la Repubblica, 31 marzo 2023
In Vaticano tornano i corvi
La tecnica è sempre quella fin dall’inizio del pontificato, anzi da prima. Nelle congregazioni generali dei cardinali che precedettero il Conclave del 2013 chi considerava con perplessità la sua candidatura, che avanzava sottotraccia, mise in giro la voce che a Jorge Mario Bergoglio mancava un polmone. Dovette intervenire il cardinale honduregno Oscar Rodriguez Maradiaga, cha chiese all’arcivescovo di Buenos Aires se fosse veramente malato. E Bergoglio «mi confermò che a parte un po’ di sciatica e un piccolo intervento al polmone sinistro per la rimozione di una ciste quando era ragazzino, non aveva grossi problemi di salute», raccontò poi Maradiaga, rassicurato dal fatto che «lo Spirito Santo, nonostante gli ostacoli delle cordate, stava soffiando sulla persona giusta».
Le cordate, nel corso degli anni, hanno continuato ad agitarsi. Le geometrie sono mutate, vecchi avversari si sono coalizzati, ma la fronda nei confronti di Francesco è andata avanzando con il procedere delle sue riforme, utilizzando la salute come campo di battaglia. Gonfiando notizie parzialmente vere, o inventandone di sana pianta. Nell’ottobre del 2015 — erano i giorni del combattuto sinodo sulla famiglia che votava su divorziati risposati e coppie di fatto — scrissero che il Papa aveva una «piccola macchia scura nel cervello », un «tumore curabile», e l’allora portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, bollò come «gravemente irresponsabile» la «diffusione di notizie infondate». La battaglia è proseguita con gli anni. E si è ovviamente intensificata con l’invecchiamento di Francesco, oggi 86 anni.
Perché le speculazioni sulla salute del Papa non sono pura astrazione. L’operazione al colon dell’estate 2021, e la brutta reazione all’anestesia, destarono effettivamente apprensione nell’entourage papale. I problemi al ginocchio segnalano un obiettivo declino fisico. E non è un segreto che con l’avanzare dell’età tra i cardinali si ragioni su chi, un giorno, potrebbe essere il successore di Francesco, se gli italiani, diminuiti di numero, avranno però una chance essendo ancora il primo gruppo, se sarà la volta di un asiatico, se il prossimo Papa sia già a Roma o viva adesso in Africa, nelle Americhe, nell’Europa orientale o settentrionale.
Il punto è che a partire dai dati di realtà c’è chi drammatizza gli acciacchi dell’età, alimentando la sensazione di emergenza, ora tradendo il desiderio di accelerare lo scorrere del tempo ora sperando di influenzare lo svolgersi degli eventi e mettere il cappello sul prossimo Conclave.
Jorge Mario Bergoglio lo sa, e non ha mancato di farlo sapere. Quando era ricoverato per l’operazione al colon venne a sapere che alcuni cardinali avevano iniziato a tramare per la successione. «Sono ancora vivo. Nonostante alcuni mi volessero morto », commentò con i gesuiti slovacchi incontrati poco dopo. «So che ci sono stati persino incontri tra prelati, i quali pensavano che il Papa fosse più grave di quel che veniva detto. Preparavano il Conclave. Pazienza! Grazie a Dio, sto bene».
Il gioco si ripropone in questi giorni. Fra ncesco è al Gemelli dopo un malore, sarebbe superficiale non prendere sul serio i problemi emersi, ma le sue effettive condizioni di salute non destano eccessive preoccupazioni. E invece più d’uno soffia sul fuoco. Mettendo in giro, nei Sacri palazzi, voci di un infarto. Facendo balenare il dubbio che la situazione raccontata — con parole sin troppo succinte — sia però drammaticamente peggiore. O dando per certa una situazione irreversibile.
Ad insufflare questi suggerimenti sono personaggi curiali che preferiscono l’anonimato, ambienti vicini al tradizionalismo integralista, spezzoni di un cattolicesimo conservatore che non ha mai sopportato Francesco e ora coglie l’occasione della sua debolezza. Il sito statunitense ultraconservatore LifeSiteNews ricama sul passato, ricordando che dopo l’intervento del 2021 «erano aumentate le voci circa il fatto che soffriva di cancro e si avvicinava alla fine del suo pontificato». Alcuni, pochi, si spingono oltre l’anonimato. Il diacono britannico Nick Donnely scrive su Twitter: «Preghiamo che se è venuto il suo momento, che egli ne faccia il miglior uso con l’aiuto di un confessore».
La tecnica è sempre quella, instillare dubbi macabri. Dall’appartamento al Gemelli Francesco segue il sommovimento. Ieri mattina dopo la colazione e prima di rimettersi a lavoro «ha letto alcuni quotidiani», ha fatto sapere la sala stampa vaticana. Convalescente, e dotato, come ha avuto a dire, di una cagionevole salute di ferro.