Corriere della Sera, 1 aprile 2023
Mps, Caltagirone chiede 741 milioni di danni
Il Monte dei Paschi di Siena ha depositato la relazione finanziaria in vista del voto dell’assemblea del 20 aprile. Numeri che confermano quelli del pre -consuntivo di inizio marzo. La novità emerge invece dall’informativa sui rischi legali che, tra vertenze legali e richieste stragiudiziali hanno valore totale di 3,4 miliardi alla fine del 2022. Tra questi spunta la richiesta danni per 741 milioni da parte del gruppo Caltagirone. Con un atto di citazione del 2 agosto 2022, sei società del gruppo romano – Caltagirone Editore, Finced, Capitolium, Mantegna 87, Vianini Lavori e Fincal hanno citato in giudizio Mps davanti al Tribunale di Roma «per lamentare la difformità informativa diffusa» dalla banca «sul mercato in relazione ad investimenti in azioni Mps effettuati dalle sei società tra il 2006 e il 2011», un arco temporale durante il quale Francesco Gaetano Caltagirone è stato vice presidente del Monte e il suo gruppo aveva in portafoglio il 4,7% circa del capitale di Siena. Secondo quanto riportato nella relazione le sei società aver investito in azioni Mps «un ammontare complessivo di circa 856 milioni» e di «aver rivenduto i detti strumenti finanziari nei primi mesi del 2012 riportando una minusvalenza di circa 741 milioni». Era il periodo in cui Caltagirone aveva scelto di lasciare la vice presidenza di Mps optando per lo stesso incarico in Generali e decidendo di vendere la sua quota nel Monte per puntare le risorse su Unicredit. Secondo le società di Caltagirone, il danno subito dall’investimento sarebbe «collegato direttamente alla condotta asseritamente illecita posta in essere» da Mps e consistita nella «diffusione di informazioni price sensitive erronee fin dal 2006». Caltagirone aveva già inoltrato il reclamo a Mps nel 2017 e la banca aveva poi inglobato la cifra nei rischi legali. Il nome delle sei società è emerso nel bilancio 2022 perché il reclamo si è trasformato in vertenza con la citazione di agosto. È possibile che l’atto si riferisca alla contabilizzazione delle operazioni Santorini, Alexandria e tutto il filone che ha già riguardato gli ex vertici Giuseppe Mussari e Antonio Vigni, assolti. E che ieri ha visto anche l’avvio del processo di secondo grado contro Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, già presidente e ad di Mps dal 2012 dopo la gestione di Mussari e Vigni. In pratica un processo analogo. Il sostituto procuratore generale di Milano Massimo Gaballo ha chiesto la conferma della sentenza con cui il tribunale ha condannato a sei anni di reclusione.