il Fatto Quotidiano, 30 marzo 2023
Il mistero sulla morte di Edgar Allan Poe
La morte dello scrittore statunitense Edgar Allan Poe avvenuta il 7 ottobre 1849 potrebbe essere collegata a dei brogli elettorali. La teoria compare in un libro di fresca pubblicazione, A Mystery of Mysteries: The Death and Life of Edgar Allan Poe, opera di Mark Dawidziak, giornalista dell’Ohio che ha condotto un’indagine sul decesso di quello che è considerato il padre del romanzo poliziesco e della letteratura dell’orrore. Secondo la sua teoria, Poe non ha potuto ricevere cure mediche adeguate (soffriva di tubercolosi) perché era “imprigionato” a causa di brogli elettorali. Poe morì in un ospedale di Baltimora dopo che uno sconosciuto lo aveva trovato “in grande difficoltà” qualche giorno prima davanti alla taverna Gunner’s Hall. Era spettinato e indossava abiti malandati e poco aderenti che non erano i suoi. La taverna servì come seggio elettorale per la scelta dei rappresentanti al Congresso del Maryland e lui vi arrivò quel giorno. Intorno al periodo delle elezioni, “i criminali uscivano per strada, trovavano qualcuno vulnerabile e indigente, lo colpivano in testa, lo ‘rinchiudevano’ in una stanza e lo nutrivano con alcol e forse oppio fino al momento del voto”, ha detto Enrica Jang, direttrice dell’Edgar Allan Poe House and Museum di Baltimora. I rapitori potrebbero aver cambiato l’aspetto dell’uomo nel corso della giornata, in modo da ingannare gli addetti alle elezioni e permettergli di votare più volte. All’epoca il Maryland non aveva un sistema di registrazione degli elettori. Gli uomini erano autorizzati a votare se un funzionario elettorale o un residente locale li riconosceva. Il “rapimento” potrebbe essere stat dunque una concausa. Che si aggiunge alle teorie di avvelenamento, alcolismo, sifilide, suicidio e omicidio. Il giallo non è chiuso.