22 febbraio 2023
Tags : Jacques Séguéla
Biografia di Jacques Séguéla
Jacques Séguéla, nato a Parigi il 23 febbraio 1934 (89 anni). Pubblicitario. Cofondatore di Rscg (oggi Havas), una delle più importanti agenzie pubblicitarie al mondo. «Non dite a mia madre che lavoro in un’agenzia di pubblicità… pensa che suoni il piano in un bordello».
Vita Padre medico, di origini catalane, madre radiologa, trascorre l’infanzia a Perpignan. Spedito in un collegio di gesuiti a Montpellier, fu cacciato per aver preso a forchettate un insegnante. Nel 1957 si laurea in farmacia. «È il 1958 quando Jacques, giovane laureato in farmacia, decide assieme all’amico Jean-Claude Baudot di partire per un viaggio: un giro del mondo a bordo di una Citroën Due Cavalli, nota in Francia con il nome Dodoche. I due hanno le idee chiare ma le tasche vuote così Séguéla, carico di spirito d’iniziativa, decide di scrivere direttamente alla casa automobilistica per ottenere in prestito una vettura per compiere l’impresa. È lo stesso Direttore della Comunicazione di Citroën, Jacques Wolgensinger ad accoglierlo al quartier generale di Quai de Javel: pare che Wolgensinger, accompagnando Séguéla in una stanza colma di faldoni pieni di lettere, abbia detto al ragazzo: “Giovanotto, tutti questi faldoni sono pieni di lettere di persone che per varie ragioni ci chiedono una Due Cavalli in prestito o in regalo: se noi dovessimo produrre tutte le Due Cavalli per soddisfare queste richieste, non ne avremmo più da vendere. Quindi lei compri una Due Cavalli, faccia il suo giro del mondo, poi torni qui da me e ne riparliamo”. Séguéla non si perde d’animo e riesce ad acquistare per un buon prezzo una Dodouche usata, poi chiede ed ottiene la sponsorizzazione dell’impresa da parte di diverse aziende del settore automobilistico e finalmente il 9 ottobre 1958 il viaggio ha inizio. L’esperienza non è tutta rose e fiori: lo stesso Séguéla, nel libro resoconto della sua avventura La terre en rond (tradotto in italiano Giro del mondo in Automobile) ha dichiarato: “La nostra sola preoccupazione arrivando in una capitale non era certo quella di visitare i suoi capolavori, ma di trovare un lavoro che ci fornisse il denaro necessario per lasciarla al più presto”. Ad ogni modo, dopo aver attraversato 45 nazioni, percorrendo 120.000 kilometri di strada in un road trip della durata di 399 giorni, Jacques Séguéla e l’amico Baudot il 12 novembre 1959 riescono a concludere il loro giro del mondo, proprio a bordo del mezzo con cui avevano così fortemente desiderato intraprendere quell’avventura: Jacques Wolgensinger questa volta lo accoglie alla sede centrale di Citroën con tutti gli onori e anzi, è proprio insieme a Wolgensinger che Séguéla condurrà nei due anni successivi un secondo giro del mondo negli stabilimenti delle auto con i baffi per promuovere il manoscritto della sua impresa, La terre en rond. I destini di Jacques Séguéla e Citroën tornano più volte ad incrociarsi negli anni, ma è soltanto alla fine degli anni ‘70 che Séguéla, diventato nel frattempo co-fondatore dell’agenzia pubblicitaria Rsgc (ora parte di Havas Group), torna a collaborare continuativamente con la casa automobilistica firmando alcune delle campagne pubblicitarie di maggior successo del marchio francese: non semplici veicoli, Séguéla crea réclame per diesel che spettinano, auto che rifanno la strada, arrivando addirittura a sponsorizzarle come demoni» (Marco Friede) • Dopo il viaggio in giro per il mondo scrive per Paris Match e lavora pe tre anni a France-Soir. A 33 anni entra a far parte dell’agenzia pubblicitaria Delpire, dove conosce il finanziere Bernard Roux. Con lui, nel 1970, fonda l’agenzia di comunicazione Roux-Séguéla (futura Rscg). Nel 1977 conosce la futura moglie, Sophie Vinson, che era una tirocinante nella sua agenzia (hanno poi avuto cinque figli, di cui due gemelli) • «Inventore di pubblicità e maestro di sguardo sociale, Séguéla resta nella storia […] anche come l’intellettuale anti salotti della gauche caviar che ha saputo leggere la società dopo il tramonto delle ideologie, l’epoca felice dell’edonismo mitterrandiano. Ed è sua anche una pubblicità che fece la storia dell’advertising automobilistico e che è anche un grande omaggio al cinema macho della frontiera. Lo spot girato nel 1985 per il lancio della Citroen Visa GTi (Christine la macchina infernale è del 1983), per il quale chiese a Mitterrand “una portaerei e un sottomarino atomico”. “Mio caro Séguéla, ma cosa ci deve fare?”, gli chiese Mitterrand. “Ci devo girare uno spot pubblicitario”. Era lo spot che si conclude con la macchina in panne e i messicani che ridono: “Ehi gringo, la macchina VAVAVUMA!”. Andare veloce, rischiare, fare un sacco di baccano e di polvere: l’auto come libertà. O andare adagio, silenziosi e in bicicletta collettivizzata» (Maurizio Crippa) • «Jacques Séguéla è un pubblicitario noto in tutto il mondo non solo per le geniali campagne pubblicitarie per Citroën, Dunlop, Luis Vuitton, Air France, Adidas, Lacoste e tante altre marche, ma soprattutto per aver organizzato ben venti campagne politiche presidenziali, non solo in Francia, vincendone diciannove. Proprio di come si porta alla vittoria un candidato sfruttando le tecniche pubblicitarie, Séguéla, stimolato dalle domande di Domenico Pasquariello “Dègo”, parla nel libro Presidente da vendere, tradotto da Daniela Panosetti per Logo Fausto Lupetti Editore. Séguéla esordì nel 1978 con i manifesti per tutti e tre i candidati alle elezioni: Valéry Giscard d’Estaing, François Mitterrand e Jacques Chirac. Vinse Giscard, per il quale Séguéla aveva coniato uno slogan perfetto: “La maggioranza avrà la maggioranza”. Alle successive elezioni il pubblicitario si offrì agli stessi committenti, assicurando, questa volta, l’esclusiva. Rispose Mitterrand, e da lì cominciò un idillio che non si è mai spento. La vittoria venne con lo slogan, ormai leggendario, “La forza tranquilla”. L’intesa con Mitterrand arrivò quasi all’intimità, tanto che Séguéla non solo si permise di consigliare al presidente di cambiare sarto, ma addirittura di cambiare dentista: “Mitterrand”, racconta Séguéla, “aveva due canini in più che lo trasformavano in Dracula, impedendogli il sorriso, quel sorriso così decisivo. Dalla riunione successiva, ebbi il piacere di vedere che mi aveva ascoltato. La sua redenzione telegenica si è giocata anche su questo”. Già, la televisione. I confronti televisivi diretti fra i candidati sono decisivi, e vanno studiati nei minimi dettagli. […] Il credo del pubblicitario per un’elezione presidenziale è riassunto in tre punti: “Si vota per un uomo, non per un partito. Si vota per un’idea, non per un’ideologia. Si vota per il futuro, non per il passato”» (Cesare Cavalleri) • È stato lui a presentare Carla Bruni a Sarkozy. Nel novembre 2007 Sarkozy chiese a Séguela, di organizzare una serata, «non ne posso più di stare tutto il tempo da solo all’Eliseo». Séguela mise insieme un tavolo a otto con Luc Ferry e la moglie Marie Caroline, la conduttrice tv Péri Cherin con il suo compagno, infine Carla Bruni che si presentò da sola e con la chitarra. Cantò, disse che sarebbe presto partita in tournée, Sarkozy le promise: «Sarò seduto in prima fila». Lei gli chiese se avesse una macchina per riaccompagnarla a casa, lui rispose di sì, in macchina si scambiarono i numeri di telefono e, appena rientrata a casa, Carla chiamò Séguela per dirgli: «Strano quel tuo amico, gli ho dato il mio numero di cellulare e non ha ancora chiamato». Erano passati appena dieci minuti • «Carla Bruni ha cambiato Sarkozy. In meglio. Gli ha aperto ambienti nuovi, gli ha presentato artisti e musicisti, l’ha avvicinato al mondo dell’arte e della cultura ancorato a sinistra. Ha persino portato all’Eliseo Woody Allen» (ad Aldo Cazzullo) • «Partiamo dai sogni. Ne ha ancora? “Si dice che la vecchiaia comincia quando non si hanno più sogni ma soltanto rimpianti. I miei sogni li coltivo tutte le mattine quando mi sveglio e Sophie mi dice: ‘Come sei bello Jacques. Je t’aime’. Il sogno prosegue quando esco da casa per andare a trovare la mia maitresse, la mia amante. La pubblicità. Ecco: il mio sogno è che questo duri ancora un po’. Vorrei essere il primo pubblicitario che resta al lavoro da centenario”. Nel mondo della pubblicità i sogni son desideri. Lei ne ha? “Ho la stessa passione per il mestiere di quando ho cominciato. Oggi siamo quarantamila, quando abbiamo cominciato eravamo due. Sono qui a Milano per lavoro, vedrò dei creativi italiani per parlare delle campagne, dei premi che vorremmo prendere al festival della pubblicità a Cannes”. Qual è lo stato di salute della pubblicità oggi? “Viene lentamente uccisa dalla dematerializzazione della società, i pubblicitari sono colpevoli per non mettere fine a questo Anschluss, a questa acquisizione. Bisogna mettere del cuore nei nostri computer. Lo so, non possiamo fare niente contro le nuove tecnologie ma c’è bisogno di compensare la Technology Revolution con la Emotion Revolution”» (a Maria Latella) • Nel 2008 è stato insignito del grado di Ufficiale della Legion d’onore, nel 1990 del grado di Cavaliere • Nel 2019 è stato condannato al pagamento di 4.000 euro di risarcimento e 2.000 euro di spese legali per aver definito Jean-Marie Le Pen un «nazista».
Politica «“Per cinquant’anni ho votato a sinistra perché la sinistra guardava avanti, si muoveva in avanti. Ma ora chi si muove in avanti, chi guarda avanti è Sarkozy, e questa volta ho votato per lui. Purtroppo la crisi gli ha impedito di mantenere le promesse elettorali». Com’è che invece Berlusconi, nonostante la crisi, in Italia regge nel gradimento? “Gli italiani sono dei sognatori e Berlusconi è una star, un attore hollywoodiano. Le star fanno sognare”. All’opposizione, sostiene, converrebbe cercare una star capace di competere con lui, invece di perder tempo ad attaccarlo: ‘Quando la troveranno, ho in mente l’appello che dovrebbe rivolgere agli elettori. Non il vecchio ‘Votate per me’ ma un ben più nuovo ‘Votate per voi’. È la parola d’ordine del nuovo millennio. A dir la verità, l’avevo suggerita a Rutelli, ma non l’ha accettata. Peccato’» (a Maria Giulia Minetti nel 2010) • Nel 2017 ha dichiarato di aver votato per Emmanuel Macron. «Conosco un po’ Emmanuel Macron e mi verrebbe da dire che è il nipotino di Mitterrand e il figlio di Sarkozy» (a Maria Latella).
Frasi «La pubblicità è l’acceleratore del meglio e del peggio senza che nulla possa arrestare la velocità presa» • «La pubblicità non sceglie per nessuno. Permette di scegliere meglio. E basta» • «I pubblicitari si credono procreatori, ma non sono che degli ostetrici» • «Il mestiere di presidente della Repubblica e quello di pubblicitario hanno in comune di non richiedere né studi né diplomi» • «Se chiedete a un cliente cosa diventa la neve quando si scioglie risponderà acqua. Per me invece la neve diventa primavera… Questa è un’idea».