la Repubblica, 3 aprile 2023
Intervista a Riikka Purra
Una donna di estrema destra, Riikka Purra del Partito dei Finlandesi, può ora andare al governo a Helsinki. Giorgia Meloni potrebbe rallegrarsene. Tecnicamente, è vero, la formazione scandinava è a Strasburgo nel gruppo della Lega di Matteo Salvini e del Rassemblement di Marine Le Pen. Ma comunque si tratta di una forza critica verso l’Unione (da cui vorrebbe persino uscire, come Purra ha ribadito a fine gennaio) e soprattutto chiusa all’immigrazione extra-Ue. I terreni di frizione però non mancano. Sul rimpatrio dei migranti provenienti dal Mediterraneo e sul deficit di bilancio, infatti, l’Italia non troverebbe sponde a Helsinki con Purra al governo: un voto in meno nel Consiglio Ue. Una prova sta anche nella freddezza delle risposte che ieri sera Riikka Purra ha dato aRepubblica a proposito della premier italiana, verso cui non ha mostrato alcun entusiasmo quando l’abbiamo avvicinata nel suo quartier generale, mentre correva da una tv all’altra in attesa dei risultati.
C’è chi parla di “Meloni moment”, di un vento favorevole per la destra europea. Cosa pensa della premier italiana?
«Sarò sincera, non conosco molto bene la politica italiana, non sono abbastanza preparata e non le so dare un giudizio preciso».
Pensa che, se dovesse andare al governo, potrebbe trovare punti di contatto con l’esecutivo italiano? Non può nascere un’alleanza tra i due Paesi su più di un tema, ad esempio la politica europea sui migranti?
«Ci sono tanti Paesi con cui possiamo trovare punti di contatto».
Ma come? Eppure siete due donne leader della destra Ue.
«Non mi sembrano elementi sufficienti…».