Il Messaggero, 3 aprile 2023
Per metà degli studenti niente gite scolastiche
Uno studente su due, quest’anno, non andrà in gita. Il settore del turismo scolastico, bloccato per oltre due anni a causa del covid, avrebbe dovuto rimettersi in moto proprio in questa primavera. Un anno fa, il primo di “uscita” seppur graduale dalla pandemia, ci fu solo una timida ripresa: furono poche le scuole che riuscirono ad organizzare viaggi di istruzione. La vera ripartenza doveva avvenire adesso.Ma non c’è stata né ci sarà. I motivi? Innanzitutto la paura, da parte dei docenti, che possa accadere qualcosa di brutto agli studenti sotto la loro responsabilità. Se un professore non ha il pieno controllo della classe o non si sente “ascoltato” dai suoi alunni rinuncia a partire. I rischi sono troppo alti. E poi non va trascurato l’aspetto economico: in questo momento per molte famiglie, purtroppo, non è possibile sostenere i costi di una gita.IL SONDAGGIOSecondo un sondaggio di skuola.net, il portale specialistico dedicato agli studenti, il 48% dei ragazzi delle scuole superiori non partirà per un viaggio di istruzione, il 28% non si allontanerà da casa neanche per un solo giorno. E le motivazioni riportate dagli intervistati sono di diversa natura anche se ce n’è una che prevale su tutte le altre: nel 34% dei casi il professore non si prende la responsabilità di accompagnare gli studenti in gita.Il controllo degli insegnanti sulle classi, durante i viaggi, va avanti 24 ore su 24 e non è sempre semplice riuscire a mantenere la sicurezza. Anche perché, in caso di incidenti o problemi di qualunque tipo, si rischia di passare un bel guaio, specie ovviamente se i ragazzi in questione sono dei minorenni.Dipende da caso a caso e negli ultimi anni, pandemia a parte, sono in aumento i docenti che si rifiutano di partire. In linea anche quel 17% dei casi in cui gli studenti sono stati indisciplinati e quindi, per punizione, non partono. Per quanto riguarda invece l’aspetto economico, i costi della gita sarebbero troppo alti per le casse famigliari in un caso su 4. E allora chi parte decide di farlo low cost. I costi del viaggio, infatti, influiscono anche sulla scelta della destinazione: per 2 studenti su 3 i preventivi di spesa hanno avuto un peso determinante nella scelta della meta.LE METEQuindi tre alunni su 4 resteranno in Italia dove, di certo, non mancano le città d’arte e si risparmia il costo più elevato degli spostamenti in aereo.La meta più quotata è Napoli con il 13% di gite, seguono Firenze con l’11% e Roma dove andrà un ragazzo su dieci tra quelli pronti a partire. Non solo grandi città, nel carnet di scelta ci sono anche i borghi meno conosciuti: uno su 4 si dirigerà infatti verso mete alternative, come i capoluoghi di provincia medio-piccoli o i paesi fuori dai circuiti classici del turismo scolastico. Il caro gita purtroppo si fa sentire e per molte famiglie rappresenta una spesa da evitare: nel 44% dei casi la cifra resta tra i 200 e i 400 euro, in 2 casi su 3 resta sotto i 400 euro visto che c’è anche chi riesce a spendere meno, organizzando magari piccole uscite di un giorno o due. E c’è anche chi mette a disposizione la propria casa, al mare, in campagna, in montagna, al Paese, per organizzare la gita con i compagni di classe. Per la serie: cosa non si fa pur di poter partire.