Corriere della Sera, 28 marzo 2023
Adesso a Londra correggono anche Agatha Christie
Via i riferimenti agli «occhi e il naso sporchi» dei bambini in Assassinio sul Nilo, via l’aggettivo «orientale», via le descrizioni fisiche di alcuni personaggi (soprattutto se grassi o con i denti brutti), via i commenti sull’etnia. Dopo lo scrittore per ragazzi Roald Dahl, ora Agatha Christie. I gialli della scrittrice, ha scoperto il «Telegraph», sono stati corretti e aggiornati alle sensibilità e al linguaggio di oggi.
Gli interventi sui testi sarebbero cominciati in occasione della più recente ristampa della versione digitale dei libri di Christie, che rimane tra le autrici più lette al mondo. I cambiamenti, stando alla ricostruzione del quotidiano «Daily Telegraph», sono stati realizzati in silenzio e vengono alla luce solo ora, dopo le polemiche che avevano suscitato le revisioni dei libri per bambini di Dahl. Per salvare la versione originale di Matilda, Le streghe, Il GGG e tutti gli altri successi dello scrittore, erano scesi in campo diverse star della letteratura, tra cui Salman Rushdie. La casa editrice Penguin era stata così costretta a un parziale dietrofront. Sarebbero state pubblicate, aveva annunciato, due edizioni, quella aggiornata e quella originale.
Ora HarperCollins ha dato l’opera di Christie in mano ai sensitivity reader, ovvero editor il cui compito è quello di identificare brani che ai lettori potrebbero sembrare dispregiativi o offensivi.
Chissà se qualcuno si schiererà in difesa delle parole originali della signora del giallo: in alcuni casi le correzioni sono già avvenute. Hercule Poirot, così, è più moderato nel commentare gli usi e le apparenze degli stranieri che incontra, mentre Jane Marple è più attenta nella cronaca sociale delle comunità che visita.
All’apparenza gli interventi sui testi di Christie sono più sfumati rispetto al trattamento riservato a Dahl. Da Un mistero ai Caraibi è stata, ad esempio, rimossa una frase su un personaggio femminile con «un torso di marmo nero che ogni scultore sarebbe stato felice di avere», mentre dal primo romanzo di Christie, Poirot a Styles Court, è stato tolto un commento del celebre investigatore belga su un uomo «naturalmente ebreo». Si tratta di due romanzi usciti rispettivamente nel 1964 e nel 1920.
Oggi frasi del genere darebbero fastidio mentre la loro assenza non toglie nulla al valore del libro, è stata la valutazione. «Per noi i sensitivity reader sono come “ambasciatori dell’inclusione”», ha raccontato un editore di Londra. «Forse è meno controverso il lavoro che svolgono con scrittori contemporanei. Nel caso dei grandi classici crediamo che sia importante rimuovere frasi, commenti o parole che ai tempi non sarebbero risultati offensivi ma oggi sì».