la Repubblica, 2 aprile 2023
Storia del Tetris
Pochi anni prima che il muro di Berlino cadesse a pezzi, altri blocchi rivoluzionari iniziarono a precipitare – seppur virtualmente – in Unione Sovietica. Erano quelli di Tetris, uno dei videogame più famosi della storia. Ai suoi pezzi colorati, nati proprio all’ombra del Cremlino, è dedicato un nuovo film disponibile su Apple Tv+.
Tetris, diretto da Jon S. Baird, racconta, alternando fatti realmente accaduti a momenti di pura fiction, la storia di Henk Rogers, il game designer olandese che con caparbietà e coraggio volò a Mosca nel 1988 per assicurarsi i diritti del videogioco. La trama è incentrata più sull’affare inseguito da Rogers, interpretato dall’attore Taron Egerton, che sull’origine vera e propria di Tetris, riassunta brevemente all’inizio del film: «Alexey Pajitnov di giorno lavorava come programmatore al Centro di calcolo dell’Accademia sovietica delle scienze. Ma di notte inventava giochi per divertimento». E li creava su un vecchio computer Electronika 60, sprovvisto di una scheda grafica. Nel 1984 arriva la prima versione di Tetris, il cui nome è una combinazione di “tetra”, che in greco significa “quattro” – come le varianti dei pezzi del gioco – e di “tennis”, lo sport preferito dal suo inventore. Il successo del videogioco, a Mosca come in numerosi Paesi dell’est, è immediato. Rogers se ne innamora subito. «Ho giocato a Tetris per 5 minuti e ancora vedo cadere blocchi nei miei sogni – dice il suo personaggio nel film – Questo gioco non solo dà dipendenza ma ti resta incollato addosso: è poesia, arte e matematica che funzionano in magica sincronicità». L’ossessione di Rogers per Tetris si scontra con le mire di uomini d’affari potenti e spietati come Robert Maxwell (Roger Allam) e suo figlio Kevin (Anthony Boyle), proprietari della casa editrice di videogame Mirrorsoft. La loro battaglia per la licenza del videogame arriva fino al palazzo di Mikhail Gorbaciov e rende il film di Baird un thriller avvincente. Inseguimenti, pestaggi e minacce di morte vengono mitigati dall’uso della grafica 8-bit – tipica dei videogame anni 80 – e da una trama divisa per “livelli” che indicano l’avanzamento della storia.
Nella realtà l’impresa di Rogers, capace di far uscire per la prima volta un videogioco dalla Cortina di ferro, non è stata affatto un gioco. «È come se oggi qualcuno volasse in Corea del Nord – ha detto recentemente Rogers – e cercasse un’agenzia governativa disposta a cedere la licenza di un gioco». La creatura di Pajitnov, infatti, apparteneva alloStato. E solo con l’URSS si poteva trattare, in un clima da vite degli altri che registrava ogni spostamento e conversazione. A volte la sceneggiatura di Tetris si perde nei molteplici contratti, nelle loro clausole, nei loro vincoli. Ma poi si ritrova, brillantemente, nella bromance tra Rogers e Pajitnov, due poli di mondi diversi che iniziano ad avvicinarsi sulle note degli Europe. Sfruttando uno storico countdown – quello che ha condotto alla fine dell’Unione Sovietica e della Guerra Fredda – Jon S. Baird ha manovrato tutti i pezzi del suo film verso un incastro (quasi) perfetto. Tetris conquisterà, in modo particolare, i nati all’inizio degli anni 80. In molti proveranno un brivido alla vista del prototipo del leggendario Game Boy, che arriverà sul mercato nel 1989 proprio con Tetris incluso. Un abbinamento che farà la fortuna della console portatile e del videogame. E, ovviamente, di Henk Rogers.