Corriere della Sera, 29 marzo 2023
Biografia di Chiara Braga
«Adesso lavoriamo tutti uniti, anche con le altre opposizioni»: con queste parole Chiara Braga fissa i suoi obiettivi. Comasca, classe 1979, la neo capogruppo dei dem a Montecitorio è una veterana del Parlamento. Braga infatti è giunta alla sua quarta legislatura. Anche per questa ragione Schlein l’ha voluta alla guida dei deputati del Pd. Ma pure per quel che riguarda gli incarichi di partito Braga – che viene dai Ds e appartiene ad Area Dem, la corrente di Franceschini – non può definirsi una novellina. È stata in segreteria con tre leader assai diversi tra di loro, Renzi, Zingaretti e Letta, sempre nello stesso ruolo: responsabile della sostenibilità ambientale. Ed è proprio tramite questo incarico che ha costruito una fitta rete di rapporti con il variegato mondo degli ambientalisti. Quando nel Pd non si parlava di questi argomenti, lei conduceva la battaglia per inserire la difesa dell’ambiente in Costituzione.
Braga, che ha conosciuto Schlein negli anni delle lotte per l’ambiente, ha cementato i rapporti con la leader dem dopo, nella campagna elettorale delle primarie, quando l’allora segretaria d’aula di Montecitorio (incarico da cui ora si dovrà dimettere,) coordinava le iniziative di Schlein nei territori. Sgobbona, precisina, ha fatto in modo che quell’avventura non si affidasse solo ai social, ma anche al contatto diretto con la gente.
Appena eletta per acclamazione, la capogruppo pd ha tradito una certa emozione: «Sento sulle mie spalle la responsabilità e spero di essere all’altezza della sfida», ha confessato. Braga, però, sapeva da tempo come sarebbe andata a finire: Schlein glielo aveva anticipato. E infatti, qualche sera fa, con il giro stretto della segreteria ha festeggiato anzitempo la sua nomina al Quagliaro, un ristorante della periferia romana al Quarticciolo. In quel locale il piatto forte è la quaglia, generalmente servita con funghi e olive. Ma lei non l’ha mangiata: «Mi fa impressione».
Ora con il suo fare sobrio e gentile, Braga si ripromette di «lavorare all’insegna dell’unità». Per questa ragione ha chiesto a tutti i deputati di non sottrarsi mai a «un confronto, anche duro quando serve, ma sempre sincero e franco». E ha promesso di mettere la testa, nei prossimi giorni, sull’ufficio di presidenza, per evitare che qualcuno – soprattutto nella minoranza – si senta escluso.
Nell’assemblea che l’ha eletta per acclamazione, Braga ha voluto concludere il suo intervento con queste parole: «Matteotti fu assassinato dal fascismo negli anni più bui della nostra nazione perché si opponeva alla brutalità del regime con la forza delle sue idee, ma anche con la qualità del suo operato parlamentare in questo palazzo. Anche nei momenti più faticosi e complessi vorrei che non dimenticassimo mai quell’esempio e quello che ci consegna».