La Stampa, 2 aprile 2023
Intervista a Piergiorgio Odifreddi
Nel dibattito sulla tradizione che la destra starebbe strappando alla sinistra interviene Piergiorgio Odifreddi, 73 anni, già professore ordinario di Logica matematica all’Università di Torino e divulgatore scientifico con libri come Grandi lampi di genio. Storie di scienza per ragazzi illuminati (De Agostini) e lo spettacolo su Einstein Il grande racconto dell’astronomia, stasera al Teatro Vittoria di Roma.Dall’alimentazione alla famiglia, dalla sicurezza al lavoro, la destra sta rubando la tradizione alla sinistra?«È possibile, ma mi pare un processo fisiologico per ogni nuovo potere che si sedimenta. Anche la sinistra in qualche modo ha cercato di scippare la tradizione. Poi dipende cosa si intenda con quest’ultima, io per esempio ne vedo almeno due».Quali?«C’è una tradizione basata sui fatti, per esempio che la Terra giri intorno al Sole, anche se prima di Copernico la si pensava diversamente. Una verità indiscutibile, anche se per affermarla si sono spesi da Giordano Bruno a Galileo Galilei».I fatti hanno la testa dura, ma la tradizione?«Anche, se si basa sui fatti. Trump però ha inventato i “fatti alternativi” per smentire che ci fosse poco pubblico al suo giuramento da presidente. Bisogna stare attenti a scardinare la realtà, da cui la postverità, perché si possono mettere in crisi grandi tradizioni come la democrazia o la scienza».Diceva che c’è un secondo tipo di tradizione?«Sì, più convenzionale e meno basata sui fatti. Per esempio in Italia si guida a destra e in Inghilterra a sinistra, ma nessuno ha la verità in tasca. Sono mode che possono cambiare facilmente».La carne sintetica, a cui il governo si oppone, è un fatto o una moda?«Purtroppo si tratta di un fatto. Il governo si oppone per salvaguardare la tradizione e il cibo sano, ma come ha messo in luce Antonella Viola su La Stampa non sanno di cosa si parli. La carne sintetica è una grande opportunità perché è come quella tradizionale solo che si produce con le cellule staminali, senza bisogno di far crescere un animale e ucciderlo, di sprecare acqua e mangime. Gli esperti dovranno studiarla bene, ma negarla è un suicidio».Un caso di tradizione piena di pregiudizi dunque?«Certo, ci possono essere dei valori nella tradizione alimentare italiana, ma non si salvaguardano fermando l’innovazione. È la stessa storia del Covid e dei vaccini, che molti rifiutavano perché non erano naturali».Anche su questo la destra si dimostrò retrogada?«In gran parte sì, e non solo in Italia. Ricordo che all’inizio pure Trump e Johnson oscillarono».Perché diceva che anche la sinistra sbaglia sulla tradizione?«Sulla famiglia per esempio dimentica la biologia, perché i bambini nascono da un padre e una madre e soprattutto da un ovulo e da uno spermatozoo. Pretendendo di dire che i genitori adottivi siano quelli veri, si salta un passaggio biologico. E non c’è niente di male nel definirli adottivi».Anche su questo la destra ha scippato la protezione della famiglia alla sinistra?«Sì, anche se in senso restrittivo, perché non è necessario che si tratti di un uomo e una donna. È quando si passa ai figli che il discorso si complica, perché in certi casi si può arrivare perfino a cinque genitori e allora meglio chiarire i ruoli».Ultimamente si nota una difesa identitaria anche della lingua italiana rispetto all’inglese, che ne pensa?«Un tentativo autarchico di memoria fascista, di quando si voleva evitare la lingua della perfida Albione. Certo, usare termini inglesi quando ci sono le parole italiane è pigrizia mentale».Ma questo ritorno della tradizione può servire a definire una “nuova tradizione”?«Può darsi, ma direi che generalmente la destra è conservatrice mentre la sinistra progressista. Il punto è cosa si conserva o si innova».L’Italia è malata di passatismo o può riformarsi?«Siamo un Paese molto tradizionalista. Basti pensare alla Chiesa cattolica, che cambia molto lentamente».E sulla tecnologia?«Viviamo l’era digitale. Poi è vero che abbiamo bloccato Open AI, ma anche Musk ha chiesto una moratoria. Mi ricorda quando gli scienziati si fermarono una volta scoperti gli enzimi di restrizione utili alla clonazione. L’AI di fatto è una clonazione del pensiero e la prudenza non è mai troppa. Anche perché l’idea che i libri possano scriversi da soli mette in discussione ciò che per Cartesio ci distingue dalle macchine. Una cosa è alleviare i lavori di fatica, un’altra eliminare quelli seduti a tavolino».E il lavoro è un altro tema scippato…«Forse il principale, perché tutta la sinistra mondiale ha abdicato alla protezione dei lavoratori, dalla Clinton a Renzi. Difficile poi presentarsi alle elezioni. A proposito, un’altra tradizione che si è perduta è quella delle ideologie dei partiti».Schlein può risollevare il Pd?«No, serve una visione del mondo per un partito nato da una fusione a freddo tra comunisti e democristiani. E poi Schlein ha anche il passaporto americano, che ai giovani non farà impressione ma a me sì. E se fosse russa?».Qui c’è un filo di antiamericanismo, ma non ci sono tante Americhe compresa quella di Sanders e Ocasio-Cortez?«Un cordone… Lei faceva campagna per Obama, che ha preso il Nobel per la pace, non ha chiuso Guantanamo e ha fatto la guerra in Libia. Ecco un buon esempio per la tradizione però: dopo la caduta del muro di Berlino la Nato si poteva dissolvere? No, siamo stati conservatori. Mentre il Patto di Varsavia è stato progressista e si è sciolto».Perché sulla cultura lo scippo della destra riesce meno?«Resiste la tradizione del Pci. Una volta a destra c’era solo Veneziani, ora Sangiuliano è meglio di come sembri e legge un libro al giorno».Dante capofila della cultura di destra dunque?«La destra si può identificare in lui, intellettuale religioso che voleva un Papa migliore, più della sinistra. Alighieri come Manzoni andrebbe studiato nell’ora di religione e, a proposito di tradizioni, ricorrono i cent’anni della riforma Gentile, per Mussolini la più fascista di tutte, che divise sapere umanistico e scientifico. Sarebbe ora di migliorarla». —