27 marzo 2023
La piazza che diventò rossa
Krasnoe derevo è il legno rosso del cassettone, il primo colore che il consigliere titolare Jakov Petrovič Goljadkin, protagonista del Sosia di Dostoevskij, vede quando si sveglia nella sua stanzetta, qualche minuto prima delle otto del mattino. E anche le sedie sono in krasnoe derevo, cioè in mogano, ma questa volta finto. E rossa è la vernice del tavolo, e rossiccia – ma con fiorellini verdolini – l’incerata del divano alla turca. E infine è grigio il giorno autunnale, torbido e sporco, che lo scruta attraverso la finestra appannata con un fare così risentito e con una smorfia così inacidita che il signor Goljadkin non può in alcun modo dubitare: si trova nel proprio alloggio in affitto, al terzo piano di un edificio molto grande, nella città di San Pietroburgo. È verde il logoro portafoglio che cerca appena sceso dal letto. E verdini, grigiolini, azzurrini, rossini e di vari altri colori sono i biglietti che estrae dalla tasca più celata del portafoglio: un mazzetto consolatorio di settecentocinquanta rubli.
(da: Lauretta Colonnelli La vita segreta dei colori Marsilio)
Verdone è la banconota del dollaro, in inglese greenback, così chiamata perché ha il dorso di colore verde, e perciò detta anche frogskin, pelle di rana. Aldo Buzzi, raffinato scrittore che dedicò la vita al cinema, alla letteratura, ai viaggi, include i biglietti di banca nelle diversità tra Stati Uniti e Russia: «In America sono tutti verdi e di forma uguale, cosa poco pratica, e in Russia sono di diversi colori, come le uova pasquali: arancioni da un rublo, verdi da tre, azzurri da cinque, bianchi da dieci, grigi da cinquanta e iridati da cento. Dice Majakovskij: “e tu che, per il daffare e la malinconia, hai una faccia / gualcita e verde come un biglietto da tre rubli”».
(da: Lauretta Colonnelli La vita segreta dei colori Marsilio)