il Fatto Quotidiano, 30 marzo 2023
In Italia le notizie sul clima sono appena il 3%
In Italia sui media si parla sempre meno di crisi climatica e surriscaldamento globale, ma in compenso aumentano le pubblicità di aziende che più incidono, in negativo, su clima e ambiente. Uno studio dell’Osservatorio di Pavia, commissionato da Greenpeace Italia, ha esaminato nel periodo tra settembre e dicembre 2022 come la crisi climatica sia stata raccontata da cinque quotidiani (Corriere della Sera, Repubblica, Sole 24 Ore, La Stampa e Avvenire), dai tg Rai, Mediaset e La7, e da una serie di programmi d’informazione. I quotidiani hanno dedicato una media di 2,5 articoli al giorno, il 20% in meno rispetto al quadrimestre precedente, con il picco a novembre quando è andato in scena il summit del clima a Sharm el Sheik (Cop27), ma anche la tragica alluvione a Ischia. Chi ha dedicato più spazio sono stati Sole e Avvenire. A fronte di ciò, aumenta invece la pubblicità dell’industria dei combustibili fossili e delle aziende dell’automotive, aeree e crocieristiche, che sono, secondo Greenpeace, tra i maggiori responsabili del riscaldamento del pianeta: la media è di oltre sei pubblicità a settimana, il doppio rispetto al quadrimestre precedente.
Per quanto riguarda la tv, si registra un lieve incremento della copertura dei tg serali, anche se la crisi climatica non ha raggiunto il 3% delle notizie. Più spazio nel Tg1 e Tg3, fanalino di coda il Tg La7 di Enrico Mentana con l’1,4% dei servizi. Va meglio nei programmi, dove si è dato spazio al clima in 116 delle 450 puntate monitorate, il 26%, in leggero calo rispetto al recente passato: il programma più virtuoso è Unomattina, in fondo Otto e mezzo e L’Aria che tira. “Gli ultimi mesi del 2022 confermano l’indifferenza dei media nei confronti della più grave emergenza ambientale della storia – osserva Giancarlo Sturloni di Greenpeace Italia –. In Italia le aziende hanno un’enorme influenza sui media e dove un colosso come Eni può dettare le politiche energetiche del governo”.