la Repubblica, 29 marzo 2023
Come ha ucciso la killer di Nashville
NEW YORK – Quattro colpi in rapida sequenza sparati verso Audrey Elizabeth Hale, in piedi accanto alla finestra allagata di sole, dietro due poltrone bianche, al primo piano della scuola elementare cristiana Covenant di Nashville, Tennessee. «Non muoverti, non muoverti», urla l’agente Michael Collazo, mentre si avvicina, tenendo puntata la pistola. Il corpo di Hale è steso per terra, supino, la gamba destra piegata in modo innaturale all’indietro. Sono le immagini riprese dalla body cam del poliziotto che ha ucciso Hale. È finita così, dopo la morte di tre bambini, preside, custode e una supplente, dopo 14 minuti di terrore e 7 di caccia al killer tra i corridoi dell’istituto della chiesa presbiteriana. È finita come Audrey aveva annunciato su Instagram a un’amica: «Ho pianificato di morire oggi. Non è uno scherzo!!!! Probabilmente sentirai parlare di me ai notiziari, dopo che morirò». L’amica aveva risposto: «Hai ancora molta vita da vivere». E Hale: «Lo so ma non voglio vivere. Mi dispiace tanto. Non voglio sconvolgerti o attirare l’attenzione. Ho proprio bisogno di morire». E poi: «Volevo dirlo per prima a te perché sei la persona più bella che abbia mai visto e conosciuto in tutta la mia vita». L’amica ha chiamato la polizia alle 9.57, sedici minuti prima che partisse l’allarme dalla scuola. Ha usato una linea non d’emergenza e per questo è rimasta in attesa sette minuti. Un ritardo decisivo.Quando l’amica è riuscita a parlare con un operatore, Hale, due fucili da guerra, pistola, cappellino rosso, pantaloni mimetica e sneakers, stava già sparando. La polizia dice che Audrey «aveva risentimento verso la sua vecchia scuola» e manie suicide. Le ex compagne parlano di «ragazza dolce», di «talento» nel disegno, ma «troppo silenziosa». Da pochi mesi aveva dichiarato di essere transgender. Usava i pronomi “lui” e “egli”, ma non sempre. In alcuni disegni era «Audrey the Artisti». In altri, usava un nome maschile, “Aiden”. L’identità sessuale è diventata parte della storia. La polizia continua a parlarne al femminile. I Repubblicani demonizzano la sessualità di Hale per spostare l’attenzione dalle armi. «Quanti testosteroni e ormoni stava prendendo la transgender di Nashville – ha scritto su Twitter la trumpiana Marjorie Taylor Greene – Tutti smettano ora di dare la colpa alle armi». «La tragedia nel mio Stato – ha aggiunto il senatore repubblicano Bill Hagerty – è il risultato di una persona deviata, molto, molto malata». Qualcuno ha ricordato il precedente del 24 maggio dell’anno scorso: il killer della scuola elementare di Uvalde, Texas, che uccise diciannove bambini e due insegnanti, si chiamava Salvador Rolando Ramos, aveva 18 anni e in alcune foto era apparso vestito da donna. Hale, invece, si vedeva come un ragazzo. Ma dietro le altre stragi c’erano suprematisti bianchi, neonazi e omofobi. L’elemento comune è il disagio mentale e la facilità di accesso ai fucili da guerra. Hale, nonostante fosse in cura per “disturbo emotivo”, aveva acquistato sette armi dacinque negozi diversi. Anche a Nashville nessuno ha visto il perico lo arrivare. Neanche i genitori, molto religiosi, distrutti dal dolore. Agli investigatori hanno detto che pensavano avesse solo un’arma, non sette. Averne una è considerato “normale”. In camera di Hale sono stati trovati scritti che anticipavano la strage. C’era una mappa della scuola,con indicate nel dettaglio le porte d’accesso. Su un foglio Hale aveva disegnato il volto di Jack Nicholson, e aggiunto frasi prese da Shining, tra cui il raggelante “Wendy, I’m home”,con cui l’ormai impazzito scrittore Jack Torrance annuncia alla moglie la sua presenza. La portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, ha chiesto ai Repubblicani di «mostrare un po’ di coraggio» e firmare una legge bipartisan che metta al bando le armi da guerra. «Basta, basta, basta – ha aggiunto – nessun altro Paese vive una situazione come la nostra, nessun altro Paese vede i propri figli andare a scuola e venire massacrati». Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, lasciando la Casa Bianca, davanti all’ennesima domanda dei giornalisti che chiedevano come fermare le stragi, ha risposto: «Non posso fare altro che supplicare il Congresso ad agire». Un altro appello destinato a cadere nel vuoto. Il governatore del Tennessee, il repubblicano Bill Lee, ha inviato le sue “preghiere” alle famiglie della vittima e alla communità di Nashville. A giugno, dopo la strage di Uvalde, aveva bloccato una legge che limitava l’accesso alle armi. In Tennessee si può andare in giro armati di pistola senza bisogno di licenza.