La Stampa, 4 aprile 2023
Una mattina, all’alba, con Fiorello
La cantante, il sosia di Elvis, quello di Thomas Milian, il salutatore, un attore, un bambino di Bruxelles sulle spalle dello zio, un «reduce del Karaoke di Italia 1 nel 1994», è scritto sul cartello appeso al collo. «Sta diventando una corrida qui», dice Fiorello nel baretto dietro l’angolo di via Asiago, mentre riprende con il telefono la corte dei miracoli che ogni mattina lo viene a trovare a colazione al bar. Un bugigattolo dove ci stanno sì e no 6-7 persone, la gente si assiepa all’entrata, aspetta il suo turno di passare davanti a Fiore per la diretta social quotidiana che precede Viva Rai2! – un saluto, un messaggio, una canzone, una poesia -. Quelli dietro allungano il collo per vederlo, alzano le braccia per uno scatto o un video, come a un concerto. E invece sono le cinque del mattino, Roma dorme, la notte è ancora scura, le strade deserte, eppure al “Bar di guerre stellari”, un silenzio che profuma di caffè e cornetto caldo viene rotto dagli applausi: «Sssssshhhhh, esultate piano, che qui protestano».Sul fenomeno Fiorello sono stati scritti libri, ma resta qualcosa di magico nella sua naturale vocazione a essere amato da un pubblico senza regione, senza età, senza etichette. Gente che viene a Roma per lui e poi magari fa anche una visita turistica, mica il contrario. E lui li va a conoscere tutti, uno per uno. Ogni mattina della settimana. Non è magnanima concessione del divo: si ferma, li ascolta, scambia due battute con tutti. «Io ho girato tutta l’Italia – spiega – so qualcosa di ogni posto. Oggi uno mi ha detto vengo da Cupra, gli ho risposto Cupra marittima o montana? E mi sono messo a parlargli della fabbrica di jeans che c’è lì».Dopo la diretta Instagram si torna in via Asiago, dove per strada, davanti al “glass” in cui Fiorello, Biggio e tutto il cast attorno commentano le notizie, cominciano i movimenti per la diretta su Rai 2 alle sette e un quarto. Quello che la tv non fa percepire con esattezza è l’imponenza della produzione a cui lavorano circa 200 persone. Al piano terra della sede Rai di via Asiago c’è una sala riunioni: «Nasce tutto qua – spiega Fiorello – dopo la trasmissione ci riuniamo e tiriamo giù delle idee tutti insieme. L’idea di Batman e Wonder Trans, per esempio, ci è venuta per caso, era il compleanno di Christian Bale, ho chiesto se c’era un costume da Batman, e c’era: il più brutto che si sia mai visto. L’ho indossato e quello già faceva ridere». Wonder Trans invece è Fabrizio Biggio con i suoi baffetti vestito da Wonder Woman, ormai un classico di Viva Rai2!, e in questi tempi di sensibilità molto suscettibili, viene da chiedersi perché con Fiorello nessuno protesti. «Certo che protestano. Come è naturale che succeda nel 2023, ci sono i social. Prima magari si arrabbiavano lo stesso, ma al massimo si sfogavano al bar, ora possono farlo pubblicamente. Però ormai abbiamo fatto il callo alle proteste, perché si protesta su qualsiasi cosa. Davvero: qualsiasi cosa. E spesso dando giudizi senza alcuna competenza. E allora io ho smesso di farmi problemi, perché protestare su tutto equivale a protestare su niente. Nessuna autocensura».Viva Rai2! è tv, è social, è streaming, è radio: una trasmissione, mille fruizioni, Fiorello è stato il primo a fare spettacolo in diretta Twitter, ma soprattutto il primo a capire che i social avrebbero cambiato la tv e anche la celebrità (e le celebrità). «Ho cominciato nel 2010 con Twitter. Il più grande spettacolo dopo il weekend fu il primo programma con l’hashtag nel titolo, Ballandi mi disse “ma cos’è quel robino lì?”, Bibi fidati, gli risposi, mettiamolo. In platea avevo 300 persone che venivano da Twitter. Ma allora era bello, non c’era ancora l’insulto, si rideva. Io ormai da 4 anni non posto più niente della mia vita privata, non vedrete Fiorello a casa o sul balcone, perché secondo me non va nemmeno bene sapere troppo dei personaggi famosi. Quando facevo i varietà e avevo ospite che ne so, John Travolta, tutti impazzivano. Oggi non si impressiona più nessuno, le star le hai a portata di telefono, se vuoi vedere che fa Jennifer Lopez scrolli lo schermo e toh, guarda, c’è Jennifer Lopez che fa la spesa. Qualcuno può anche pensare che sia una cosa bella, ma secondo me non c’è più la magia del personaggio irraggiungibile». Senza contare che il web moltiplica anche i battutisti: «Difficilissimo ormai fare il nostro lavoro, io non seguo i comici, non guardo nemmeno i loro spettacoli per non farmi influenzare. Noi però abbiamo un vantaggio: siamo i primi della giornata a fare battute. Quando vedo Luciana Littizzetto che fa i suoi monologhi a fine settimana penso sempre: poverina, che faticaccia».Oltre novecentomila spettatori di media (senza contare Raiplay), il 17% di share in una fascia oraria che prima faceva l’1%. Il tetto del milione sfondato nella puntata con «l’imitatrice di Giorgia Meloni», che invece era Meloni per davvero. «Qui sono venuti Gualtieri, Renzi, Calenda, ho intervistato Serracchiani nei panni del Belvo. Ma parla Meloni e dicono che sono di destra, parla Schlein e dicono che sono di sinistra. Ho sempre giocato con la politica. Per me conta lo spettacolo. Se ho l’opportunità di farlo con Giorgia Meloni lo faccio con lei, se posso farlo con Elly Schlein lo faccio con Schlein. La verità è che nelle mie puntate meno a destra e a sinistra, prendo in giro La Russa e Rampelli che non vuole le parole inglesi, così come il Pd che non si mette d’accordo sugli ecovandali». Tra l’altro in trasmissione, nella folla che circonda ogni mattino Fiorello, ha fatto capolino anche la figlia Angelica, quella a cui la Presidente del Consiglio da piccola faceva da baby sitter, che oggi ha 16 anni, fa il liceo classico. «Giorgia non la faceva giocare con le Barbie, non voleva nemmeno che guardasse i cartoni con le principesse», racconta Fiore, che si dice contento di avere la ragazza in diretta («Sono le prime volte che mi cerca da quel punto di vista»), ma che preferirebbe non vedere in futuro nel mondo dello spettacolo. «Se lo facesse, dovrebbe fare una cosa totalmente diversa da quello che faccio io. Ad esempio, è una brava pianista e anzi: colgo l’occasione per farle un appello pubblico perché riprenda a suonare, si è fermata dopo 5 anni di conservatorio e tre da privatista. Allora andrebbe benissimo, ma se facesse la showgirl che balla canta suona allora direbbero che è figlia di, con tutti i problemi dei figli di. Tra l’altro – prosegue – fino a 14 anni non sapeva nemmeno cosa fossero il pop e il rap, solo classica. Il suo mito erano i pianisti Martha Argerich e Lang Lang, ci portava a vedere i loro concerti, Lang Lang l’abbiamo anche incontrato: ha delle dita così lunghe che quando è venuto a salutarci le mani stavano ancora suonando».La luce dell’alba comincia a illuminare la strada durante le prove prima della diretta, nel brulichio di addetti ai lavori, telecamere e il pubblico da tenere dietro le transenne. Un’altra cosa che non si percepisce in tv è la calma: per limitare il fastidio a chi dorme ancora, le basi sono tutte “in ear”, si sentono negli auricolari, l’allegra caciara è tale solo in tv, in strada è tutto sottovoce. E il varietà sarà anche morto, ma qui si balla, si canta, si fanno gag, da Fiorello vanno gli artisti più importanti e insomma, non è uno show che si improvvisa. «Infatti sono stanchissimo», confessa Fiore. Il prossimo anno? «Ci vuole un’idea, a me non piace ripetere le cose identiche. La versione in seconda serata, quella dopo Sanremo, è andata bene. Di notte avevamo il 60% di share e il dato era drogato dal Festival, ma poi la replica al mattino faceva il 14%. Quindi potremmo pensare alla seconda serata, ma quella di Rai2 è un po’ debole, per bene che puoi fare arrivi a un 9-10% di share, ed è già un miracolo. La seconda serata di Rai 1 è chiusa. Non si può. C’è Bruno Vespa. Hanno scelto lui, non si fa altro. Non tutte le sere: volendo fare il programma su Rai1 mi resterebbero il lunedì e il mercoledì. Ma non funziona, andrebbe tutte le sere. Non so, vedremo. Certo che la diretta alla mattina è impagabile».Ma come fa Fiorello a essere Fiorello sempre, a essere di buonumore – e a portarlo – ogni santo giorno? «I problemi ci sono per tutti, le famiglie del Mulino Bianco non esistono, anch’io ho i giorni no. Ma siamo qui per il pubblico e io ho questa roba magica che fa parte di me: quando si accende quella lucetta, sparisce tutto. C’è gente che ha fatto spettacoli avendo perso un genitore il giorno prima. Io ho fatto uno spettacolo una settimana dopo la morte di mio padre. E quando è morto Maurizio ero qua a fare spettacolo. Non è che ne avessi voglia». Con Costanzo aveva lavorato a Buona Domenica quando ancora era a Mediaset, tutti hanno visto il suo abbraccio a Maria De Filippi alla camera ardente. «Quando se ne è andato mi sono reso conto di quanto fossimo legati, mi è dispiaciuto tantissimo, ho passato tanti momenti belli con lui, abbiamo passato almeno due anni intensi tutti i giorni…».Viva Rai2! finisce alle 8. Ma poi segue almeno un’altra ora in cui Fiorello resta in strada, perché dopo la processione al bar delle cinque, c’è un’altra coda in strada, ordinata: per un selfie, un videomessaggio, un saluto a casa ai parenti. Gli lasciano regali, braccialetti, disegni, un ramo d’ulivo. Fiorello tiene tutto. E non se ne va fino all’ultimo della coda».