Corriere della Sera, 28 marzo 2023
Biografia di Mateo Retegui
Mateo Retegui, in arte El Chapita, 24 anni tra un mese esatto, è tornato ieri all’ora di cena in Argentina con un sorriso grande così e l’argento vivo addosso. Felice, emozionato, convinto di essere sul punto di dare una svolta alla sua carriera. Domenica notte, sbarcato a Fiumicino con il charter della Nazionale, ha dormito nell’albergo di fronte all’aeroporto, ma ha faticato a prendere sonno e ha passato qualche ora al telefono con gli amici a Buenos Aires, raccontando la sua prima settimana con la maglia azzurra: «Un’esperienza fantastica e intensa, i compagni mi hanno accolto bene e mi sono sentito a casa. Ringrazio Mancini per l’opportunità».
Si sente già un po’ italiano e ha promesso al c.t. che da qui a giugno, quando tornerà per le Finals di Nations League, studierà la nostra lingua. Ma già lo sta facendo e ha imparato qualche parola dell’inno di Mameli e non ha avuto paura di cantarlo con qualche storpiatura nella notte maltese. Il suo entusiasmo contagioso ha bilanciato le difficoltà dell’Italia in questi giorni di passione. Mancini non è contento: l’Italia ha perso contro l’Inghilterra e ha giocato male contro Malta. La ripartenza è dura. Con Retegui, forse, sarà più facile. Mancio, prima di salutare il centravanti, gli ha dato un consiglio che aveva anticipato nella piccola sala stampa dello stadio Nazionale: «Mateo farebbe bene a venire in serie A così imparerebbe più in fretta la lingua e il nostro calcio».
Per il centravanti è cominciata un’altra partita, ancora più importante, quella che riguarda il futuro. Papà Carlos è sbarcato a Roma di prima mattina e si fermerà in Europa sino a domani per fare un giro di orizzonte che lo porterà a Milano e Madrid. La Premier League, per il momento, non è un’opzione. La Bundesliga, invece, si. Ieri, alla presenza del figliolo, ha incontrato i dirigenti dell’Eintracht Francoforte e ha avuto contatti con il Bayer Leverkusen. Ma la giornata cruciale sarà quella di oggi. Carlos Retegui, scortato dall’amico procuratore Diego, si trasferirà a Milano e parlerà con i dirigenti dell’Inter, che seguono Mateo da qualche mese e vorrebbero portarlo alla Pinetina insieme a Lautaro Martinez al posto di Correa, destinato alla Spagna. Dario Baccin, il vice direttore sportivo dei nerazzurri, è stato a Napoli ed è volato a Malta venerdì sera insieme a papà Retegui, facile intuire che sabato, lontano da occhi indiscreti, i due abbiano già pianificato il vertice milanese.
Le difficoltà non mancano per l’esagerata attenzione maturata intorno al ragazzo e il proliferare di procuratori che si stanno proponendo. Non solo. La sua squadra, il Tigre, entro giugno riscatterà dal Boca Juniors il 50% del cartellino. Chi vorrà Retegui, dovrà trovare l’accordo con due club. Un ginepraio, insomma. Mateo, in tempi non sospetti, era stato seguito da Udinese e Lazio, che pensavano di poterlo prendere per una cifra non superiore ai 6 milioni di euro. Adesso, di milioni, ne costa almeno 15.
Tante le pretendenti. La stessa Lazio, ancora in gioco e l’Atalanta. Anche Milan e Juventus si sono informate e l’Atletico Madrid è pronto a fare un’offerta sostanziosa. L’Inter ha una carta importante da giocarsi, un altro giocatore argentino, il giovane Facundo Colidio, una seconda punta in prestito proprio al Tigre. Retegui però vuole l’Italia, anche per dare sostanza al suo progetto azzurro. Il nuovo cecchino azzurro si fida dell’intermediazione del padre, ex allenatore di hockey su prato. El Chapita è legatissimo alla famiglia. Lo hanno seguito in questa settimana italiana anche mamma Maria e la sorella Micaela e a loro ha dedicato il gol di Malta, quattro dita delle mani come a disegnare una emme, che sta anche per Mancini e Macedonia, la prossima sfida, il 9 settembre a Skopje. Un altro gol di Retegui ci avvicinerebbe all’Europeo in Germania.