La Stampa, 2 aprile 2023
La primavera dei sindacati
Gli edili hanno scelto cinque piazze di periferia per protestare contro il governo, contro il nuovo codice degli appalti voluto da Matteo Salvini definito «una follia, che ci porta indietro agli anni ’70», e contro la modifica del superbonus. In piazza ieri con Cgil e Uil c’erano molte migliaia di lavoratori che di fatto hanno dato il via ad una nuova stagione di mobilitazione dei sindacati. A Torino in una periferia in fase di riqualificazione come la Falchera; a Roma in zona Don Bosco, quartiere storicamente abitato da operai edili; a Napoli a Pianura-Soccavo, a Palermo nello Zen 2, una delle periferie urbane più abbandonate del Paese e a Cagliari nel quartiere Sant’Elia.
«Il nuovo codice degli appalti ci fa tornare indietro di 50 anni – ha spiegato il segretario generale di Fillea-Cgil, Alessandro Genovesi dal palco di Roma -. Peccato che a ogni livello di subappalto l’imprenditore o risparmia sui macchinari o sul salario, o su salute e sicurezza. Invece di portare le buone regole degli appalti pubblici nell’edilizia privata, noi portiamo il Far West dell’edilizia privata, dove oggi si registra il 90% degli infortuni mortali, negli appalti pubblici. In pratica torniamo ai cantieri degli anni 70». A Torino è invece intervenuto il segretario generale della Feneal Uil, Vito Panzarella, secondo il quale il nuovo codice «indebolisce legalità, trasparenza e sicurezza». Quanto al Superbonus la sua cancellazione, oltre a penalizzare i redditi più bassi, «rischia di distruggere 100 mila posti di lavoro, 10-15 mila solo in Piemonte».
In piazza però ieri non c’erano solo gli edili: al loro fianco oltre a decine di associazioni ed al sindacato inquilini Sunia, si è schierata anche al Funzione pubblica della Cgil, con la sua segretaria generale Serena Sorrentino che ha definito il nuovo codice sugli appalti«una grave controriforma». E poi c’erano i partiti di opposizione: a Roma in piazza c’era il leader dei 5 Stelle Giuseppe Conte a Torino la nuova capogruppo del Pd alla Camera, Chiara Braga.
In fibrillazione, oltre agli edili, però ci sono anche i sindacati dei metalmeccanici che annunciano una campagna di assemblee unitarie nelle aziende delle telecomunicazioni per lanciare la mobilitazione dell’intero settore. Fim, Fiom, Uilm chiedono infatti la convocazione di un tavolo urgente e permanente al Ministero delle Imprese e del Made in Italy «per garantire al Paese la realizzazione dell’infrastruttura delle tlc attraverso le risorse del Pnrr già messe in discussione dalla lentezza dell’operatività dal governo». Oltre a questo, a loro volta, contestano la nuova riforma del codice degli appalti, la giunga del subappalto «che favorisce l’infiltrazione di criminalità organizzata», il dilagare della precarietà e la logica delle gare al massimo ribasso perseguita da Tim, Open Fiber, Infratel, ecc.
«Siamo qui con i lavoratori edili per affermare la necessità che il lavoro debba essere un lavoro sicuro e dignitoso e che bisogna combattere una logica sbagliata, sia sugli appalti sia sulle politiche che devono sostenere il rilancio di questo Paese» ha dichiarato il leader della Cgil, Maurizio Landini, a margine della manifestazione di Roma a cui ha preso parte anche il numero uno della Uil Pierpaolo Bombardieri. Per Landini «c’è bisogno di avviare una campagna straordinaria di assemblee in ogni luogo di lavoro, per mettere poi in campo azioni di mobilitazione e manifestazioni in tutti i territori, senza escludere nulla». Già «prima di Pasqua» Cgil, Cisl e Uil dovrebbero essere in grado di mettere in campo un programma. Nel mirino dei sindacati, oltre al nuovo codice sugli appalti anche la delega fiscale, le mancate risposte del governo su pensioni, salute e sicurezza, rinnovo dei contratti e lotta all’inflazione. «Non ci interessa protestare per protestare – ha concluso il segretario della Cgil – vogliamo cambiare e fare le riforme di cui il Paese ha bisogno». —