Corriere della Sera, 28 marzo 2023
Parla la preside licenziata per il David di Michelangelo
Per 27 anni Hope Carrasquilla ha insegnato Storia dell’Arte, da un anno era la preside della Tallahassee Classical School in Florida. È stata costretta dal Consiglio scolastico a dimettersi dopo che l’insegnante d’arte ha mostrato il David di Michelangelo agli studenti di prima media e una dei genitori lo ha ritenuto pornografico. Il caso ha fatto scalpore, il sindaco di Firenze Dario Nardella vuole invitare e premiare Carrasquilla, e lei dice via zoom che ne sarebbe onorata: sognava di portare gli allievi dell’ultimo anno a Roma e a Firenze.
Licenziata per il David?
«Per essere chiari, questa è una delle ragioni presentate da Barney Bishop, il capo del Consiglio scolastico, non l’unica. E i genitori lunedì scorso non capivano la necessità di discutere il mio licenziamento o le mie dimissioni. Per quanto riguarda la lezione in sé, tre genitori avevano espresso preoccupazione quando l’insegnante aveva fatto la sua bellissima presentazione sulla storia del Rinascimento. Una madre pensa che il David sia pornografico. E mi rendo conto che tutti dicano: come è possibile pensarlo... Altri due genitori erano dispiaciuti perché la lettera che avevamo mandato l’anno scorso per notificare che, quando studiamo il Rinascimento ci sono nudi artistici, quest’anno non era stata mandata. Tornata a casa, una studentessa ha detto di essere stata a disagio e la famiglia avrebbe voluto saperlo per essere preparata».
I genitori devono essere informati 72 ore prima di lezioni su temi «controversi»?
«Questa è la nuova regola stabilita dopo l’incidente».
Prima, insegnanti e preside ne parlavano in anticipo?
«È l’insegnante che manda una lettera di notifica ai genitori. Altre due vengono mandate in quinta elementare, quando in Scienze si studia il ciclo vitale degli animali e la riproduzione umana e quando si legge La vita di Frederick Douglass (ex schiavo e leader abolizionista ndr), un libro intenso per bambini che non sanno cosa succedeva a quell’epoca. Stavolta sono stata coinvolta perché l’insegnante d’arte mi ha chiesto se mandare la lettera, ho detto di sì, l’ho mandato da chi se ne occupa e lì c’è stato l’intoppo, la lettera non è partita».
Questa è una «charter school» (scuola privata sovvenzionata) legata all’Hillsdale College, noto college conservatore. Quindi alcune delle persone che mandano i figli qui vogliono che facciano studi classici ma hanno problemi con l’arte classica?
«Non solo l’arte. Si parla di evoluzione... Un altro genitore si lamentava per lo studio del riscaldamento globale... Parlo con loro, spiego che cosa insegniamo... Normalmente tutto si risolve. Quest’anno no. Non era mai successo prima pur con le stesse materie».
Non le era mai successo con il David?
«In un’altra scuola, in terza elementare, una madre si era lamentata. Ma non c’è niente di inappropriato. È arte. Guardiamo il David: c’è una vulnerabilità nella sua nudità, nel suo volto adolescente. Studiamo anche La creazione di Adamo. Se lo vesti, racconti la storia in modo inaccurato».
La direttrice della Galleria dell’Accademia a Firenze, Cecilie Hollberg, dice che definire il David «pornografico» significa non capire la Bibbia e la cultura occidentale. C’è una crociata contro il corpo in America?
«Mi addolora che succeda in una scuola di studi classici, dove ci prefiggiamo il bene, il vero, il bello, i temi della civiltà occidentale e dell’istruzione umanistica. In America abbiamo una società iper-sessualizzata. Ma gli studenti dovrebbero capire che non c’è niente di sbagliato nel corpo, niente di cui vergognarsi».
I prof sono considerati spesso progressisti. Lei lo è?
«Politicamente sono moderata. E sono una cristiana conservatrice. Anche in Italia siete cattolici e avete l’arte, non c’è conflitto, non va contro i miei valori cristiani. Non dovrebbe essere una questione politica».
Perché l’istruzione è diventata terreno di scontro?
«Con la pandemia, i bambini a casa, i genitori hanno visto che l’istruzione è cambiata dai loro tempi. Hanno messo in questione tutto il sistema educativo, alimentando un movimento che vuole scegliere. Io sono una sostenitrice della scelta. Ma il punto è: dove si traccia la linea? Qui un piccolo gruppo di genitori ha avuto l’orecchio del capo del Consiglio scolastico e creato un caso enorme. Ma la maggior parte vuole che i figli vedano queste immagini»
Qui interviene la politica.
«Assolutamente. È io non voglio diventare una pedina di un lato o dell’altro. Ci sono cose nei libri che anch’io non vorrei che i bambini vedessero. I genitori dovrebbero avere voce, ma non essere troppo coinvolti: bisognerebbe trovare un equilibrio in un’arena politica molto volatile».