la Repubblica, 3 aprile 2023
Intervista a Ital Bocchino
Italo Bocchino, cosa ha fatto negli ultimi dieci anni?
«Il padre separato. Ho seguito le mie figlie: Antonia, che oggi ha 21 anni ed è appena tornata dal Canada, ed Eugenia, 20, che studia a Torino».
Il suo divorzio nel 2011 riempì i giornali.
«Allora ero un protagonista della battaglia intestina contro Silvio Berlusconi: stavo sempre in tv».
Lei, da braccio destro di Gianfranco Fini, era molto potente.
«Visibile più che altro. I veri potenti non appaiono».
Cosa è successo dopo l’uscita dal Parlamento nel 2013?
«Ho rimesso a posto la mia vita. Ho riflettuto sugli errori commessi, alla fine un uomo è il prodotto degli errori commessi. Ho letto i libri che non avevo letto, visto i film che mi ero perso, ho viaggiato. Sono in partenza per l’India».
Di cosa ha vissuto?
«Sono tornato alSecolo,come giornalista. Ora ne sono il direttore editoriale. E ho fatto consulenze per alcune imprese sullacomunicazione».
E con la Meloni al potere lei è tornato tutti i giorni in tv.
«Tutti i giorni no. Ho un contratto conOtto e mezzo ePiazza Pulita».
È diventato un fedayn del melonismo.
«Le devo la mia rinascita pubblica. Nei talk smonto le falsità contro il governo».
Perché fare l’ultrà?
«L’ortodosso. Mi sono convertito. E come tutti i convertiti sono più convinto di altri».
Non credeva in Fratelli d’Italia?
«Per niente. Però li votavo. Tre anni fa mi sono iscritto, online, come un militante qualsiasi».
Ma la destra per la quale lei e Fini faceste la battaglia non è opposta a questa?
«Meloni ha fatto un capolavoro, rimettendo insieme tutti i cocci della diaspora a destra. Ha mantenuto l’identità ma dentro un tasso di alleabilità altissimo».
Cominciate a sentire la concorrenza di Schlein?
«Ci vorrebbero mille Schlein per fare una Meloni. Giorgia è una fuoriclasse che la sinistra c’invidia».
Cosa pensa dell’uscita di La Russa su via Rasella?
«Ha fatto eccessiva sintesi su un tema complesso, ma Ignazio resta una figura specchiata e la sinistra che lo attacca dimentica che è diventato presidente del Senato coi voti dem».
Questo è indimostrabile.
«Si fidi, sono un ragazzo informato: l’hanno votato pure alcuni di loro».
Ma dire che il Polizeiregiment Bozen fu una banda musicale di pensionati è un falso storico.
«Anche Marco Pannella negli anni Settanta sollevò dubbi sull’azione dei partigiani, e Norberto Bobbio gli diede ragione».
Bobbio parlò di «spietato dovere» dei partigiani. Perché piegate la storia?
«Vede, è la sinistra che, non avendo argomenti contro il governo,continua a parlare di fascismo. Ma alla gente al supermercato interesse il calo dell’inflazione dal 12 al 7 per cento, e la riduzione del 55 per cento dei costi delle bollette».
Sono stati Meloni e La Russa ad appiccare l’incendio.
«Meloni la storia la vuole fare, non riscriverla. Noi a Fiuggi decidemmo di uscire “dalla casa del padre”, per non farvi più ritorno”. C’era anche Ignazio. Io poi sono un pizzico antifascista».
Bocchino antifascista?
«Sono un conservatore con tre miti: Barry Goldwater, Roger Scruton, Giuseppe Prezzolini. Ma sui social ogni volta che vado in tv mi danno del fascista. La sinistra aizza le piazze».
Tv, cultura, storia. La destra è animata da revancismo?
«È solo voglia di riequilibrio, di superare il circuito delle parrocchiette di sinistra, quelle dei premi letterari, della tv, del cinema».
Cacciano Fazio?
«Non cacciano nessuno, e poi Fazio è mio amico, se resta sono contento».
Ma quello che voi chiamate squilibrio è il prodotto del mercato.
«Sì, ma resta inspiegabile perché alla Fiera del libro su cento scrittori non ce n’è uno di destra. Giovanni Raboni scrisse che i grandi scrittori sono tutti di destra. E noi infatti li abbiamo: Buttafuoco, Veneziani, Bruno Guerri».
Tutti intellettuali stimati, che vendono, scrivono sui giornali, dirigono teatri, vanno in tv. Dov’è l’ostracismo?
«Nell’escludere la cultura di destra dal discorso pubblico».
In Europa Meloni è fuori gioco?
«Tra un anno tutto cambierà. Il Ppe si alleerà con i conservatori dell’Ecr, rompendo col Pse. Scholz è debole, Macron indebolito, e a quel punto splenderà la stella di Meloni».
E lei sarà candidato?
«No, io con la politica ho chiuso».
Non ci credo.
«Sono felice così. Sei anni fa ho conosciuto un medico, Giusi. Presto ci sposiamo».