Estratto dell’articolo di Gianluca Modolo per “la Repubblica”, 29 marzo 2023
SI SCRIVE PRESTITO, SI LEGGE RICATTO – LA CINA CON LA VIA DELLA SETA HA GARANTITO 240 MILIARDI DI DOLLARI DI PRESTITI A 22 PAESI CHE AVEVANO BISOGNO DI LIQUIDITÀ: È UN MODO PER LIMITARE LA DIPENDENZA DAL DOLLARO COME VALUTA GLOBALE, E STRINGERE UN CAPPIO DI SETA AL COLLO DEGLI STATI PIÙ POVERI. IL TASSO DI INTERESSE È DEL 5% (QUELLO DELL'FMI È AL 2%) – XI STA ANCHE CERCANDO DI SALVARE LE PROPRIE BANCHE: ECCO PERCHÉ È ENTRATO NEL RISCHIOSO BUSINESS DEI PRESTITI INTERNAZIONALI (MA È UN'ARMA A DOPPIO TAGLIO) -
Per anni ha investito montagne di yuan in Paesi in via di sviluppo imbarcati nella sua Via della Seta, strategici per posizione geografica o perché ricchi di risorse naturali, per progetti faraonici poi rivelatisi spesso insostenibili o troppo onerosi per quei governi che li avevano accolti con entusiasmo.
[…] Pechino si sta trasformando in uno dei più grandi prestatori d’emergenza al mondo, facendo concorrenza al Fondo monetario internazionale. Una strategia a doppio taglio per Xi, che deve provare anche a salvare le casse delle proprie banche.
Tra il 2000 e il 2021 — rivela uno studio della Banca Mondiale, della Harvard Kennedy School, di Aid-Data e dell’Istituto Kiel — la Cina ha garantito 240 miliardi di dollari di prestiti andando in soccorso di 22 Paesi come Argentina, Mongolia, Pakistan, Egitto, Sri Lanka: molti dei quali beneficiari degli investimenti della “Belt & Road Initiative” lanciata dieci anni fa dal leader cinese: un progetto mastodontico che ora sta presentando il conto a Pechino.
[…] Soltanto nel 2021 Pechino ha elargito infatti 40,5 miliardi di dollari di fondi d’emergenza a governi in difficoltà, rispetto ai 68 miliardi dell’Fmi. «Ma lo ha fatto in modo opaco e non coordinato». La Cina applica tassi di interesse piuttosto elevati, in genere il 5%. Quello del Fondo monetario internazionale è pari al 2%. Oltre il 90% dei prestiti di emergenza nel 2021 sono stati erogati in yuan.
Non è una pratica insolita, ma così Pechino porta avanti i suoi sforzi per limitare la dipendenza dal dollaro come valuta globale di riferimento. […]
La “generosità” di Pechino rivela anche le carenze nella progettazione della Via della Seta. Per Christoph Trebesch dell’Istituto Kiel, uno dei problemi è che i finanziatori cinesi «sono entrati in molti Paesi che si sono rivelati avere problemi gravi». Altre carenze derivano dalla scarsità di studi di fattibilità e da una mancanza di trasparenza. Esempio: “l’autostrada verso il nulla” da 1 miliardo di dollari in Montenegro che rimane incompiuta. «Pechino sta cercando anche di salvare le proprie banche. Ecco perché è entrata nel rischioso business dei prestiti internazionali per il salvataggio», spiega Carmen Reinhart, una delle autrici dello studio.
Lungo la Via della Seta la Cina ha prestato in questi dieci anni 900 miliardi di dollari a 151 Paesi a basso reddito, principalmente per la costruzione di autostrade, ponti, dighe. Washington ha spesso accusato Pechino di essersi impegnata in una “diplomazia della trappola del debito”: un esempio classico è il porto di Hambantota, in Sri Lanka. Sei anni fa il governo di Colombo non riusciva più a pagare le rate e così ne ha concesso il controllo alla Cina per 99 anni. […]