita in Belgio, delle sue aspirazioni. Siamo state nella giungla insieme, le piaceva molto la natura e aveva con mio figlio Raffaello un grande rapporto. Lui la sgridava quando fumava troppo, si occupava di lei, le faceva compagnia» [Barzini, cit.] • Se con la mamma ricostruisce un rapporto, quello con Luis si fa sempre più teso • Il 29 Aprile 1994, la tragedia. Il figlio Raffaello, studente a Boston, muore sfracellato sul marciapiede di Commonwealth avenue. S’è gettato da una terrazza al settimo piano. Ha 23 anni. Appresa la notizia Luis viene colpito da un ictus. Maria Beatrice sprofonda nella depressione. Le indagini confermano il suicidio. La famiglia non crede a questa versione. Pochi giorni prima la sua ragazza, Margaret Tyler, gli aveva confidato di essere incinta. Lui aveva preso bene la notizia. Sembrava tranquillo e sereno. La figlia di Margaret e di Raffaello, Uriel Tyler, nasce il 16 novembre 1994 • Maria Beatrice: «S’è trattato di un incidente tra ragazzi. Non si è suicidato. Raffaello e io condividevamo tanti interessi. Per esempio la passione per la parapsicologia. Mio figlio era una persona affascinata dall’esoterico e dal trascendente. Ma non erano questi i suoi soli interessi. Amava anche dipingere, soggetti di preferenza astratti. E poi ricordo tutti i congressi di ecologia ai quali siamo andati, insieme, in giro per il mondo... Più di una volta si creava tra noi una sorta di complicità. Eravamo come fratelli. Era un ragazzo taciturno, riservato, molto sensibile. Quando potevo, prendevo le sue parti. Magari quando il padre lo rimproverava per aver guidato troppo veloce. Mi pare di sentire ancora le nostre conversazioni, iniziate in spagnolo e poi curiosamente finite in francese, inglese, italiano. Era il nostro gioco preferito» [a Luciano Regolo, Rep] • Al funerale di Raffaello Maria José era vicina alla figlia e continuava a dire: «Non è giusto. Perché lui e non io?» • Nel 1995 Luis e Maria si separano • Nel 1996 Aseae dà alla luce una piccola. La chiama Maria José, un omaggio alla nonna • Maria José va a vivere con Maria Gabriella. Maria Beatrice in Svizzera e negli States • Nel 1997 Maria Beatrice, «a 54 anni diventa giornalista e firma reportages come “inviato nel mondo dei misteri e del paranormale” […]. Se un tempo le principesse collaboravano a sofisticate rubriche di mondanità su giornali patinati, e venivano contese da riviste come Vogue o Harper’s Bazaar, oggi la figlia di re Umberto ha scelto una ribalta ben più sommessa, ma allo stesso tempo molto più vicina alla gente comune, qual è il femminile che da oltre un mese la annovera fra i suoi collaboratori» [Laurenzi, Rep] • Nel 1998 viene ufficializzato il divorzio con Luis. Nel 1999 Maria Beatrice è alla Bahamas quando viene informata che il suo ex marito è stato trovato morto a Villa Lupo, completamente nudo, strangolato con la cintura dell’accappatoio, con un laccio da scarpe stretto intorno ai genitali. Voci sostengono che fosse bisessuale. A ucciderlo è stato Mario Alberto Luque Ortega, un tassista messicano che spesso Reyna Corvalan utilizzava per i suoi spostamenti. • Un colpo duro. Maria Beatrice mette in vendita Villa Lupo e gli arredi. I fratelli Savoia s’infuriano: sostengono che i beni appartenevano alla famiglia • I fratelli si rincontrano solo nel 2001, per i funerali di mamma Maria José: «Il giorno del funerale di mia madre è anche il giorno del mio compleanno. La notizia della sua morte mi ha raggiunto nella giungla messicana, dov’ero andata qualche giorno a riposare» • Quali interessi ha oggi, e dove vive? «Faccio molto yoga, molta meditazione, scrivo, dipingo, sono diventata saggia: nell’accettare e capire gli altri, forse ho sviluppato un po’ di pazienza. I primi anni dopo la morte di Raffaello ho frequentato dei medium ma ho capito che di spirituale hanno poco. Oggi comunico con lui in altro modo, attraverso la meditazione. D’inverno vivo tra il Messico e New York, d’estate verrò sempre più spesso in Italia, dove ho molti amici: io mi sento molto italiana. Amo Trieste perché è un po’ diversa dalle altre città, un po’ austroungarica. E amo la mia nipotina di 4 anni. Si chiama Maria José, anche lei del segno del leone. Come mia madre» [Barzini, cit.] • «Poi, venne l’ora della guerra legale ingaggiata da Vittorio Emanuele contro le tre sorelle, accusate di essersi appropriate indebitamente dell’eredità di Maria José, la regina madre. “Da allora, il gelo – ammette Maria Beatrice – Tanto che, caduto l’esilio, mio fratello non mi ha neppure telefonato per comunicarmi il suo rientro in Italia. L’ho rivisto a Roma, al matrimonio di Emanuele Filiberto”» [Fumagalli, cit.] • Saputo della richiesta di danni presentata nel 2007 dal fratello e dal nipote allo Stato italiano, scrisse con la sorella Maria Gabriella una lettera a Porta a Porta in cui parlavano di «strampalate pretese» e prendevano le distanze ancora una volta da Vittorio Emanuele e dal figlio. «Questo documento ha il merito di provare che esistono altri Savoia, più discreti e signorili, interessati soprattutto a rivendicare i meriti storici della loro famiglia e a custodirne le memorie» (Sergio Romano) • A gennaio del 2022, assieme ai fratelli ha detto di voler fare causa al governo italiano per riavere indietro i gioielli della madre Maria José, confiscati nel 1946. Un tesoretto che vale 300 milioni [Ossino, Rep] • In estate una lunga vacanza a Rapallo, nella sua casa di proprietà in via Dante: «A Rapallo, o nelle sue ignorate trasferte a Portofino, Beatrice, detta la “principessa Titti”, è spesso in compagnia di signore altolocate con cui si intrattiene in lunghe conversazioni, seduta al bar del lungomare» [Levantenews].Titoli di coda «Non mi interessa essere chiamata altezza reale, ma altezza cosmica perché io sono di un altro pianeta».