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 2023  aprile 07 Venerdì calendario

CHE MI PRENDA UN GOLFO! L'EMIRO MOHAMMED BIN ZAYED AL NAYAN, DA UN ANNO PRESIDENTE DEGLI EMIRATI ARABI UNITI, HA ANNUNCIATO CHE IL SUO SUCCESSORE SARÀ IL FIGLIO MAGGIORE, KHALED, 47 ANNI E UNA LAUREA NEGLI USA – ACCANTO AL NUOVO PRINCIPE EREDITARIO, ASSUMONO RUOLI DI POTERE I SEI FRATELLI DI “MBZ”: UNA MOSSA PER SERRARE I RANGHI E GARANTIRE CONTINUITÀ ALL'EMIRATO. ANCHE ALLA LUCE DELLO SCONTRO CON L'ARABIA SAUDITA DELL'EX “AMICO” MOHAMMED BIN SALMAN... -

Non è solo la nomina di un principe ereditario: piuttosto, la definizione di un’intera struttura di potere, volta a mettere al sicuro il Paese in una delle regioni più incerte del mondo. E a eliminare sul nascere le possibili ombre che negli anni hanno accompagnato processi simili nelle nazioni confinanti di Oman e Arabia Saudita.

Mohammed bin Zayed al Nayan, 62 anni, da un anno alla guida degli Emirati arabi uniti, ha scelto: a succedergli in futuro sarà il figlio maggiore Khaled, 47 anni, laurea a Georgetown e da mesi un ruolo sempre più pesante in vari settori della vita dell’Emirato, dalla difesa agli affari e, naturalmente, il governo vero e proprio.

Accanto al nuovo principe ereditario, assumono nuove responsabilità i fratelli di sangue di MBZ, come il sovrano è conosciuto: Mansour bin Zayed (noto in Europa in quanto proprietario del Manchester City) è nominato vice presidente degli Emirati, ridimensionando così il ruolo dell’attuale vicepresidente Mohammad bin Rashid, sovrano di Dubai, indebolito dallo scandalo seguito al divorzio dalla moglie, la principessa giordana Haya, che lo ha denunciato per violenze e abusi.

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Di fatto, tutto il potere di Abu Dhabi (capitale della federazione) ma anche buona parte di quello degli Emirati, viene così accentrato nelle mani dei “Bani Fatima Six”, i sei fratelli figli di Fatima, la moglie favorita del fondatore della federazione, lo sceicco Zayed.

La scelta ha implicazioni anche a un livello più ampio. «Queste nomine riflettono anche un tentativo di serrare i ranghi di fronte a possibili sfide regionali, in particolare alla presa di distanza dall’Arabia Saudita e dal suo leader di fatto, il principe ereditario Mohammed bin Salman (MBS) che a lungo è stato un alleato chiave degli Emirati su diversi fronti», si legge in un’analisi diffusa dal Soufan Center, uno dei più importanti think tank americani che lavorano sui temi della sicurezza.

Per anni MBZ e MBS hanno marciato di pari passo sulle maggiori questioni regionali, con il sovrano degli Emirati a giocare il ruolo di mentore per il giovane erede saudita (36 anni) [...] 

Poi nel 2018, l’omicidio del giornalista dissidente Jamal Khashoggi da parte di un commando di uomini fedeli a MBS aveva rotto l’equilibrio. E di lì la rivalità si era fatta più evidente: posizioni diverse sulla crisi in Yemen, con gli Emirati desiderosi di interrompere la guerra; sui tagli Opec alla produzione di petrolio che tante difficoltà hanno creato agli Stati Uniti e a cui Abu Dhabi si era opposta; e sui rapporti con Israele (nel 2020 gli Emirati sono stati i primi firmatari degli Accordi di Abramo), con l’Iran e con il Qatar.

A fronte di tutto ciò, le scelte di MBZ mettono gli Emirati in una posizione di forza rispetto al vicino saudita, presentando il Paese sotto la luce della continuità: «Vista l’enorme ricchezza degli Emirati e il loro ruolo diplomatico tanto attivo, queste nomine saranno seguite con attenzione nella regione ma anche nel resto del mondo. E in particolare in Israele e negli Stati Uniti, che hanno con gli Emirati una relazione stretta anche se a volte tesa», dice Simon Henderson del Washington Institute […]