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 2023  marzo 31 Venerdì calendario

Madame parla del nuovo album

«A Sanremo non sono stata censurata da nessuno, la mia canzone che in origine si intitolava Puttana è diventata Il male nel bene grazie a una scelta fatta insieme ad Amadeus solo mezz’ora prima della messa in onda del programma dove avremmo svelato il titolo. Sono sempre stata indecisa, anche se all’inizio ero gasatissima. Ma poi, lì per lì, mi è venuta in mente la nonna. Se le avessi detto che il titolo era Puttana sarebbe stata contenta? E allora ho cambiato, tutto qui». Madame presenta il secondo album, L’amore, con la serenità di chi non vuole evitare domande scomode. L’amore si permette testi forti, con parole libere da ogni retroterra benpensante, testi che si rifanno al De André degli esordi o a al Dalla capace di sconvolgere l’opinione pubblica.
Un Amore dai tratti fortissimi, quasi borderline.
«Se a uno scappa una bestemmia in un bar in Veneto, giocando a briscola, è in un contesto che capisco. Se uno va sul palco di Sanremo e bestemmia non centra nulla ed è un pazzo. La volgarità in musica e nelle canzoni ha un senso se contestualizzata».
La cronaca dei giorni precedenti il festival di Sanremo l’ha messa sotto i riflettori. Il suo nome è finito in un elenco di persone che hanno mentito sul vaccino.
«La cronaca in quel caso è stata come una compagna d’avventura che mi ha dato molta più voglia di spaccare, dimostrare e far vedere chi sono realmente al di fuori di quello che può essere l’errore di una diciannovenne. So che di quegli errori forse ne farò ancora ma ciò che è successo è stato un motore che mi ha aiutato a crescere».
Che disco è L’Amore con la A maiuscola?
«Tutto e il contrario di tutto, Madame è super single ma Francesca magari no. Qui ho scritto cose che fanno girare le palle, fanno girare la testa o stuzzicano da morire; cose che danno fastidio. Nel pezzo Come voglio l’amore faccio una dedica agli uomini che ho compreso, capito e amato. Alcuni di loro si sentono soli e non apprezzati ed era giusto scrivere per loro».
Ninfa parla di una ninfomane.
«C’è un uomo innamorato di lei, ma non ne può più di sfamarla. Adoro citare persone che non si sentono amate dal prossimo; tutto il disco cerca di fare luce su chi facciamo fatica anche solo a nominare. Io ne sono affascinata».
Cosa pensa del dibattito in corso sulla inseminazione eterologa, l’adozione a distanza?
«Sull’adozione dei figli sarò molto banale ma penso che tutti siano liberi di amare chi vogliono e l’amore si inserisce dove vuole. Se tra un uomo e un uomo o una donna e una donna nasce un amore è giusto che da lì nasca un frutto. Ognuno è libero di fare ciò che sente ed è scorretto e fortemente sbagliato che si anteponga la burocrazia al sentimento».
Il pezzo più particolare è Donna vedi dove immagina una vita precedente nei panni di un uomo.
«Come uomo parlo a una donna e le dico che vorrei capire le sue problematiche, il suo sesso, la sua natura al 100%. Canto: "Sono donna ma nella scorsa vita avevo il ca..o e chissà quanto ho scopato nella scorsa vita". Io sento che nella scorsa vita ero un uomo ed è difficile collegare le due parti. Il brano porta in luce gli stereotipi collegati alle donne, alle femmine. Essendo stata uomo vorrei comprendere come si capisce, si ama, rispetta una donna. Il tema ricorrente di questo periodo storico è la donna e so dividere molto bene il mio essere Francesca o Madame; credo che entrambe le mie due facce sappiano una cosa: in questo disco e nei prossimi voglio vincere come donna».
Però affronta il lato oscuro dell’amore e dell’essere donna.
«L’ho chiamato L’Amore perché nel medioevo quando si parlava di amore era quasi un personaggio all’interno dei racconti e infatti lo tratto un po’ così. Le persone a volte vivono amori tossici e li declinano a modo loro: ma sempre amore è. A casa vivo in modo più sano possibile e voglio tenere un equilibrio psicologico buono».
Chi sono gli artisti che l’anno ispirata?
«De André, Anne Sexton , Battiato, Lars Von Trier, ho scoperto profondamente tutto il panorama della musica latina e in Ninfa c’è un piccolo assaggio. Guadagnino mi ha fatto tanta compagnia a livello cinematografico e poi tantissimi scrittori russi. Ho due miti, la Lolita di Nabokov, ma anche Wonder Woman».
No featuring?
«I brani non me li hanno chiamati. Ho preso un appuntamento in studio con Elisa e poi per un motivo o per l’altro alla fine non c’è stato modo. Mi sarebbe piaciuto Marracash ma non mi è arrivato il pezzo».