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 2023  aprile 02 Domenica calendario

Intervista a Cristina Scuccia

 La suora giovane ora canta e basta.
Cristina Scuccia s’è svestita di suor Cristina, ha lasciato il convento e s’è messa controvento. Balla, ha la gonna con lo spacco: e allora? La criticano, la prendono in giro, forse non la capiscono. Adesso propone il suo primo singolo, diciamo, “laico”. S’intitola La felicità è una direzione.
Qual è la sua, Cristina?
«Direzione o felicità? Perché io penso che siano la stessa cosa.
Durante il covid ho capito che la vita religiosa non era più il mio posto, dopo quindici anni di comunità e undici di velo sono entrata in una crisi profonda, ho anche perso mio padre, alla fine mi sono accettata. Ho chiesto aiuto a una psicologa, alle consorelle, a me stessa e a Dio. E ora sono qui, più serena».
Il suo video ha scatenato l’inevitabile reazione social.
Troppo sexy, hanno detto quelli che sanno sempre tutto.
«Mi criticavano da suora e mi criticano adesso, ma chi siamo noi per giudicare? A una donna non si perdona quasi niente, figurarsi a un’ex religiosa. Ma l’unico giudizio che m’importa è quello del Signore. E a chi parla senza conoscermi, dico: mi farò conoscere meglio. Del resto, siamo tutti creature imperfette e fragili».
Com’era la sua vita da suora?
«Ero un’orsolina della Sacra Famiglia, sono stata per dieci anni a Milano. Sveglia alle 6, lodi mattutine, poi maestra d’infanzia e centralinista. Si faceva accoglienza in portineria e si servivano pranzo e cena alle pensionate. Il lavoro non mancava, perché eravamo soltanto tre suore. Alla sera i Vespri, un po’ di catechesi e poi a nanna. Una routine precisa, esattissima.
Aiutava un’insicura come me.
Dopo, fuori dal convento, mi sono sentita spaesata, mi vedevo già a vivere sotto un ponte».
Poi è andata a fare la cameriera a Madrid.
«Sì, dove non mi conosceva nessuno. La crisi religiosa mi era sembrata un totale fallimento, ma adesso so che non è così. Ho colto dei segni, ci ho messo almeno due anni, non sono stata certamente frettolosa in questa sceltacruciale e profondissima. Il successo non mi ha dato alla testa, non è quello il punto».
Perché cominciò a cantare?
«L’ho sempre adorato. Durante il noviziato in Brasile mi accorsi che molti religiosi, laggiù, lo facevano. Ho capito che avevo un dono da donare. Ma quando arrivò la telefonata per il provino aThe Voice,fu l’inizio di un tornado. Lamadre generale era perplessa sul darmi il permesso, diceva “oddio, la nostra suorina più giovane, ce la porteranno via”. Ma è stata una chiamata, un destino. Non potevo più conciliare quelle due vite».
Le sue consorelle come l’hanno presa?
«Non se l’aspettavano assolutamente. All’inizio è stato un dolore enorme e ancora adesso, ogni volta che ci vediamo, sono lacrime. Provo nostalgia perché ci siamo volute molto bene e ce ne vorremo sempre. Suor Agata, la madre superiora, mi è rimasta vicinissima, l’ho rivista pochi giorni fa. Lasciare la vita religiosa è come una separazione coniugale: le cose è difficile chiuderle, non cominciarle. All’inizio si è tutti innamorati. Ma Dio non abbandona nessuno, semmai può accadere il contrario».
Cristina e suor Cristina vanno d’accordo?
«Ma sono sempre io! Suor Cristina era l’involucro. Ho cambiato abito, ho smesso di perdonarmi e ho cominciato ad accettarmi. Ho attraversato il mio buio: adesso non c’è più. Diciamo che intorno ai trent’anni si fa la prima resa dei conti con sé stessi, e io non mi sono sottratta».
Ma dopo undici anni di velo, tantissimi.
«Provengo da una famiglia siciliana molto religiosa, e scegliere l’istituto dopo essere uscita da quella famiglia mi era sembrato naturale.
Il mondo musicale mi ha aperto gli occhi su un’altra realtà, però rifarei tutto. Sono finalmente in pace col mio passato: so che bisogna seguire la strada anche quando non la comprendiamo fino in fondo. A volte penso: “Signore, perché hai scelto per me questo percorso?” Un travaglio ben grande, ma devo fidarmi».
Cosa vede nel suo domani? Canzoni? Una famiglia?
«Non credo di essere pronta a quest’idea, è presto, troppo presto.
Esco da un periodo complicato e mi serve quiete, non mi ostino a voler capire tutto. Al resto penserà la Provvidenza».
Crede di poter vivere di musica?
«Sarebbe bello, voglio darmi quest’altra possibilità. E se non ci riuscirò, vorrà dire che la mia strada dev’essere diversa».
Glielo dobbiamo chiedere: una strada che la porterà sull’Isola dei famosi?
«In questo momento penso solo alla nuova canzone, vivo l’attimo e poi si vedrà. Una cosa però l’ho capita: la ricerca della felicità ci appartiene, Dio non ci vuole tristi».