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 2023  aprile 04 Martedì calendario

L’acqua. Come siamo messi?

Andiamo diritti al punto? Quanta acqua abbiamo a disposizione? Immaginate un pallone Super Santos: quella è la Terra. Se volessimo racchiudere tutta l’acqua della terra in una sfera, allora questa sfera avrebbe la dimensione di una pallina di tennis. Riuscite a immaginare la differenza di dimensione tra il Super Santos e la pallina da ping pong?
 
Tuttavia è un’immagine fuorviante, perché la maggior parte dell’acqua contenuta nella pallina da ping pong è acqua salata, viene dagli oceani. Se vogliamo considerare solo l’acqua dolce, allora la dimensiona della pallina diminuisce ancora: dovete immaginare una biglia.
 
Ma nemmeno la biglia va bene, perché quasi due terzi dell’acqua dolce è bloccata nei ghiacciai e quasi un terzo si trova nel sottosuolo. Trova quindi ricovero in luoghi non accessibili con le comuni tecnologie. Che resta? Resta una quantità veramente minima, l’acqua dei fiumi, dei torrenti, dei laghi, quella che cade con la pioggia e la neve ed è davvero difficile da visualizzare, è un punto minuscolo. Paragonato al nostro Super Santos, devi guardarlo con una lente di ingrandimento per individuarlo, un decimo della biglia.
 
Dunque siamo di fronte a una risorsa scarsa. Ma non certo scarsa come il petrolio che tende a esaurirsi, l’acqua partecipa a tutti i processi che avvengono sulla terra, pensate solo all’energia che arriva dal sole (170mila terawatt: per darvi un’idea, tutta l’energia che usiamo al mondo, ma proprio tutta, per produrre, scaldarci, vivere insomma, ammonta a 13 terawatt) che in buona parte viene intercettata dagli oceani, pensate all’acqua che evapora, poi si condensa e torna sulla terra sotto forma di pioggia.
 
Tuttavia è una risorsa limitata (che ha plasmato in maniera netta e indelebile la storia umana) e dunque la domanda è lecita e necessaria: come siamo messi? Realisticamente. Sappiamo che i sistemi idrici non stanno davvero messi bene, mentre a partire dal 1970 abbiamo avuto un abbattimento del 40% circa di specie animali terrestri (quella umana invece si è triplicata), gli animali che vivono nei fiumi sono calati di circa il 75%. Sono in pessima salute.
Altro modo per rispondere alla domanda è provare a capire cosa ci aspetta in futuro. Anche qui, non ci sono buone notizie, perché sul Mediterraneo è prevista una diminuzione delle precipitazioni di circa il 30%.
 
Dunque? Quanta acqua abbiamo a disposizione? Non abbastanza, è una risorsa che andrà gestita, perché l’acqua è e sarà un problema geopolitico. Occuparsi di questa risorsa per il bene di tutti (con l’acqua si fa tutto, dall’energia, ai cibi, alle magliette di cotone che indossiamo) richiederà una strategia seria (e altruistica) di cooperazione politica.
 
Occuparsi dell’acqua è un esercizio di cittadinanza. Un esercizio forse troppo complicato per noi sapiens: richiede troppi collegamenti. Voglio dire, ogni volta che indossiamo un abito di cotone, per fare un esempio, stiamo indossando una parte del lago di Aral (il quarto lago per estensione al mondo) la cui acqua è utilizzata anche per produrre cotone: se osserviamo le foto satellitari del lago del 2001 e quelle attuali ci rendiamo conto che no, purtroppo non stiamo messi bene.
 
Ci lavoriamo su?
 
(dati Giulio Boccaletti, Ricercatore al MIT di Boston)