Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2023  aprile 04 Martedì calendario

Biografia di Annalena Benini

(…) Ora una soluzione che, a detta di molti, riesce a tenere assieme tante cose. Annalena Benini, classe 1975, è nata a Ferrara, romana d’adozione, ha la caratteristica di porsi, con «progressista eleganza», all’incrocio di moltissime filiere. È sposata con Mattia Feltri, nota firma de La Stampa e figlio di Vittorio Feltri. Con quest’ultimo ha scatenato un dibattito al calor bianco – cosa sia pubblicabile quando si fa la cronaca di uno stupro – che nel 2017 non è sfuggito agli addetti ai lavori: non se le sono mandate a dire. Ha una famiglia dove scrivono tutti o quasi: è la nipote della notissima giornalista Daria Bignardi. Sua madre Donatella Bignardi ha pubblicato un romanzo con l’editore Historica: Buonasera Signora Luna. Dal 2001 Annalena scrive per Il Foglio, di cui è diventata una delle firme più riconoscibili. Suo l’inserto settimanale «Il Figlio» e la direzione della rivista Review. Ha pubblicato per Rizzoli La scrittura o la vita. Dieci incontri dentro la letteratura. È poi passata nella scuderia di Einaudi, la stessa dell’attuale direttore del Salone Nicola Lagioia, per cui ha curato l’antologia I racconti delle donne (2019) e ha pubblicato Annalena (2023). E no, prima che pensiate a una cosa follemente autobiografica – in Italia ci si può aspettare di tutto – è bene precisare che il romanzo parla della missionaria italiana Annalena Tonelli (1943-2003), parente della Benini, uccisa dopo una vita al servizio dei più deboli. Si è anche mossa in ambito televisivo: per la Rai ha scritto e condotto i programmi Romanzo italiano e Pietre d’inciampo. La prima era una carrellata della penisola vista con gli occhi degli scrittori: dalla Campania di Francesco Piccolo sino alla Lombardia di Luca Doninelli. Ora questa capacità di tenere assieme destra e sinistra, una sorta di grammatica del saper vivere, tipica dell’ambiente Foglio, dovrebbe essere una delle sue armi vincenti per portare il Salone del Libro di Torino a navigare sereno tra il 2024 e il 2026. Di certo le premesse ci sono. Nessuna frizione con il Mibact. Anzi le immediate felicitazioni del ministro sono il segno del superamento di una stasi imbarazzante per tutti: «Annalena Benini è un’ottima scelta – ha chiosato Sangiuliano – una persona colta e di valore che saprà certamente fare bene. Come ho spiegato più volte, il Ministero non fa parte della governance del Salone, ma questa scelta mi trova concorde». Sulla stessa linea anche tutta la governance torinese, a partire dal sindaco Stefano Lo Russo che ha sottolineato un passaggio di consegne morbido: «Un grazie particolare va anche a Nicola Lagioia... per la sua disponibilità a mettersi da subito a disposizione della futura direttrice, affiancandola nelle fasi iniziali del suo nuovo incarico e permettendo così al Salone di continuare la sua crescita all’insegna della continuità». Dal governatore Cirio e quindi dalla Regione Piemonte sono arrivati apprezzamento e soprattutto, se servisse, la garanzia di mani libere. «Ti garantiamo – ha detto a Benini – la massima libertà nella gestione del tuo Salone». Del resto c’è un pezzo di sinistra che invece, sulla tesi delle pressioni subite da Giordano, non vuol proprio mollare il colpo e continua a mettere le mani avanti. Marco Grimaldi, vicepresidente del Gruppo Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera: «La direttrice saprà denunciare e respingere al mittente le stesse pretese». Quanto a Benini, oltre a dirsi «sorpresa», si mette nella posizione, saggia, di chi guarda e impara: «Posso cominciare osservando il lavoro magnifico compiuto da Nicola Lagioia».