Corriere della Sera, 2 aprile 2023
Intervista ad Elenoire Casalegno
«Ho il carattere romagnolo: sono solare, estroversa. Saluto sempre tutti, è bello tendersi la mano. Un sorriso può far star meglio. Io credo molto nella gentilezza e nell’empatia e il fatto che in questa società manchi l’empatia mi rattrista e mi preoccupa. A mia figlia ho dato l’educazione dei miei genitori, le ho insegnato per esempio ad alzarsi per dare il posto al più debole, al più anziano, ma temo non lo faccia quasi più nessuno». Parole dolci, dal sapore antico. E che forse non ti aspetti da Elenoire Casalegno, 46 anni, ex modella, bellissima, altissima, apparentemente un po’ algida, anche se il sorriso tradisce una innata gentilezza. Una donna libera, indipendente, che non pare sgomitare. In questi 25 anni ci sono stati momenti di ampia eco mediatica, e momenti di lunghi silenzi, successi televisivi e incertezze professionali, copertine di giornali e gossip su fidanzati, compagni, presunti flirt.
Elenoire, come mai si definisce romagnola? È nata a Savona e vive a Milano da anni...
«Io nasco casualmente a Savona, ma non sono ligure, anche se sono legata a quella terra. Sono andata a vivere in Romagna molto presto e a 18 anni mi sono trasferita a Milano. Mi sento un po’ romagnola è un po milanese, con una nonna belga. Una cittadina del mondo..».
A 20 anni ha debuttato in televisione: prima ha condotto «Jammin» e poi il «Festivalbar». Prima ancora ha esordito come modella. Che ricordi ha di quel periodo?
«È stato un momento gioioso della mia vita, anche se in realtà io volevo fare il magistrato. Non pensavo al mondo dello spettacolo. Fu una mia amica che mi spinse nel mondo della moda, ma all’inizio scappai via. A 15 anni ero molto timida, avevo un pessimo rapporto con il mio corpo e non mi sentivo per niente bella. Poi, sempre una mia amica, mi iscrisse a Elite Model Look, concorso per aspiranti modelle. Avevo 17 anni e mi presentai accompagnata da papà..».
Una brava e timida ragazza...
«Sì davvero, è così. Ricordo un altro concorso per top model, nel quale mi misi a piangere. Non volevo farlo, ma alla fine strinsi i denti. Arrivò per caso anche il Festivalbar, un grande successo: Amadeus e Panicucci fecero il mio nome. Alle volte mi chiedo: chissà se oggi fosse un magistrato...».
A 20 anni, la storia con Vittorio Sgarbi tenne banco sui giornali. Eravate paparazzati ovunque...
«Mi viene da sorridere perché fu un flirt durato quattro mesi, ma è come se fosse stata la storia più lunga e importante della mia vita. I media continuano a parlarne.. In realtà non poteva durare di più. Io avevo 20 anni, ero testarda e forte. Lui, 44 anni, pure era forte, determinato e cercava di imporsi.. Un incontro che fu una vera bomba. Lui era un uomo di cultura ed era bello ascoltarlo mentre raccontava un quadro di Piero della Francesca. Era affascinante e mi piaceva perché era diretto. Magari usa termini un po’ forti, ma io preferisco le persone schiette, sincere, che non ti parleranno mai alle spalle».
Un uomo professionalmente molto importante nella sua vita è stato Raimondo Vianello: lo ha affiancato, dal ‘97 al ‘99, nella conduzione di «Pressing» su Italia 1.
«Avevo un bellissimo rapporto con lui, qualche volta conflittuale perché dicevo ciò che pensavo, ma lui amava questo mio aspetto. Perchè pure lui diceva sempre ciò che pensava, anche se lo faceva con la sua ironia, a tratti macabra.. Un uomo molto intelligente, oggi non c’è un suo delfino».
Un episodio che racconta Vianello e il vostro rapporto.
«Scelsi di non condurre l’ultima edizione di “Pressing”. Raimondo ci rimase male. Iniziarono i provini per sostituirmi, ma lui disse: “Se non c’è Casalegno, io non lo faccio più”. Così mi obbligarono a proseguire, e oggi sono contenta di averlo fatto. Ricordo che gli dissi: “Gliela farò pagare”. Lui per me è stato un grande insegnante, ho avuto la fortuna di lavorare al fianco a una grande persona, un uomo per bene, con una moglie per bene. E questo è molto raro. Ma era anche molto simpatico e divertente. Un giorno arrivai in studio, andai nel suo camerino: era in mutande e canottiera. Lo tirai fuori e gli feci ballare la lambada. Una scena esilarante».
Una delle sue battute cattive, Raimondo, gliel’ha mai rivolta?
«Si! Ero incinta ma non l’avevo detto a nessuno. Avevo le nausee e quando c’erano gli stacchi pubblicitari correvo in bagno a vomitare. Lui se ne accorse e mi chiese: “Ha preso un virus?”. Gli risposi: “Raimondo, sono incinta”. E lui: “Ma lo sa chi è il padre?”».
A proposito del padre di sua figlia: dal legame con Dj Ringo nel 1999 è nata Swami, oggi 23 anni. Siete stati per anni una coppia molto affiatata. Avete vissuto una lunga storia d’amore finita quando la bambina era piccola.
«Ci siamo separati che nostra figlia aveva due anni, ma la priorità era lei e volevamo che lei fosse serena. Noi adulti possiamo sbagliare, ma loro non devono subire gli effetti dei nostri errori. Trovo assurdo che due persone che fino a poco tempo prima andavano d’accordo, poi si scannino dall’avvocato. Abbiamo sempre trovato un punto d’accordo io e il papà di Swami. Facile? No, non è mai facile la separazione, ma sono felice che nostra figlia non ci abbia mai visto discutere neanche una volta. Era importante che lei vedesse suo padre come il migliore al mondo, non volevo che avesse un rapporto difficile con l’altro sesso».
Dunque è possibile lasciarsi bene? Quando legge i gossip sulla separazione Totti-Blasi che pensa?
«Si può e si deve lasciarsi bene. Cosa penso? Penso ai loro figli. Per i ragazzi vedere i genitori che litigano è molto triste, si sentono in mezzo a due fuochi. Quando i miei genitori litigavano in pubblico, io mi sentivo profondamente a disagio e sono rimasta segnata».
Nel 2016 ha partecipato alla prima edizione del Grande Fratello Vip. Ne valeva la pena?
«All’inizio non ero tanto convinta di mettermi alla mercé di tutti, mi creava problemi e disagio, poi gli autori sono stati bravi a convincermi. Alla fine ammetto che è stata un’esperienza interessante, unica, non replicabile. Non me ne fregava niente di vincere, anzi io pensavo di tornare a casa nel giro di una settimana. Ho vissuto il Gf come una sfida con me stessa: senza cellulare, con tempo a disposizione e con 16 sconosciuti. Non mi aspettavo di avere tanta pazienza e di riuscire a condividere un bagno solo con tante persone..C’è stato un momento in cui stavo sbroccando, ricordo una lite violenta con Valeria Marini per uno scolapasta: ho capito che dovevo uscire, il mio percorso era finito lì».
Che rapporto ha con il mondo social?
«È importante non confondere i social con la vita reale. Se mostri tutto, tutto perde valore. Questo bisogno di parlare di sessualità non la capisco. Come non capisco l’idea di postare ogni giorno una foto meravigliosa in luoghi meravigliosi: questa è la vita reale? Non ci credo».
È anti tecnologica?
«No, ma questa mondo virtuale è una bolla che prima o poi esploderà. Siamo noi che dobbiamo gestire la tecnologia e capire che il cellulare è un supporto, e che non deve diventare vita. La vita è fuori, dobbiamo incontrarci di persona, annusarci, perché è tutto diverso».
Lei è diventata mamma molto giovane. Come si vive la maternità a 23 anni?
«La nascita di un figlio è pura magia. Quando l’ho avuta tra le braccia ero senza parole. Le prime settimane facevo fatica a staccarmi da mia figlia. Certo l’immensa gioia degli anni dell’infanzia, piano piano si mitiga perché iniziano le battaglie. Quando sono adolescenti e giovanissimi comincia il lavoro più difficile al mondo e ti ricordi le frasi di tua madre.. Oggi il rapporto con Swami è bellissimo, abbiamo superato l’adolescenza, c’è stato il conflitto e ora si sta ritrovando l’equilibrio. Da più di un anno lei vive da sola e inizialmente per me è stato un po’ un damma perché per 21 anni siamo state solo io e lei.. Io continuo ad avere il frigorifero come se fossimo in due.. Ma da qualche tempo mi sono detta : “Tornerò ragazza”. Bisogna trovare il lato positivo delle cose..».
Insomma non è tutto rosa e fiori diventare madri..
«Esatto...c’è troppa retorica sulla maternità: cos’ha di meraviglioso la gravidanza quando vomiti 24 ore al giorno? E non sono per niente d’accordo quando si dice che una donna non è completa se non ha un figlio. Non è così».
Cosa pensa di Giorgia Meloni premier?
«Indipendentemente dalle idee politiche avere una donna Presidente del Consiglio significa avere le stesse opportunità degli uomini. Non sono mai stata per le quote rosa, ma per la meritocrazia e sono molto contenta che si stia aprendo la porta verso il futuro delle donne».
Lei ha avuto dei compagni, ma si è sposata solo una volta: nel 2014 con Sebastiano Lombardi, direttore di Rete 4. Nel 2017 una dolorosa separazione.
«Sì, è stato un grande dolore la fine del mio matrimonio. Ci devi lavorare per capire che non è un fallimento. Io non mi ero mai sposata perché dò un grande valore al matrimonio. Per anni ho scelto di non sposarmi perché una vocina mi diceva di no, poi a 38 anni ho fatto il grande passo ben calibrato e non credevo potesse finire. Piangevo disperata chiusa in bagno per non farmi vedere da mia figlia, ma tanto i figli capiscono tutto».
Ora a che punto è della sua vita?
«Ho fatto quattro anni di analisi che consiglio a tutti, sono migliorata e cresciuta. Vorrei arrivare alla fine dei miei giorni capendo fino in fondo chi sono. Oggi la mia priorità è trovare la serenità e non è poco. Amarsi per le donne è difficile, è un’attitudine che arriva un po’ tardi. Ora ho una relazione che mi dà serenità e sono più centrata su me stessa».